
NON È ALCHIMIA, È UPCYCLING! LA STORIA DI NESTART
In Nestart recuperiamo superfici di scarto in acciaio e creiamo oggetti d’arte e design sostenibili.
C’è questa frase di Patrick Kavanagh, che ogni tanto osserviamo, come si fa con la bussola, quando ti sembra di vacillare e di aver perso di vista, per un istante, la tua stella polare: “Guarda laggiù, c’è un nuovo splendore creato da qualcuno, con ciò che è rimasto”.
Ci aiuta a ricordare che basare la propria attività su un’idea di economia circolare è faticoso, è complesso, necessita di tempi lunghi e di infinita perseveranza, ma che, ad oggi, per noi, rappresenta l’unico modello di business a cui possiamo tendere e in cui ci vogliamo identificare.
Perché esattamente come ricorda Kavanagh, c’è sempre un’altra possibilità, e con “quel che è rimasto” si può ancora creare splendore.
Il concetto che sta alla base di qualsiasi progetto di sostenibilità è semplice: si inizia ad essere sostenibili partendo da quello che si ha, da ciò che si produce, dall’ambiente in cui si abita, dal settore nel quale si lavora. Si cerca, in sintesi, di agire sulla propria bolla di pertinenza, attraverso una pratica di rilettura critica e creativa delle proprie abitudini e del proprio contesto. Dunque abbiamo iniziato a guardarci intorno, partendo da ciò che avevamo a disposizione.
Nestart nasce, così, come start up innovativa e come spin-off della Bordoni Bonfiglio Srl, azienda leader nella carpenteria metallica. L’attività di Bordoni inizia più di 50 anni fa, a Rolo, un piccolo paese di 4000 abitanti, ultimo baluardo dell’Emilia-Romagna, situato nell’estremo nord-est della bassa reggiana.
All’interno di Bordoni vengono sagomate e tagliate, a laser, componenti meccaniche e di carpenteria metallica, utilizzate in vari settori (edilizia, impianti di sollevamento, meccanica per automezzi per uso agricolo). Alla fine di questo processo, la lamina di ferro si presenta forata, un susseguirsi di pieni e vuoti, dove il vuoto è in netta prevalenza. Questo viene considerato un foglio di risulta, destinato alla fusione.
Qui entra in gioco Nestart, con un obiettivo molto preciso: riscattare quella materia considerata di scarto, riqualificarla e offrirle una nuova vita sotto forma di mobili di arredo (tavoli, sedute, librerie, lampade), pareti divisorie, pannelli decorativi, pavimenti, banconi, cancelli, e tutto ciò che concerne l’arredo urbano.

All’interno di Nestart scegliamo di operare tramite l’upcycling, ovvero un processo di conversione migliorativa, che necessita di uno sguardo in grado di considerare l’oggetto in potenza, non per quello che è ma per quello che può diventare: da scarto, per l’appunto, a opera di pregio.
L’upcycling è una scelta etica, che innesca cambiamenti produttivi e sociali, e che si contrappone drasticamente al fenomeno imperante della fast forniture.
A muoverci è una convinzione profonda: alla creatività, oggi, è chiesto di essere trasformativa, e quindi di agire in maniera consapevole e responsabile rispetto alle risorse del pianeta e in favore della transizione ecologica. Estetica ed etica devono necessariamente muoversi all’unisono.
Siamo quindi orgogliose e orgogliosi di poter affermare che ogni oggetto creato da Nestart è per sua natura durevole, unico e non replicabile allo stesso modo – e a garantirlo è proprio la diversità dei nesting produttivi di Bordoni, che cambiano a rotazione – ma soprattutto che per ogni tonnellata di prodotto Nestart c’è un risparmio di 2,16 tonnellate di CO2.
Abbiamo portato i prodotti di Nestart da Dubai (Downtown Design) a New York (ICFF), abbiamo ottenuto una menzione come Innovatori Responsabili dalla Regione Emilia-Romagna, ma siamo soprattutto onorate e onorati di poter portare la realtà di Nestart all’interno del dibattito universitario.
Le storie di chi ci circonda sono potenziali motori di cambiamento, se riescono a innescare un processo di immedesimazione o una risonanza e soprattutto “nessuno è così piccolo da non poter fare la differenza”.
Questo significa avere un potere, ma ancora di più, avere una grande responsabilità ogni volta che facciamo una scelta su come produciamo e su come consumiamo.