Da portatrici di zaini a scalatrici: le Cholitas Escaladoras de Bolivia che scalano con le gonne Aymara

A cura di Elisa Belotti
19 Mar 2025

Lo spazio della montagna è diventato negli anni un luogo di affermazione per le donne, che hanno fatto degli sport montani un canale per parlare di questioni identitarie. È ciò che da un decennio fanno anche le Cholitas Escaladoras de Bolivia. Ce lo racconta Elena Quispe Tincuta, coordinatrice delle Cholitas Escaladoras de Bolivia

Da questo lato dell’Oceano seguo con ammirazione le Cholitas Escaladoras de Bolivia, i vostri successi sportivi, culturali e di empowerment femminile. Faccia conoscere il vostro progetto al nostro pubblico italiano. Chi siete e perché vi chiamate Cholitas?

La maggior parte di noi proviene dalla provincia di Murillo, comunità di Chucura, nell’Ovest della Bolivia. Siamo donne che indossano la pollera, cioè la gonna tradizionale. Siamo indigene Aymara, una delle principali popolazioni indigene delle Ande centrali, e scaliamo dal 2015. In Bolivia abbiamo già conquistato otto montagne sopra i 6.000 metri, in Cile quattro, tra cui il vulcano più alto del mondo, Ojos del Salado. In Argentina abbiamo raggiunto la vetta della montagna più alta del Sud America. Il termine cholitas o cholas nasce nel periodo della colonizzazione spagnola, quando le donne indigene Aymara venivano chiamate, in modo dispregiativo, cholas se adulte e cholitas se più giovani. Oggi il termine cholita è stato ufficialmente riconosciuto come patrimonio culturale dal dipartimento di La Paz, capitale della Bolivia.

Nel nostro gruppo siamo 16 cholitas, con un’età che va dai 15 ai 55 anni. 

Prima di giungere al mondo dell’arrampicata, la maggior parte di noi lavorava come guide di carovane di lama e muli nella comunità di Chucura, lungo il Cammino Inca (detto anche Choro Trek). Alcune di noi hanno iniziato come portatrici, trasportando gli zaini dei turisti e delle turiste dai campi base a 4.700 metri fino ai campi alti tra i 5.200 e i 5.500 metri, con carichi di 20-25 chili. Il 2 dicembre 2015 abbiamo deciso di scalare il Huayna Potosí (6.088 metri) per metterci alla prova: eravamo in undici e volevamo scoprire chi fosse la più forte. Non avremmo mai immaginato che saremmo arrivate così lontano. Da quel momento abbiamo deciso di scalare solo montagne sopra i 6.000 metri e la gente ha iniziato a conoscerci come le Cholitas Escaladoras de Bolivia.

Quando voi scalate, portate l’abbigliamento tradizionale Aymara. Cosa vi spinge a indossarlo?

Siamo donne che indossano la pollera fin dall’infanzia e non vogliamo smettere di portare i nostri abiti tradizionali. Per anni le donne indigene Aymara hanno subito stigma e discriminazioni per le loro origini. Questa è stata la nostra più grande motivazione: dimostrare che le donne sono uguali a tutte le altre persone e che possiamo fare qualsiasi cosa.

Le donne Aymara hanno dovuto affrontare razzismo ed esclusione sociale. Qual è la situazione oggi? Pensa che lo sport praticato da voi Cholitas Escaladoras abbia avuto un impatto sulla società locale come forma di empowerment e di lotta contro le discriminazioni?

Oggi alcune persone continuano a discriminarci, ma grazie all’ex presidente Evo Morales molte cose sono cambiate nella nostra società. Tuttavia, le persone appartenenti alle classi più agiate ci fanno ancora sentire la loro discriminazione nei nostri confronti, soprattutto all’interno della Bolivia. Paradossalmente, invece, il sostegno internazionale è molto forte: da fuori ci dicono che siamo un esempio da seguire e questo ci dà ancora più forza per continuare.

Quali sono i vostri progetti e obiettivi per i prossimi anni? Ho letto che vi state allenando per scalare l’Everest.

Il nostro sogno è scalare la montagna più alta del mondo, l’Everest. 

È il nostro progetto più ambizioso e, anche se in moltə ci dicono che non ce la faremo, noi siamo sicure di poter raggiungere la vetta, sventolando la nostra pollera e la bandiera boliviana. Siamo solo in attesa del via libera finale per realizzare questo obiettivo.

Ora siete anche guide di trekking. Cosa significa per voi, come donne e come Aymara, poter guadagnare grazie a questo lavoro?

Attualmente siamo scalatrici e lavoriamo come guide di trekking e assistenti alle guide alpine. Per diventare noi stesse guide di montagna dobbiamo ancora completare diversi corsi di formazione.

Questo lavoro è stato un grande traguardo per noi: ci ha permesso di lavorare con il turismo, di guadagnare e di mantenere le nostre famiglie. Inoltre, sempre più persone vogliono viaggiare con noi e questo ci riempie di orgoglio.

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