L’impegno di Gruppo Hera per la giustizia climatica: ascolto, prevenzione, 

A cura di Redazione
12 Giu 2025

Hera affianca investimenti per resilienza delle reti e decarbonizzazione ad azioni che rispondono ai diversi bisogni della popolazione.

Lo scorso 15 marzo il depuratore di Faenza del Gruppo Hera è stato investito da un’ondata di acqua e fango a causa del maltempo e delle forti precipitazioni. Il ricordo è andato subito alla drammatica alluvione di maggio 2023, quando la città e l’intera regione Emilia-Romagna erano finite sott’acqua e l’impianto, dopo aver subito gravi danni, era rimasto fermo alcuni mesi. Con il nuovo evento meteorologico a marzo di quest’anno invece il depuratore è stato liberato e rimesso in funzione in meno di 48 ore. Un ripristino in tempo record grazie al lavoro delle persone di Hera ma soprattutto grazie alle diverse opere di messa in sicurezza effettuate negli ultimi due anni, per un milione e 300 mila euro.

Questo è solo un esempio di quanto sia importante investire nelle infrastrutture per renderle sicure e resilienti, in grado di reggere agli urti sempre più frequenti della crisi climatica. Perché questo stiamo vivendo: una crisi, e non più un cambiamento, da affrontare con urgenza, ogni persona facendo la propria parte.

Da sempre la resilienza di reti e impianti è uno degli assi strategici del Gruppo Hera: il Piano industriale al 2028 destina infatti la quasi metà degli investimenti (2,4 miliardi di euro, pari al 47% del totale) a questo scopo. Significa, nel settore idrico, opere per garantire stabilità e sicurezza degli approvvigionamenti, soluzioni tecnologiche per ridurre le perdite e garantire una distribuzione più efficiente, adeguamento dei sistemi fognari e promozione del riuso e rigenerazione della risorsa. Significa anche potenziare la rete elettrica assicurando affidabilità e flessibilità degli asset, con il supporto delle tecnologie digitali e nuovi strumenti predittivi.

Hera è consapevole di giocare un ruolo fondamentale per l’ambiente nei territori in cui opera, come dimostra il Piano di transizione climatica, che persegue il target Net Zero al 2050. Prima multiutility italiana a porsi questo obiettivo, Hera punta riduzione delle emissioni di gas serra, dirette e indirette, intorno al 90% al 2025 (rispetto al 2019) e alla rimozione di tutte le emissioni residue al termine del percorso di decarbonizzazione. Tra le leve interne di decarbonizzazione, il Gruppo ha previsto: l’installazione di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) su diversi impianti di termovalorizzazione dei rifiuti; il mantenimento della totale copertura dei consumi interni di energia elettrica con energia rinnovabile certificata; la progressiva elettrificazione della base clienti, con la conseguente fornitura di energia da fonti rinnovabili e proposizione di soluzioni per il risparmio energetico e per la produzione di energia fotovoltaica. Ma tutto questo non basta se non si ragiona in termini di equità sociale, come indicato nell’articolo 3 del purpose aziendale. È qui che Hera gioca il proprio ruolo nel contribuire a garantire una giustizia climatica nei territori in cui opera.

Qualche esempio? Durante i periodi di crisi è ben evidente: le iniziative per mitigare gli effetti degli eventi estremi si affiancano ad azioni che rispondono nell’immediato alle necessità delle comunità e dei diversi bisogni della popolazione. È avvenuto, ad esempio, in occasione dell’alluvione del maggio ’23, quando Hera ha messo in campo, per le famiglie in difficoltà, una serie di misure straordinarie quali la sospensione dell’emissione delle bollette, rateizzazioni e agevolazioni tariffarie per le utenze acqua, energia elettrica, gas naturale e servizio rifiuti.

Ma non serve una crisi per promuovere l’equità. L’attenzione alle fasce sociali più deboli da parte di Hera si concretizza anche in tanti altri modi: nel 2024 sono stati rinnovati, ad esempio, i protocolli

d’intesa con i comuni per prevenire la sospensione dei servizi, in caso di morosità, a favore della clientela assistita dai servizi sociali o enti analoghi.

Uno sviluppo sostenibile, dunque, quello promosso da Hera, sia dal punto di vista ambientale che economico. Un impegno che vede anche l’attivazione di partnership con associazioni del territorio per progetti di solidarietà. Come CiboAmico, che ha consentito di recuperare, dal 2009, 155mila pasti non consumati nelle mense aziendali del Gruppo per donarli a enti no profit. FarmacoAmico, invece, è il progetto che Hera promuove con la collaborazione di 199 farmacie per raccogliere medicinali con almeno ancora 6 mesi di validità e donarli ad associazioni del territorio. Sempre in un’ottica di promozione del riuso, da 10 anni Hera porta avanti l’iniziativa Cambia il finale per dare nuova vita ad alcune tipologie di beni ancora in buono stato (ingombranti e non solo) ridistribuendoli sul territorio e che ha consentito finora di recuperare 775 tonnellate di ingombranti avviate a riuso.

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