
Contrastare la crisi climatica partendo dalle comunità più a rischio: l’esempio di Humana People to People
Grazie a progetti internazionali e attività di recupero degli abiti usati, l’organizzazione sostiene i Paesi
maggiormente esposti ai disastri ambientali, come spiega Alfio Fontana di Humana
Non esiste salute senza empowerment femminile, sicurezza alimentare senza giustizia sociale, parità senza accesso a fonti di acqua pulite. Oggi queste certezze vacillano a causa della crisi climatica che alimenta le disuguaglianze.
L’organizzazione no profit internazionale Humana People to People punta a cambiare le cose grazie a programmi di medio e lungo termine incentrati sullo sviluppo delle comunità più fragili, occupandosi principalmente della raccolta, dello smistamento e della rivendita di abiti second hand. Ma c’è molto di più.
Tra le attività di Humana ci sono anche i Farmers Club e i progetti dedicati alla giustizia idrica e all’empowerment femminile.
I piccoli agricoltori e agricoltrici che sosteniamo con i Farmers Club, che producono fino al 70% del cibo consumato nei Paesi a basso e medio reddito, sono le persone più colpite dai disastri naturali. Il nostro programma punta a sviluppare sistemi di agricoltura sostenibile capaci di adattarsi alla crisi climatica. Le agricoltrici e gli agricoltori sono divisə in club e hanno accesso a una formazione specifica su agricoltura biologica e utilizzo di colture resistenti alle siccità.
Poi ci sono i progetti di empowerment femminile, come il Water for Change in Mozambico (con il supporto di Intimissimi): l’obiettivo è incrementare la sicurezza idrica per 250 donne a Matibane grazie all’installazione di un sistema idrico alimentato a energia solare che ridurrà la dipendenza da fonti di acqua insicure, migliorerà l’accesso a fonti idriche pulite e consentirà alle ragazze di dedicare più tempo all’istruzione.
Portate avanti anche il volontariato internazionale.
Siamo convintə che la partecipazione attiva delle e dei volontariə ai progetti di cooperazione internazionale e sviluppo contribuisca in modo significativo alla lotta alle disuguaglianze: per questo motivo Humana collabora con l’organizzazione DRH Lindersvold, impegnata nella lotta alla povertà e alla crisi climatica.
I primi 3 mesi le e i volontariə ricevono una formazione in Danimarca sugli aspetti fondamentali in materia di cooperazione, sviluppo, politica, economia, agricoltura sostenibile e salute; successivamente prendono parte a progetti sul campo per 6 mesi in India o nel continente africano e, infine, tornano in Danimarca per sensibilizzare la popolazione europea sui diversi modi in cui è possibile contribuire allo sviluppo dei Paesi del Sud del mondo.
C’è anche il volontariato aziendale.
Per contrastare la crisi climatica e ridurre le disuguaglianze bisogna agire collettivamente; per questo ci impegniamo a creare partnership con aziende che vogliono fare la differenza. C’è il progetto di agricoltura urbana biologica milanese 3C – Coltiviamo il Clima e la Comunità e le attività di selezione e smistamento dei capi usati; inoltre, è possibile organizzare gli swap parties, eventi in cui portare abiti, scarpe, borse e accessori per scambiarli con colleghə.
Passiamo all’attivismo climatico: quali progetti vi rientrano?
C’è Vestiamo il futuro di verde che prevede la messa a dimora di 85.000 alberi entro il 2030 e Acclimatiamoci nell’orto!, progetto di educazione ambientale il cui obiettivo è fornire ad alunnə e docenti gli strumenti per una riflessione condivisa sulla crisi climatica che metta al centro i sistemi alimentari, i modelli di produzione e di consumo e le loro molteplici connessioni con i cambiamenti ambientali.
Che collegamento esiste tra sostenibilità ambientale e giustizia sociale?
Le comunità più vulnerabili sono quelle che subiscono maggiormente gli effetti negativi della crisi climatica perché vivono in aree meno protette o hanno meno risorse per adattarsi. Promuovere pratiche di sostenibilità significa anche garantire equità, offrendo a tuttə le stesse possibilità di vivere in ambienti salubri e di partecipare alle decisioni che riguardano il Pianeta. Solo attraverso un approccio integrato che unisca tutela ambientale e giustizia sociale possiamo costruire un futuro in cui nessunə venga lasciatə indietro.
Qual è l’impatto più evidente che riscontri con le attività di Humana?
Sicuramente la possibilità di contribuire a migliorare le condizioni di vita delle persone più fragili: grazie alla possibilità di visitare i progetti sociali e ambientali di Humana People to People in Malawi ho potuto vivere in prima persona le sfide e i bisogni di comunità che spesso sono invisibili. La mia esperienza in Humana mi ha insegnato che conoscere i bisogni dei Paesi più fragili è il primo passo per creare un cambiamento duraturo e consapevole.