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L’INCLUSIONE GUIDA SVILUPPO E TECNOLOGIA

L’intervista ad Angela Paparone, Direttrice delle Risorse umane di Microsoft Italia
A cura di Michela Offredi
18 Ott 2024

SO CHE IN MICROSOFT NON VI PIACE TROPPO PARLARE DI ATTIVISMO. PERCHÉ?

Non ci piace tanto parlare di attivismo perché, in realtà, il valore della D&I è insito in quella che è la nostra cultura, nel nostro modo di essere, nel nostro modo di lavorare, di raccontarci e raccordarci sia con l’interno che con l’esterno. Abbiamo un «mindset» che ci consente di essere apert3 al cambiamento e alle continue trasformazioni dell’ambiente esterno, di abbracciarlo attraverso la cultura dei «feedback», la condivisione delle esperienze, l’inclusione dell’altrə. Questo permette di creare ambienti altamente inclusivi. Tale cultura inevitabilmente si riflette sui processi aziendali e sul modo di lavorare. Per farle un esempio, cito quello della valutazione individuale dei risultati. Le persone, all’interno della nostra organizzazione, non vengono solamente valorizzate e premiate per cosa fanno ma anche e soprattutto per come lo fanno, per come interagiscono con gli e le altr3, per come collaborano per raggiungere un risultato condiviso o per come investono sui risultati altrui, per amplificarli e valorizzarli ulteriormente. Ognunə di noi, nei comportamenti quotidiani, ricalca la cultura inclusiva dell’azienda. Anche i e le manager sono sensibilizzat3 alla creazione di ambienti inclusivi, dove tutt3 si sentono coinvolt3 e stimolat3 nel dare il maggior contributo. Valorizziamo la capacità delle persone di riconoscere i propri pregiudizi, di andare incontro all’altrə nella maniera più empatica e umile possibile, di accogliere il punto di vista altrui.

ANCHE I VOSTRI PRODOTTI, IMMAGINO, RISENTONO DI QUESTO APPROCCIO…

La nostra missione è quella di utilizzare la tecnologia per migliorare la vita delle persone e delle aziende sul pianeta. È un fine sociale, ma anche e soprattutto inclusivo. Lo vediamo chiaramente nello sviluppo dei prodotti, sempre orientati alla più ampia accessibilità. Penso, per esempio, all’Adaptive controller di Xbox, realizzato tenendo conto che alcune persone, per esempio, possono avere delle disabilità fisiche che non consentono loro di toccare la tastiera. Anche tutte le soluzioni di Microsoft 365 ricercano un’ampia accessibilità. La stessa Artificial Intelligence è ispirata a principi di inclusività, di responsabilità, di etica. E può aiutare in modo concreto le persone con disabilità, anche temporanea.

UN AMBIENTE INCLUSIVO PORTA LE AZIENDE A CRESCERE DI PIÙ. DIVIENE QUINDI ANCHE UN’OPPORTUNITÀ DI BUSINESS?

Lo è. Cerchiamo di attirare persone con diverse caratteristiche di età, di pensiero, di provenienza, di esperienza. Tanto più riusciamo a creare un ambiente diverso ma inclusivo, tanto più siamo in grado di rappresentare il mondo esterno. Quando le persone si sentono coinvolte e supportate, danno il meglio di sé. E in questa magia nascono le soluzioni alternative, innovative per poter rispondere a quelli che sono i cambiamenti in corso. Solo in questo modo le organizzazioni continuano a essere rilevanti. Il modello organizzativo che abbiamo oggi non sarà quello di domani e non sarà quello di dopodomani. Lo stesso vale per la tecnologia. Ma se io nutro la mia identità e il mio modo di abbracciare le sfide, continuo a essere rilevante sul mercato, continuo a portare risultati e a creare delle organizzazioni performanti.

HA INTRODOTTO PRIMA L’ARGOMENTO. COME L’INCLUSIONE SFIDA L’AI E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, E COME L’AI E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA SFIDANO O PREOCCUPANO L’INCLUSIONE?

L’Artificial Intelligence non mette a rischio quella che è l’inclusione se, come avviene in Microsoft, accogliamo lo sviluppo di questa tecnologia e il suo governo con un senso di grande responsabilità e soprattutto lavoriamo con un approccio etico basato sui principi di responsabilità, inclusività, affidabilità, di sicurezza e privacy, di equità e trasparenza. Se riconosciamo che lo sviluppo della tecnologia ha un grande impatto sulla vita delle persone, dobbiamo essere coerentemente etic3 e responsabil3 nello sviluppo delle sue componenti ma anche nel governo delle stesse. Se seguiamo questi principi, allora possiamo cogliere il massimo da questa trasformazione senza incidere in maniera non positiva su elementi importanti. L’Artificial Intelligence può migliorare l’accessibilità, ad esempio, in ambiti in cui ci sono persone con diverse abilità che non riescono ad avere pieno accesso al mondo in cui vivono ma che, grazie all’uso inclusivo della tecnologia, possono vivere un’esperienza completa e gratificante. Ad esempio, i prodotti di Microsoft 365 sono realizzati per aiutare i bambini e le bambine dislessic3 a non ricordarsi di avere questo problema, ma a superarlo. E questo, penso, sia qualcosa di grandissimo.

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