
Don’t look up, per non guardare in faccia la minaccia climatica
Don’t Look Up – scritto e diretto da Adam McKay, con
Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Cate Blanchette, Timothée Chalamet, USA, 2021.
Disaster movie o dark comedy? Il film Don’t Look Up è una satira pungente, utile per riflettere sulla nostra società e la volontà di affrontare fattivamente i disastri ambientali. Diretto da Adam McKay con un cast eccezionale, parla di due astronomi che scoprono un’enorme cometa in rotta di collisione con la Terra. La storia segue dunque la dottoressa Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il dottor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) nei loro tentativi di avvertire il governo e la popolazione mondiale, una goffa e sfortunata lotta contro il tempo e contro l’incapacità di prendere decisioni serie e responsabili. Si parla di una cometa, ma è una metafora di qualunque catastrofe ambientale che rapidamente e in modo inequivocabile avanza verso l’Umanità, verso lo spettatore e la spettatrice diremmo, che assistono inermi al disinteresse dei media e dei potenti del mondo che non solo non prendono sul serio la minaccia ma, di fronte a un pericolo davvero imminente, cercano di trarne profitto.
Uno dei momenti più significativi del film è quando i due astronomi si recano alla Casa Bianca per avvertire la presidente Orlean (Meryl Streep) della minaccia. La scena è un’accusa alla politica e all’ignavia della classe dirigente nel voler trovare misure razionali a una crisi che è emblematica anche per altri ambiti, diversi da quello ambientale, e questo film del 2021 anticipa incredibilmente gli atteggiamenti semplicistici e arroganti cui assistiamo in questi giorni. La presidente e i suoi consiglieri sono più interessati a sfruttare la situazione per scopi politici ed economici che a prendere misure concrete per salvare la popolazione. Così Don’t Look Up sottolinea l’importanza della leadership e della responsabilità nella gestione delle crisi ambientali. La crisi climatica richiede una risposta coordinata da parte dei governi e delle istituzioni, ma spesso ci troviamo di fronte a interessi contrastanti e a una mancanza di volontà politica. La regia è efficace nel mostrare il legame tra ambiente e persone e l’impatto psicologico della crisi climatica. Se da un lato la scena in cui la famiglia di Kate si riunisce per discutere della minaccia della cometa è un esempio di come la crisi ambientale possa unire le persone e farle riflettere sulle loro priorità, dall’altro la sequenza in cui la popolazione mondiale accorre per assistere alla fine del mondo mostra che la crisi ambientale può portare facilmente a uno scriteriato turismo apocalittico focalizzato meramente sullo spettacolo della distruzione. Il film punta il dito anche sul ruolo cruciale della comunicazione e della cultura nella percezione delle crisi ambientali. Quando Kate e Randall partecipano a un talk show per cercare invano di convincere i media e il pubblico dell’importanza della minaccia in corso, è evidente la superficialità di questi mezzi di comunicazione, che hanno perso totalmente il senso della propria funzione informativa e formativa, abdicando a logiche di intrattenimento e di indici di ascolto finalizzati piuttosto a interessi di mercato. Il ritmo della narrazione nasce da una miscela di umorismo, satira e dramma, a volte po’ straniante ma che riproduce quello che avvertiamo tutti nel vivere il quotidiano e capire l’effettiva gravità di cosa sta succedendo. Regia e montaggio contribuiscono a creare un senso di urgenza e importanza, con una serie di tagli rapidi e precisi per enfatizzare la confusione crescente delle scene di crisi. Il finale mostra che la cometa alla fine colpisce la Terra, portando con sé la distruzione totale. La mancanza di happy ending, proprio l’accettazione finale dell’inevitabile da parte di Kate e Randall, innesca un monito e uno sprone a rivedere le nostre priorità, un appello ad agire contro una minaccia tangibile e imminente per garantire un futuro all’umanità e al Pianeta. Il titolo Don’t Look Up critica quindi chi distoglie lo sguardo di fronte alla realtà e accusa chi sottovaluta le conseguenze del cambiamento climatico.
La presenza di DiCaprio nel cast non è casuale: è noto il suo impegno in difesa dell’ambiente. Nel documentario Before the Flood (2016) l’attore prova a comprendere il fenomeno e a proporre soluzioni, discutendone con personalità influenti del Pianeta e mostrando immagini di eccezionale forza girate nel corso di due anni nei luoghi più colpiti dai cambiamenti climatici. Il registro è diverso rispetto alla satira ma lo scopo è lo stesso.
Vale la pena vederlo.