
CERNUSCO SUL NAVIGLIO: capitale europea dello sport inclusivo e volontariato
Oggi intervistiamo Giorgia Carenzi, Assessora ai Servizi Sociali, Politiche del Lavoro, Salute e Benessere, Rapporti con le Associazioni, Polizia Locale e referente del progetto Cernusco sul Naviglio Capitale Europea dello Sport Inclusivo e del Volontariato. Con lei approfondiamo gli obiettivi dell’iniziativa, il ruolo dello sport e del volontariato e l’impatto sulla comunità.
Ciao Giorgia, raccontaci: quali sono gli obiettivi principali dell’iniziativa Cernusco sul Naviglio Capitale Europea dello Sport Inclusivo e del Volontariatoe quali impatti si aspettano sulla comunità locale?
Il titolo di Capitale Europea dello Sport Inclusivo e del Volontariato non esisteva prima di quest’anno: Cernusco sul Naviglio è la prima città a ricevere questo prestigioso riconoscimento, nato dalla visione del sindaco Ermanno Zacchetti. Il titolo che Aces Europe ha conferito alla nostra città è nato da un sogno e da un sognatore, il nostro Sindaco Ermanno Zacchetti, che dopo il titolo di Città europea dello Sport 2020 ha avuto l’intuizione che la nostra città avesse tutte le carte in regola per essere esempio e modello, non solo nella provincia di Milano, ma ben oltre. Gli impatti che ci aspettiamo e l’eredità che vogliamo lasciare alla cittadinanza ha a che fare soprattutto con la formazione di personale idoneo a avviare veri processi di inclusione, per uno sport che sia davvero accessibile a tutti e tutte.
In che modo lo sport inclusivo viene promosso all’interno del progetto e quali attività specifiche sono state organizzate per coinvolgere persone disabili?
L’attenzione all’inclusione è già viva nel nostro territorio e l’Amministrazione comunale, da sempre supporta associazioni e attività che si occupano di questa tematica. La città di Cernusco 2025 funzionerà come una lente, puntando l’attenzione sul tema dell’inclusione a 360 gradi e declinandolo in diversi modi e sfumature. Già con la festa dello sport 2024, abbiamo valorizzato associazioni e attività inclusive, con tornei e spazio per le realtà del territorio, e invitandone da fuori città, per dimostrare che l’inclusione nello sport è davvero possibile. Dall’inizio dell’anno, poi, abbiamo declinato diverse iniziative con l’attenzione a questo tema: per il Giorno della Memoria, per esempio, abbiamo ospitato una mostra della società Annfas sull’olocausto delle persone con disabilità, mentre per il Giorno del Ricordo” abbiamo realizzato uno spettacolo teatrale di un esule istriano e della sua storia di riscatto attraverso lo sport. Ospiteremo momenti per riflettere anche durante la fiera di San Giuseppe e continueremo così per tutto l’anno, parallelamente al programma principale.
Qual è il ruolo del volontariato in questa iniziativa e come vengono coinvolte le associazioni e la cittadinanza nel supporto agli eventi e alle attività?
Il titolo di Capitale Europea dello sport inclusivo è soprattutto un punto di partenza, da cui mettere a punto un percorso con passaggi concreti che ci permettano di declinare il tema dell’inclusione a 360 gradi. Il programma che abbiamo definito si pone quindi come traccia a cui connettere progetti, eventi, proposte di associazioni e realtà del territorio e, grazie alla collaborazione con Aces, speriamo di poter avviare relazioni e reti sovraccomunali e sovranazionali, essenziali per contribuire alla diffusione di uno sport che sia davvero per tutte le persone.
Quali sono le principali sfide o benefici incontrate nell’organizzazione del progetto e quali strategie sono state adottate per superarle?
La sfida principale è non cadere nella retorica e negli slogan scontati. La tematica di diversità e inclusione è una questione che per molti è vista come una moda, e quindi è facile cadere nel solito panel di iniziative “di facciata” rispetto al vero obiettivo e valore dell’iniziativa stessa. Per questo motivo, con questa iniziativa ci siamo concentrati sugli effettivi bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie; questa modalità è stata la stella polare che ha guidato le nostre scelte. I benefici sono sicuramente le risposte che potremo dare ai nostri cittadini creando esperienze di inclusione che cambiano la vita delle persone.