
PING PONG, uno sport inclusivo e senza barriere generazionali
Il ping-pong è uno sport inclusivo che unisce generazioni diverse, accessibile a tuttə, incluse le persone anziane e disabili. Con pochi investimenti, è praticabile ovunque. A Milano, tavoli pubblici rendono lo sport sempre più popolare, favorendo l’incontro e la condivisione familiare.
Un colpo secco, la pallina rimbalza veloce da una parte all’altra del tavolo. Non servono campi attrezzati né un grande dispendio economico: basta una superficie piana, due racchette e un po’ di spazio. Il ping-pong è uno di quegli sport che quasi tuttə abbiamo provato almeno una volta, magari in vacanza o nei centri ricreativi, senza preoccuparci troppo delle regole. Ma oltre a essere uno sport che può avere una declinazione informale, è anche un potente strumento di inclusione.
La storia di Trevor Hirth, campione paralimpico australiano, è un esempio concreto di come questo sport possa abbattere le barriere. Hirth, 41 anni, ha iniziato a giocare da bambino su un tavolo costruito dal nonno. «Il tavolo era quasi sempre montato nel garage o nel gazebo, luoghi in cui le famiglie si ritrovano per divertirsi» racconta. Quando ha iniziato a sfidarsi con i suoi compagni di scuola, ha scoperto di avere molto talento e si è iscritto a un club. Ben presto anche suo padre e suo fratello minore lo hanno seguito, trasformando il ping-pong in un’attività di famiglia. «Era bello giocare con loro. In un club ci sono livelli di abilità così diversi che non ti senti mai fuori posto» spiega Hirth.
A livello internazionale, il ping-pong dimostra costantemente la sua capacità di unire le generazioni. La Federazione Internazionale di Tennis da Tavolo organizza competizioni per tutte le fasce d’età, da chi è più giovane a chi è over 85, e promuove il para-tennis da tavolo, che include persone con disabilità fisiche e intellettive. Hirth sottolinea l’importanza di questo aspetto: «Ci sono competizioni accessibili anche a chi ha il Parkinson o l’Alzheimer ed è bellissimo vedere una tale varietà di atleti».
In molti tornei, è possibile trovare giocatrici e giocatori giovanissimə che sfidano avversarə con decenni di esperienza sulle spalle, in un confronto che va oltre il puro aspetto agonistico. Questo scambio tra generazioni è una delle caratteristiche più affascinanti del tennis da tavolo, che non richiede una preparazione fisica estrema e permette di giocare ad alto livello anche in età avanzata. Anche a Milano il ping-pong sta diventando uno sport urbano sempre più diffuso. Il Comune ha installato 86 tavoli in diverse piazze e parchi della città, permettendo a chiunque di giocare liberamente. È sempre più comune vedere partite tra nonnə e nipotə, genitori e figliə, amicə o sconosciutə che si sfidano per il puro piacere di giocare. La possibilità di trovare tavoli accessibili gratuitamente in luoghi pubblici sta contribuendo a una diffusione organica dello sport, facendo emergere una comunità di appassionatə che si incontra senza bisogno di formalità.
Hirth collega questa tendenza a un progetto della Federazione Internazionale di Tennis da Tavolo: “Street Table Tennis”, un’app che permette di trovare tavoli pubblici in varie città e sfidare altrə appassionatə. «Questa iniziativa sta avvicinando molte persone allo sport» racconta Hirth. «Il ping-pong è perfetto per essere giocato per strada, nei parchi, nelle piazze. Non serve molto spazio, né particolari strutture: basta un tavolo e una racchetta».
Secondo Hirth, il coinvolgimento familiare è essenziale per far crescere la passione per questo sport. «L’ambiente giusto può incoraggiare le persone a continuare» afferma. «Non è solo una questione di competizione, ma di condivisione. Quando il ping-pong diventa parte della routine familiare, il legame con lo sport si rafforza e si trasmette alle generazioni successive».