
Dalla guerra al podio, Gleb Solomon diventa campione di karate
È arrivato dall’Ucraina in Italia il 10 marzo 2022 e dopo solo quattro giorni era già in palestra ad allenarsi. Il suo talento è l’autocontrollo, il suo sogno è restare in Italia e diventare maestro. Ma anche chef.
Quando è arrivato a Rovello Porro, non lontano da Milano, il 10 marzo 2022, Gleb Solomon aveva solo dodici anni. Era appena fuggito dalla guerra con sua madre Oksana dalla città di Chernivtsi, vicino al confine con la Romania. Si erano rifugiati entrambi nella casa della nonna paterna e, dopo solo quattro giorni, era già di nuovo in palestra. Da allora si è allenato ogni giorno, fino a diventare un campione nella categoria cadetti kumite 63 kg. «Lasciare l’Ucraina è stato triste, ma ho trovato subito un nuovo club e ora mi sento bene in Italia» racconta a DiverCity. «La difficoltà più grande è stata la lingua: quando sono arrivato non parlavo italiano e ancora oggi sto imparando».
In Lombardia, Gleb ha potuto continuare a coltivare la sua grande passione grazie al suo maestro, l’atleta della Nazionale ucraina Chobotar Valera, che lo ho messo in contatto con Massimiliano Ferrarini, con cui Gleb si allena presso la scuola Manara di Milano. «Il 14 marzo sono andato al primo allenamento e da quel giorno non ho mai smesso di allenarmi con Massimiliano» dice il ragazzo. «Il karate mi ha dato la possibilità di trovare tanti amici in Italia».
Lo scorso dicembre Gleb ha conquistato la medaglia d’argento alla Karate 1 Youth League - Venice 2024 di Jesolo. È stata la sua seconda finale consecutiva nel circuito di Coppa del Mondo giovanile, dopo l’edizione svoltasi in Croazia alla fine di giugno. «La disciplina mi aiuta a mantenere la calma durante le gare» sottolinea. «Il mio punto di forza è l’autocontrollo: durante il combattimento sono molto calmo, sento che posso vincere». Poi a febbraio ha gareggiato ai Campionati Europei giovanili in Polonia, indossando la maglia della nazionale ucraina. Questa volta non è salito sul podio, ma il suo Paese si è comunque classificato terzo nel medagliere.
«Gleb è un ragazzo estremamente educato e gentile» spiega Vladi Vardiero, organizzatore della Karate 1 Youth League, evento che lo scorso anno ha visto la partecipazione di 4.200 atletə provenienti da 85 Paesi diversi. «Ha anche un grande spirito di sacrificio e idee molto chiare riguardo al karate, disciplina molto sentita in Ucraina. Nonostante la guerra, il Paese continua a partecipare alle competizioni nazionali e internazionali con ottimi risultati». Tuttavia, l’esperienza di Gleb non è un caso isolato di affermazione attraverso il karate. «Da oltre 50 anni gestisco l’Asd Asi Karate Veneto e noto sempre di più la presenza di ragazzə provenienti da altri Paesi o figli di immigrati. Per loro lo sport può diventare un mezzo di integrazione senza pari». Ma per Vardiero la forza del karate sta anche nella sua capacità di accogliere ragazze e ragazzi con difficoltà sia fisiche che intellettive. «Il parakarate ha registrato una crescita importante negli ultimi anni, offrendo opportunità anche a giovani che difficilmente potrebbero esprimersi in altre discipline» insiste.
Oggi Gleb frequenta l’Istituto Alberghiero e vive ancora a Rovello Porro. Il padre, invece, è rimasto in Ucraina: come tutti gli uomini non può lasciare il Paese, poiché l’esercito potrebbe richiederne l’arruolamento anche con due soli giorni di preavviso. «L’Ucraina mi manca molto» ammette il giovane. «Ma in Italia mi trovo bene ed è qui che vorrei restare anche in futuro. Il mio sogno è diventare maestro di karate, ma mi piacerebbe anche fare lo chef: la cucina italiana è davvero buonissima».