Mediobanca e lo sport come riscatto: dalle periferie alle carceri minorili

A cura di Isabella De Silvestro
19 Mar 2025

Sport, inclusione e opportunità: i progetti di Mediobanca portano attività sportive nei contesti più fragili. Un modo per creare comunità, abbattere barriere e offrire una nuova prospettiva.

Utilizzare lo sport per creare comunità, abbattere barriere e dare nuove opportunità a chi si trova ai margini. È questa la missione dei progetti di inclusione sociale promossi da Mediobanca, che da anni investe nello sport come strumento di coesione e crescita. A raccontarlo è Giovanna Giusti del Giardino, Group Chief Sustainability Officer Mediobanca. «L’inclusione è un valore centrale per Mediobanca, sia all’interno del nostro gruppo sia nei progetti che scegliamo di sostenere. Il nostro impegno in ambito sociale nasce da una riflessione profonda su come poter fare la differenza, andando ad agire dove c’è più bisogno».

Nasce così una collaborazione con il Cus-Milano Rugby, un club sportivo ben radicato sul territorio. Mediobanca ha quindi individuato in Diego Dominguez, ex campione di rugby, il coordinatore più adatto per l’iniziativa. Dominguez affianca da anni Mediobanca per portare lo sport nei contesti più fragili, dalle periferie alle carceri minorili.

Il campus estivo per i ragazzi del Beccaria e di Nisida

Uno dei progetti più significativi è il campus sportivo per minori detenuti. «Siamo partiti nel 2017 con l’idea di includere chi è escluso per definizione, perché crediamo che lo sport possa offrire una possibilità concreta di riscatto e crescita» racconta Giusti del Giardino, che sottolinea anche l’impegno concreto e la partecipazione dei volontarƏ del Gruppo Mediobanca, che negli anni hanno preso parte all’iniziativa. Il primo esperimento è stato avviato all’Istituto penale minorile Beccaria di Milano, un ambiente in cui il tempo può diventare il peggior nemico. Durante l’estate, quando le attività scolastiche si interrompono, i ragazzi e le ragazze si trovano senza nulla da fare. È da qui che nasce
l’idea di portare lo sport dietro le sbarre, trasformando il carcere in un luogo di aggregazione e formazione.

Grazie al coinvolgimento di Dominguez, delle volontarie e dei volontari di Mediobanca, il progetto si è consolidato nel tempo. Un successo che ha portato il campus anche fuori da Milano: lo scorso anno, infatti, l’iniziativa è arrivata all’Istituto penale minorile di Nisida, in Campania. «Inizialmente c’era diffidenza, ma alla fine è stata un’esperienza incredibile» racconta Dominguez. «A Milano i ragazzi sono quasi tutti stranieri, mentre a Napoli sono perlopiù locali. Sono realtà diverse, ma il bisogno di trovare un senso e una prospettiva è lo stesso».

Insieme: lo sport nelle periferie milanesi

Parallelamente, Mediobanca sostiene il progetto
Insieme, attivo nei quartieri più difficili di Milano come Via Padova, Baggio e Quarto Oggiaro. Qui lo sport diventa un collante sociale, uno strumento di integrazione che coinvolge non solo gli e le adolescenti ma anche le loro famiglie: «Quando abbiamo iniziato, la zona dove ora sorge il campo da rugby realizzato da Mediobanca in Via Padova era un terreno abbandonato. Oggi è diventato un punto di riferimento per il quartiere» racconta Dominguez.

Mediobanca ha contribuito in modo concreto alla riqualificazione dell’area dismessa, realizzando il campo da rugby e coinvolgendo numerosǝ volontarǝ tra le persone del Gruppo Mediobanca per supportare i lavori e le attività del progetto L’obiettivo dell’iniziativa è semplice ma potente: offrire spazi sicuri e gratuiti per lo sport, favorendo l’inclusione tra giovani di diversa provenienza. «Per una famiglia straniera vedere il proprio figlio giocare a rugby o a calcio con i coetanei italiani significa molto» spiega l’ex rugbista. «Lo sport è il metodo più veloce ed efficace per educare la popolazione giovanile: bastano sei mesi di allenamento per cambiare la mentalità e dargli un nuovo orizzonte».

Oltre alle persone giovani, Insieme coinvolge anche chi vive nel quartiere, creando una rete solidale tra genitori, pensionatǝ e volontarǝ. «Molti papà, magari muratori o elettricisti, danno una mano per sistemare il club. La domenica vengono ad aiutarci. Si crea una comunità, un senso di appartenenza che nelle grandi città spesso manca» continua Dominguez.

Lo sport come chiave di cambiamento

Progetti come questi dimostrano che lo sport può essere molto più di un semplice passatempo: è uno strumento di crescita, di educazione e di riscatto sociale. «Ci dicevano che non ci saremmo riusciti, che lo spazio dismesso di Via Padova sarebbe rimasto un’area degradata» ricorda Dominguez. «Oggi invece abbiamo un centro sportivo bellissimo, che ha cambiato il volto del quartiere».

Per Mediobanca, l’inclusione attraverso lo sport non è solo un’iniziativa di responsabilità sociale, ma un impegno concreto e duraturo. «Non vogliamo limitarci a finanziare progetti, vogliamo esserne parte» sottolinea Giusti del Giardino. E i risultati dimostrano che è la strada giusta.

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