Sport e cambiamento climatico: connessioni e impatti

Rubrica POINT BREAK
A cura di Valeria Colombo
19 Mar 2025

Per gli appassionati di tennis l’inizio della stagione corrisponde con gli Australian Open, primo torneo “del grande Slam”. Quest’anno il caldo torrido dell’estate di Melbourne ha aumentato il coefficiente di difficoltà delle partite, costringendo gli atleti e le atlete a giocare con temperature sopra i 30 gradi quasi tutti i giorni. Ciononostante, fortunatamente Jannik Sinner è riuscito a confermarsi campione del torneo!

Già nel 2009, dieci dei 14 giorni dell’Open avevano registrato temperature superiori a 30°C, con un picco di 45,1°C il 12° giorno in cui il campione Novak Djokovic era stato costretto al ritiro a causa dello stress da calore. Condizioni altrettanto intense si sono presentate negli anni successivi tanto che, per porvi rimedio, dal 2018 il torneo ha adottato una Extreme heat policy.

Il tennis è tra gli sport più influenzati e potenzialmente danneggiati dal cambiamento climatico I) perché si gioca quasi sempre all’aperto, II) perché è uno sport individuale in cui gli incontri possono durare molte ore, III) perché nei mesi più caldi i tornei si giocano su superfici calde (il cemento e non l’erba come nel calcio ad esempio).

La crisi climatica sta tuttavia avendo effetti significativi e di vasta portata sull’industria sportiva nel suo complesso, influenzandone molti aspetti, dalla programmazione degli eventi alla sicurezza degli atleti e delle atlete, dalla progettazione delle strutture sportive alla sostenibilità delle organizzazioni sportive. L’aumento delle temperature globali e la frequenza sempre maggiore di eventi meteorologici estremi mettono a rischio lo svolgimento degli eventi e la salute di chi pratica il tennis.

L’aumento delle temperature influenza non solo gli sport estivi all’aperto ma anche gli sport invernali. Lo sci da decenni soffre la mancanza di neve sulle Alpi, soprattutto sul versante italiano, non solo perché d’inverno non nevica più e non fa abbastanza freddo ma anche perché piove sempre meno d’estate e se gli invasi sono vuoti non è nemmeno possibile ottenere la neve artificiale. Tra un anno sono previste le Olimpiadi invernali proprio in Italia, vedremo come andrà.

A questo punto è opportuno ricordare che lo sport genera esso stesso un impatto ambientale non trascurabile. Lo sci alpino per esistere richiede il disboscamento di versanti montani, la costruzione di infrastrutture in cemento e acciaio (le funivie) in mezzo ai boschi e, per ottenere l’innevamento artificiale, un’enorme quantità di acqua e di energia.

I grandi eventi come le Olimpiadi, la Coppa del Mondo di calcio e le gare di Formula 1 hanno un’impronta di carbonio significativa a causa di viaggi, logistica e consumo di risorse.

La tifoseria sta diventando sempre più consapevole dell’impatto ambientale e sociale degli sport che supportano e moltə si aspettano che le squadre e le organizzazioni sportive si assumano la responsabilità del loro impatto ambientale. Ciò ha portato a una maggiore richiesta di pratiche sostenibili, tra cui la riduzione dell’uso della plastica agli eventi, l’offerta di programmi di riciclo e la garanzia che le organizzazioni sportive operino in modo consapevole per il clima. Le organizzazioni stanno lavorando per ridurre l’impatto ambientale promuovendo trasporti sostenibili, riducendo gli sprechi e investendo in programmi di compensazione delle emissioni di carbonio.

Per controllare, ridurre e stimare le proprie emissioni di carbonio durante la preparazione dei Giochi, Parigi 2024 ha istituito un team dedicato al clima all’interno del Comitato Olimpico. Applicando una strategia di contenimento delle emissioni, le Olimpiadi di Parigi 2024 sono riuscite a ridurre la carbon footprint del 54% rispetto ai Giochi di Londra e Rio.

Infine, le atlete e gli atleti che riescono ad appassionare le persone in ogni angolo del pianeta grazie alle loro abilità possono fungere da cassa di risonanza per incrementare la consapevolezza sul cambiamento climatico, usare la loro influenza per promuovere la sostenibilità e incoraggiare il fandom ad agire per il clima.

Dunque, anche attività leggere o ricreative come lo sport devono porsi obiettivi di riduzione degli impatti ambientali dal momento che la crisi climatica mette a repentaglio la sopravvivenza di questo comparto che ogni anno muove tante risorse ma soprattutto dà lavoro e appassiona tantissime persone in tutto il mondo.

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