SE PULIZIA E ABITI PULITI NON SONO PER TUTT3
Poca fiducia verso il futuro e scarsa informazione sul tema della povertà di igiene e sulle sue conseguenze.
È quello che emerge da una ricerca, condotta da IPSOS e presentata, lo scorso maggio a Milano durante la conferenza Oltre la superficie: Analisi e proposte per combattere la Povertà di igiene, da Dixan, storica marca della multinazionale tedesca Henkel, e CESVI. Una fotografia preoccupata e preoccupante, che riflette ombre sia sul presente che sul domani.
Dalla ricerca emerge infatti che 2 italian3 su 3 (64%) sovrastimano fortemente il numero di famiglie in povertà nel Paese. Se oggi quelle che arrivano con difficoltà alla fine del mese sono circa 10% del totale, il percepito è peggiore e tocca punte che vanno dall’11 a ben oltre il 30%. E questa visione è ulteriormente peggiorativa considerato che oltre 7 rispondent3 su 10 riportano una visione pessimistica del futuro.
Si nota che la “negatività maggiore” arriva, anche se era facilmente intuibile, dalla quota femminile. Alla domanda sulla soddisfazione relativa alla condizione economica del Paese a rispondere no è il 76% degli e delle intervistat3, soprattutto donne, over 45 e non occupat3. Stessa visione anche quando si guarda al futuro, il 64% degli e delle italian3, di nuovo soprattutto donne tra i 35 e i 44 anni e non occupat3, rispondono che le cose non hanno margine di miglioramento.
La ricerca prova poi a far luce su un altro tema urgente, diffuso, ma che rischia di essere ancora un tabù: la povertà di igiene, l’impossibilità cioè di potersi permettere le spese relative all’igiene personale e dei propri indumenti.
Secondo quanto rilevato, la percentuale di famiglie in condizione di povertà di igiene in Italia si attesta tra l’1 e il 10% della popolazione. Una condizione comune di cui si sa poco, a partire dalle conseguenze. Sono 8 su 10 coloro che affermano di aver sentito parlare di povertà di igiene, ma solo il 15%, specialmente i e le più giovan3 e sensibil3 alle tematiche sociali, dichiara di conoscere molto bene il tema. Il fenomeno preoccupa anche perché, secondo gli e le intervistat3, è in aumento, ed è destinato a crescere nei prossimi anni.
Quando interrogat3 su chi sia maggiormente colpit3 dalla condizione di povertà di igiene, il 43% dei e delle rispondent3 identifica gli e le anzian3 come primissim3 soggett3 a rischio. Seguono gli e le stranier3 provenient3 da Paesi in difficoltà (36%) i lavoratori e le lavoratrici precar3 (21%) e le famiglie molto numerose (19%).
E le conseguenze? Solo 1 italianə su 2 (51%) identifica correttamente il rischio di isolamento ed emarginazione sociale, mentre 1 italianə su 3 (32%) prende in considerazione i problemi di salute che posso derivare dalla mancanza di igiene personale.
Un dato riflesso anche nelle considerazioni relative alle condizioni dei bambini e delle bambine, alle quali però si aggiungono conseguenze dettate da fattori endogeni, generati dall’interazione tra pari, come bullismo (32%) e conseguente mancanza di autostima (44%).
Ma chi dovrebbe supportare queste persone? Si ritengono maggiormente responsabili le istituzioni nazionali (58%) ed europee (35%), seguite dalle organizzazioni non profit (24%) e, infine, dalle grandi aziende che operano sul territorio (12%). È riposta molta fiducia nelle sinergie tra questi ultimi attori: il 73% degli e delle intervistat3 valuta molto positivamente le partnership tra ONG e grandi aziende, ritenendo particolarmente credibile il coinvolgimento di aziende che commercializzano prodotti per la cura della casa o della persona. Il 53% ritiene infine che le aziende che si impegnano nel contrastare la povertà d’igiene dovrebbero comunicare attivamente queste iniziative, esortando altri attori a seguire il loro esempio.
Un impegno che Francesca D’Angelo-Valente, Direttrice Marketing Henkel Consumer Brands, fa suo:
«Confrontandoci con CESVI, abbiamo compreso l’urgenza di tenere alta l’attenzione sul tema della povertà e della povertà di igiene, guardando soprattutto alle conseguenze che non vengono solitamente prese in considerazione, come l’esclusione e il disagio sociale. Come Dixan, siamo nelle case di 6 milioni di famiglie in Italia, questo significa che abbiamo a disposizione un grande megafono per far arrivare a quante più persone possibili questo messaggio e una grande responsabilità: fare la nostra parte per cambiare le cose».
Dixan è impegnato a rendere i vestiti puliti un diritto per tutt3, offrendo, a chiunque soffra questa condizione, la possibilità di un presente dignitoso e di un futuro più equo.
La collaborazione di Dixan con CESVI nasce nel 2023, quando viene presentato a Giffoni Film Festival il corto Imma, i sogni non si macchiano che, attraverso una narrazione coinvolgente ed emozionale, mette in luce le difficoltà che la protagonista affronta nel rapporto con i e le coetane3: divario sociale, disagio e autoesclusione. Il sostegno per lei arriva da una delle Case del Sorriso di CESVI, luoghi sicuri dove bambini/e e adolescent3 che vivono in condizioni di miseria, degrado e abbandono ricevono accoglienza, cibo, istruzione e formazione. Insieme al docufilm, Dixan si è impegnato a garantire cura, igiene personale e supporto educativo a mille bambini/e delle Case del Sorriso di CESVI.