Privilegi e alleanze

Arianna Conca: Chiesi Affinity Networks

Arianna Conca è pioniera della D&I in Chiesi Group, dove ha dato inizio a questo percorso cinque anni fa, quando le tematiche in questione erano meno dibattute di oggi. Ha avuto l’opportunità di mettersi in gioco, contribuendo all’evoluzione culturale dell’azienda. Oggi Arianna ci racconta il progetto CHIESI AFFINITY NETWORKS: un modello di inclusione e un’esperienza di creatività e innovazione.
A cura di Marta Bello
18 Dic 2024

Come inizia il tuo percorso nella D&I?

Lavoro in Chiesi dal 2015, occupandomi di selezione, formazione e sviluppo delle Risorse Umane. Con la decisione dell’azienda di adottare lo statuto di Società Benefit nel 2018 in Italia, negli Stati Uniti (e successivamente in Francia) e con l’ottenimento della certificazione B Corp nel 2019, il tema della D&I è emerso per la prima volta all’interno del piano strategico. Al tempo non avevo molta familiarità con l’argomento, anche perché non ero a conoscenza di percorsi di studio strutturati per specializzarsi in questo ambito. Sono partita dal libro “Diversità e Inclusione. Dieci dialoghi con Diversity manager” di Valentina Dolciotti, consulente strategica in materia di D&I; da lì in poi ho appreso molto attraverso il networking e il confronto con persone provenienti da altre realtà (aziende, associazioni, consulenti). In quel momento ho iniziato a occuparmi di questi temi nell’ambito della formazione e in pochi anni il ruolo si è evoluto, assumendo una vera e propria identità come “Diversità, inclusione e benessere”.  Quest’anno, il percorso iniziato nel 2019 è stato formalmente riconosciuto per la sua importanza strategica: ora, infatti, nel mio ruolo faccio riferimento direttamente al Group HR Officer (che fa parte del comitato esecutivo). Questo passaggio invia un messaggio chiaro: i principi, le politiche, i comportamenti e le azioni legate alla diversità, all’inclusione e al benessere sono una leva strategica per l’azienda e una priorità di business. Questi sono gli ingredienti che abbiamo individuato per coniugare successo del business e impatto sociale.

Come nascono i Chiesi Affinity Network e cosa sono?

Tutto ha avuto inizio nel 2019, con l’introduzione dell’inclusione nel primo piano strategico di sostenibilità, Chiesi, azienda biofarmaceutica internazionale, ha sempre avuto nel proprio DNA un’attenzione significativa al benessere e alla qualità di vita delle persone. Ci prendiamo cura deɜ pazienti e deɜ loro caregiver, deɜ collaboratorɜ delle comunità in cui operiamo... Quando queste intenzioni si sono concretizzate in un piano strategico, una delle prime azioni è stata la creazione del Global D&I Committee: un comitato inizialmente composto da persone del dipartimento HR e successivamente esteso a rappresentanti delle diverse funzioni aziendali e di tutte le geografie dell’azienda, con il compito di definire strategie e promuovere azioni globali. Tuttavia, ci siamo presto resɜ conto che mancava un elemento cruciale per una vera evoluzione culturale: il coinvolgimento attivo delle persone. È così che nel 2022 sono nati ufficialmente i Chiesi Affinity Network, gruppi spontanei, che offrono aɜ nostrɜ collaboratorɜ la possibilità di aggregarsi in uno ‘spazio protetto’ per discutere di temi legati all’inclusione. L’obiettivo è promuovere il confronto tra colleghɜ e proporre soluzioni e azioni concrete che l’azienda considera e implementa.

Cosa rende speciale l’esperienza dei Chiesi Affinity Network?

I Chiesi Affinity Network (CAN) sono un’esperienza significativa perché sono gruppi aperti e volontari, trasversali, per dipartimento di appartenenza, ruolo, livello organizzativo ma anche di expertise, anzianità aziendale, etc. Sappiamo che la combinazione di questi elementi è molto potente, perché genera un pensiero libero. 

Il fascino dei CAN è che le persone non sono mosse solo dalla passione; questo ci tengo a sottolinearlo, lɜ partecipantɜ sono molto competenti, hanno una conoscenza approfondita degli argomenti e sono proattivi nel presentare idee stimolanti. Mi piace particolarmente il fatto che questi gruppi siano complici, collaborino tra loro. Un esempio eclatante della riuscita del progetto è la CAN Library, una vera e propria biblioteca. Quando l’ho vista, sono rimasta sbalordita per la ricchezza del catalogo, anche dal punto di vista grafico, per la facilità di consultazione e soprattutto per i consigli di lettura e di visione. Lɜ nostrɜ colleghɜ hanno creato anche una biblioteca fisica, reale, in cui avviene il prestito dei libri. È stato possibile perché sono partitɜ dalla consapevolezza che ci troviamo nel pieno di una trasformazione culturale e che questi materiali sono ottimi supporti per l’evoluzione del pensiero e per la diffusione della conoscenza. Credo che quest’esperienza sia molto costruttiva e anche nuova. C’è un clima sereno, dove l’innovazione, la creatività e la produttività possono prosperare. Ricordo che una partecipante una volta mi ha detto: “In questo gruppo mi sento bene, sento di poter essere me stessa e di poter esprimere serenamente quello che penso. I gruppi di lavoro in azienda dovrebbero essere tutti così! Psicologicamente sereni, aperti, perché così nasce la creatività e si progettano le soluzioni più innovative”. Nei CAN si sperimenta una leadership umana, accogliente, flessibile, aperta ad esplorare e a ‘far accadere’ progettualità nuove, fresche e utili al benessere delle persone.

L’esperienza ha un respiro globale, giusto?

Sì, Chiesi Affinity Network è una realtà globale, con 26 gruppi presenti in Paesi come Stati Uniti, Brasile, Pakistan e Russia, Spagna, UK, Germania, Grecia. In Italia ci sono attualmente sei gruppi, ognuno con un focus specifico: orientamento sessuale e identità di genere (Arcobaleno Plaza), integrazione culturale (Culture), uguaglianza di genere (Win), generazioni (GenerActions), disabilità (Embracing disABILITy) e benessere per chi ha stili di vita diversi con un focus sui caregivers (Harmony). Sono appena rientrata da una trasferta, nella nostra filiale americana, in North Carolina, dove ho avuto modo di lavorare a stretto contatto con i CAN locali; in US c’è tanta attenzione anche alle minoranze culturali, come quella latina o asiatica, dovuta al tessuto della società e ai veterani. Ho trovato un genuino e significativo interesse del management per il lavoro dei CAN, un’importante spinta e convinzione di tutti i gruppi, e con azioni finalizzate anche all’inclusione negli studi clinici come nelle associazioni mediche e in quelle di pazienti.

In questi viaggi D&I, qual è l’obiettivo raggiunto di cui sei più orgogliosa? Quali sono i progetti per il futuro?

Ho diversi motivi per ritenermi soddisfatta. Sono orgogliosa del fatto che stiamo sperimentando, in generale in Chiesi, uno stile di leadership umano: lɜ leader umanɜ sono coraggiosɜ, guardano lontano, incoraggiano le persone ai risultati sfidanti del nostro piano strategico. Lo fanno con un senso di ‘caring for others’, inclusione, apertura ad accogliere le prospettive diverse, i mindset, gli stili e i percorsi di carriera ‘meno convenzionali’.Sono anche orgogliosa del fatto che in Chiesi abbiamo una strategia di inclusione ‘intersezionale’ che valorizza e favorisce l’emergere dell’autenticità e dell’unicità delle persone. Nell’ambito di questo viaggio e della nostra strategia ‘trasversale’ ci stiamo occupando in modo strutturato e profondo di due ‘global challenge’ importanti, obiettivi sfidanti che portiamo avanti con piani di azione globali e locali. La prima, lanciata alla fine del 2021, è dedicata all’uguaglianza di genere, nelle dimensioni dell’equità retributiva e di opportunità di carriera e sviluppo. In meno di un anno, Chiesi ha sanato il pay gap a livello globale e ha confermato questo risultato sia nel 2023 che nel 2024. La seconda, partita quest’anno, è dedicata a favorire rappresentatività e integrazione per le persone con disabilità e per lɜ nostrɜ colleghɜ che sono caregivers, concedendo flessibilità in caso di bisogno. Una certezza è che la nostra azienda valorizza queste persone per le loro competenze e anche per la condizione umana che stanno affrontando e che nulla toglie alla loro performance e ai risultati che contribuiscono a portare. Già nel 2024 abbiamo definito piani di azione in tutte le nostre filiali. Come andrà?! Ve lo racconterò nel prossimo articolo! In generale, ci tengo a dire che non siamo ‘arrivatɜ’… ma siamo ‘in viaggio’ verso queste mete. Un viaggio in modalità ‘responsabilità condivisa’, a cui cooperano i nostri leader, il Global D&I Committee, i dipartimenti con le loro diverse competenze, le persone, e i nostri preziosi Chiesi Affinity Networks.

TOGETHER ‘WE CAN’!

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