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HERA: IMPEGNO E ALLEANZE PER LA SOSTENIBILITÀ

CON IL BRAND ACTIVISM AZIONI CONCRETE PER LA CRESCITA DELLE COMUNITÀ E LA TUTELA DELL’AMBIENTE
18 Ott 2024

Sostenibilità, inclusione, solidarietà: si chiama brand activism e significa associare il brand a una cornice di valori nella quale le persone possano riconoscersi. Una cornice coerente e necessariamente sostenuta da azioni concrete e da alleanze. È indispensabile per trasformare l’azienda in un luogo di crescita e benessere all’interno della società. In assenza di ruoli predefiniti e rigide categorie (lavoratrici e lavoratori/clienti, vita professionale/vita privata, luoghi di consumo e di apprendimento), a fronte di confini sempre più sfumati, niente più dei valori può creare quel collante capace di creare legami e, insieme, quella bussola che orienta le azioni e le riempie di senso.

«Il Gruppo Hera organizza e svolge attività d’impresa anche con la finalità di favorire l’equità sociale e di contribuire al raggiungimento della neutralità di carbonio, alla rigenerazione delle risorse e alla resilienza del sistema dei servizi gestiti…».
È questo che recita l’articolo 3 dello statuto societario di Hera, introdotto nell’aprile 2011: una dichiarazione di attivismo, una forte presa di posizione verso la tutela del bene comune e un impegno a perseguire iniziative dal valore sociale oltre che economico.
Chiediamoci però come un’azienda in cui lavorano oltre 10.000 persone, una delle maggiori multiutility italiane che opera nei servizi ambientali, idrici ed energetici, possa fondare la propria ragione d’esistere sulla tutela dell’ambiente e sulla creazione di equità sociale.
Detto in altri termini: perché promuovere il risparmio energetico quando l’azienda stessa guadagna dalla vendita di prodotti energy? Perché cercare soluzioni per la neutralità carbonica se il core business di Hera resta la distribuzione del gas? O ancora: perché impegnarsi per la prosperità delle comunità e la riduzione delle diseguaglianze sociali ed economiche, con rateizzazioni, sostegno alle fasce deboli, tutela dei territori fragili? E, soprattutto, perché chiamare i cittadini, le cittadine e le persone di Hera ad agire, insieme, per gli stessi obiettivi?

Queste domande sembrerebbero nascondere un controsenso, ma non è affatto così. Al contrario, la risposta è piuttosto semplice: Hera è un’azienda del territorio e il proprio successo è strettamente legato al benessere delle comunità in cui opera.
Tutto questo rientra nei processi ben noti di responsabilità sociale d’impresa e creazione di valore condiviso. Ma da qualche anno Hera si è spinta ancora oltre, con l’obiettivo di far crescere l’alleanza con il territorio e le persone verso obiettivi comuni. “Insieme” è diventato un marchio aziendale che sottolinea come l’impegno di tutti e di tutte possa fare la differenza. Lungi dall’essere solo un elemento di comunicazione, rappresenta una call to action che si traduce in azioni concrete.

INSIEME PER LA SOSTENIBILITÀ

Mettere al centro le persone significa per Hera costruire in modo attivo una reciprocità, stabilire relazioni, indirizzare e allinearsi con i valori, la visione, gli obiettivi, la cultura e la comunicazione con stakeholder e persone che in Hera lavorano.
“Con le tue scelte e le nostre soluzioni, è incredibile quello che possiamo fare insieme”.
Questo è il claim del nuovo spot televisivo nazionale di Hera, che racconta la stretta connessione tra l’impegno dei singoli (dalla scelta del fotovoltaico alla mobilità sostenibile, dal risparmio idrico alla raccolta differenziata) e la transizione green promossa dall’azienda. Una campagna di comunicazione che sconfina in una chiamata all’azione e mette al centro la sostenibilità, fatta di scelte quotidiane e consapevoli e soluzioni messe a disposizione dal Gruppo.

Ma è all’interno dell’azienda che le iniziative di brand activism sono ancora più chiare ed esplicite quando rivolte verso le stesse persone di Hera, coinvolte nella condivisione degli obiettivi aziendali e chiamate a portare avanti e a farsi portavoce dei valori del Gruppo.
È il caso della challenge per la mobilità sostenibile lanciata dall’azienda che, attraverso un gioco per singoli o squadre, coinvolge colleghe e colleghi nella scelta di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale e nella documentazione dell’iniziativa sui canali social di Gruppo, interni ed esterni.
Altri esempi hanno riguardato nel tempo il risparmio idrico o quello energetico, sempre attraverso gli strumenti dello storytelling e della gamification.

INSIEME PER L’INCLUSIONE ATTRAVERSO UN LINGUAGGIO COMUNE

L’attivismo promuove anche i valori dell’inclusione e dell’equità sociale: non esistono, infatti, temi che non riguardino le aziende che intendono sostenere il territorio, creare valore e cultura. Un esempio per tutti: il percorso intrapreso da Hera sul linguaggio inclusivo con il coinvolgimento di oltre 100 persone interne, a partire dal top management, per promuovere una comunicazione senza stereotipi e fondare un terreno comune a sostegno di una cultura nella quale chiunque si possa riconoscere.
Si può dire trans? Il maschile sovraesteso è una regola grammaticale? Chi decide quali sono le “parole giuste”? Meglio “persona disabile” o “con disabilità”? Queste alcune delle domande alle quali si è cercato di dare una risposta nel documento “Parole che uniscono. Domande e approfondimenti sul linguaggio inclusivo”, realizzato per aprire una riflessione profonda, sostenuta da diversi strumenti di comunicazione interna – calendario illustrato, cruciverba mensile, rubrica video – per incoraggiare l’utilizzo di un linguaggio orientato al riconoscimento e alla valorizzazione della diversità.

NON SI PUÒ NON COMUNICARE

Questo è il primo assioma della comunicazione secondo gli studiosi P. Watzlawick, J. H. Beavin e D. Jackson alla fine degli anni ’60. Se questo principio è vero, ancora di più oggi la comunicazione rappresenta un elemento chiave a supporto del brand activism, in un contesto in cui il confine tra comunicazione interna ed esterna è sempre più sottile e il modo in cui le aziende interagiscono con le loro persone, la clientela e gli stakeholder è profondamente cambiato nel tempo. La scelta di comunicare in modo più interconnesso e fluido, affiancando il racconto all’azione, è la base per costruire un brand forte e credibile che incarni valori condivisi, capaci di attrarre talenti e partner.

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