Mattia Peradotto: lo sport come moltiplicatore di inclusione

A cura di Elisa Belotti
19 Mar 2025

Lo sport amplifica l’impatto delle iniziative per la coesione sociale, diventando un moltiplicatore di visibilità, un veicolo di modeling e un terreno fertile per promuovere relazioni positive intracomunitarie. Ce lo spiega Mattia Peradotto, Direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.

Lo sport, come altri settori del vivere collettivo e comunitario, riflette la nostra realtà sociale. Non è più esposto o immune da episodi di discriminazione, ma ha una peculiarità che lo rende un campo molto interessante per la costruzione di cultura condivisa: è un settore aspirazionale, con un forte impatto emulativo ed emotivo. Per questo Mattia Peradotto, coordinatore di Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), lo ritiene importante per le iniziative finalizzate ad aumentare la coesione sociale e quindi migliorare il benessere di tutte e tutti, soprattutto di chi ha un background migratorio.
In che modo l’Unar considera lo sport un mezzo per aumentare la coesione sociale e ridurre le discriminazioni razziali? Quali sono i progetti di punta che state realizzando per favorire l’accesso e la partecipazione di minori con background migratorio nello sport?

Lo sport è uno specchio della nostra società, ne riflette sia le virtù che le criticità. Non è esente da episodi di discriminazione, ma possiede una caratteristica distintiva: la capacità di ispirare e coinvolgere emotivamente. Questa peculiarità lo rende un terreno fertile per la promozione di una cultura condivisa e per l’educazione sociale. Attraverso lo sport, possiamo veicolare modelli positivi e favorire relazioni intracomunitarie armoniose, amplificando l’impatto delle iniziative volte a contrastare le discriminazioni.

Nel 2020, l’Unar ha istituito l’Osservatorio Nazionale contro le Discriminazioni nello Sport, primo nel suo genere in Europa. Questo progetto sperimentale mira a diventare una struttura permanente, con l’obiettivo di fornire report annuali dettagliati. Nel 2022, abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con la Lega Serie A, utilizzando date simboliche come il 27 gennaio (Giornata della Memoria) e il 21 marzo (Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale) per lanciare campagne di sensibilizzazione. Tra queste, spicca “Keep Racism Out”, una campagna che coinvolge l’intero campionato, estendendosi anche alla Coppa Italia e alla Junior Cup, con un focus particolare sui settori giovanili.

Lo sport è un grande veicolo di equità ma può essere elitario. Quali sono, secondo lei, le principali barriere che impediscono a molte persone appartenenti a comunità marginalizzate di accedere allo sport, sia a livello amatoriale che agonistico? Come lavora
l’Unar per superarle?

Riconosciamo che l’accesso allo sport può essere ostacolato da barriere economiche, soprattutto per le persone in situazioni di marginalità. Inoltre, lo sport è talvolta percepito come un elemento secondario nell’educazione dell’individuo. L’inclusione dello sport nella Costituzione italiana rappresenta un passo significativo per affermarne il ruolo centrale nello sviluppo personale e per abbattere le barriere all’accesso. Sebbene esistano dinamiche di esclusione, è fondamentale sottolineare il potenziale inclusivo dello sport, sia a livello agonistico che amatoriale.

L’Unar attua varie collaborazioni per promuovere pratiche anti-discriminatorie anche nello sport. Può farci qualche esempio di progetti o partnership di cui siete particolarmente orgogliosi?

Siamo particolarmente orgogliosi della collaborazione con la Lega Serie A, che rappresenta il vertice dello sport più seguito a livello nazionale, e dell’importante dialogo avviato con la Lega Serie B. Un’iniziativa di rilievo è stata l’organizzazione, insieme a Libera Rugby e alla Federazione Italiana Rugby, della Bingham Cup, il più grande torneo di rugby tra squadre LGBTQIA+ al mondo, ospitato in Italia. Abbiamo inoltre sostenuto progetti di sport per tutte e tutti promossi dalle città metropolitane italiane, rivolti in particolare a persone a rischio di marginalizzazione.

Infine, le collaborazioni tra club come Cagliari, Milan, Inter e realtà sportive non agonistiche creano un ponte tra lo sport professionistico e quello amatoriale, promuovendo l’inclusione a tutti i livelli.

In sintesi, lo sport rappresenta per l’UNAR un potente strumento per rafforzare la coesione sociale e combattere le discriminazioni, offrendo opportunità di partecipazione e crescita per tutte e tutti, indipendentemente dal background culturale o sociale.

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