Disabilità e lavoro: la “Certificazione di inclusione”cambia le regole del gioco

A cura di Antonella Patete
13 Giu 2025

Presentato nella Giornata per la consapevolezza sull’autismo un disegno di legge che mira a rivoluzionare lo stesso concetto di inserimento lavorativo. Non più multe per le aziende, ma solo meccanismi premiali. Condoluci: «Chi assume viene premiato».

In Italia meno di una persona con disabilità su tre tra i 15 e i 64 anni ha un lavoro, mentre il tasso di disoccupazione per questa fascia di popolazione arriva al 20%, circa il doppio rispetto alla media nazionale. Uno scenario sconfortante, che l’Istat fotografa periodicamente senza registrare miglioramenti significativi. Perché, nonostante la legge 68 del 1999 preveda obblighi di assunzione per le aziende, permangono barriere culturali e organizzative che ostacolano l’inclusione lavorativa. Un sistema che in molti sentono il bisogno di cambiare, per evitare di affidarsi solo alla buona volontà dei singoli o alle organizzazioni della società civile. Così, lo scorso 2 aprile, in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo è stato presentato in Senato un disegno di legge volto a incentivare l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità attraverso vari strumenti. Tra essi il più innovativo è la Certificazione di inclusione delle persone con disabilità.

«Oggi molte aziende obbligate ad assumere persone con disabilità preferiscono pagare le multe o trovare altre scorciatoie piuttosto che integrare un lavoratore che, evidentemente, considerano un problema più che un valore aggiunto» spiega Francesco Condoluci, giornalista, papà di un bambino autistico e vicepresidente di In&Aut Ets, l’associazione promotrice dell’omonimo Festival dedicato all’inclusione sociale e lavorativa delle persone autistiche, che si è tenuto nel 2022 e nel 2024 a Milano. «Con questo disegno di legge vogliamo cambiare rotta: chi assume perché crede davvero nell’inclusione viene premiato dallo Stato. 

È una rivoluzione culturale che speriamo possa dare un futuro autonomo e dignitoso a tante persone con disabilità e risposte concrete alle famiglie». 

E non è un caso che l’iniziativa parlamentare nasca come prosecuzione del dibattito avviato nel maggio 2024 in occasione del Festival, in cui si era discusso dello sviluppo di strumenti normativi capaci di incentivare l’assunzione di persone neurodivergenti all’interno delle aziende.

Insomma, il DDL punta ad attuare concretamente il concetto alla base della legge 68 che, nelle intenzioni del legislatore, mirava a favorire il collocamento mirato attraverso un abbinamento efficace tra lavoratore e posto di lavoro, ma che nella pratica si riduce spesso a un mero obbligo, tanto che molte aziende preferiscono pagare sanzioni pecuniarie piuttosto che rispettare i vincoli di assunzione. «Dobbiamo avere un approccio nuovo» sottolinea Condoluci, «trovare il posto giusto alla persona giusta. L’obbligo deve trasformarsi in una scelta che soddisfi le reciproche aspettative dell’azienda e del lavoratore». Al posto delle multe, il testo di legge prevede un meccanismo premiale per le imprese che assumono persone autistiche o con altri tipi di disabilità. L’introduzione sperimentale della Certificazione di inclusione prevista per il triennio 2026-2028 concede alle aziede un esonero dal versamento dei contributi previdenziali e altri benefici fiscali. Inoltre, contempla la possibilità di ottenere un punteggio premiale per l’accesso a fondi pubblici e ad altri eventuali vantaggi per la partecipazione ai bandi.

«C’è poi l’introduzione della figura del Disability manager nelle aziende con oltre 50 dipendenti, con funzioni di progettazione, accompagnamento e monitoraggio dei percorsi di inclusione lavorativa», aggiunge il vicepresidente di In&Aut Ets. Notizia degli ultimi giorni, infine, è l’istituzione di un tavolo

tecnico di accompagnamento all’iter parlamentare promosso dall’Autorità garante dei diritti dei disabili e composto da In&Aut Ets insieme ad associazioni datoriali, enti previdenziali e ordini professionali. Il testo di legge è stato presentato dal senatore Maurizio Gasparri (FI), ma ha l’ambizione di ottenere un consenso trasversale in Parlamento e non solo. «È una proposta che interessa tutte le persone, non ha colore politico», conclude Condoluci. «L’idea è quella di aprire un dibattito nella società, anche fuori dalle aule parlamentari. Vogliamo innescare un processo dal basso che metta insieme tutti». Istituzioni, imprese, commercialisti, consulenti del lavoro e persone con disabilità dalla stessa parte per costruire un mondo del lavoro più inclusivo.

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