
Alessandro Ossola tra atletica e D&I: «Contribuisco a creare sogni»
Alessandro Ossola, atleta paralimpico, presidente di Bionic People e motivatore racconta il suo percorso dalla passione per lo sport durante l’infanzia all’approdo all’atletica, fino alla collaborazione con Golden Goose. Il suo obiettivo è abbattere barriere e ispirare nuove idee.
Come ha iniziato e cosa l’ha spinta a intraprendere la carriera di atleta? Quali sono stati i momenti più significativi? Ci sono stati ostacoli particolari che ha dovuto affrontare?
Sono sempre stato molto sportivo, fin da bambino. Il rapporto con lo sport è cambiato nell’agosto 2015, quando un grave incidente ha rimescolato le carte che avevo in mano. Sono dovuto ripartire da zero, affrontando la perdita di mia moglie e i danni riportati alla mia gamba. L’ostacolo più grande è stata la paura di non farcela, ma ciò che mi ha dato la spinta a riprendermi – insieme alle persone care – è stato proprio lo sport.
Dopo l’incidente, mi sono dovuto reinventare. Mi sono domandato se sarei riuscito ancora a praticare sport e con quali ausili. Così ho scoperto nuove discipline, come l’atletica, che prima non praticavo. Tornare a correre per la prima volta dopo tanto è stata un’esperienza indescrivibile.
Con il tempo lo sport è diventato anche la mia professione. Passione, energia e dedizione sono stati fondamentali per la mia preparazione. Inoltre quando passi dalle competizioni locali a quelle internazionali, cambia tutto: la pressione aumenta, ma anche le emozioni diventano indelebili.
Lo sport può essere un grande strumento di inclusione, ma sappiamo che ci sono ancora molte barriere. Ha percepito un cambiamento nell’approccio e dei media verso lo sport paralimpico negli ultimi anni?
Sì, decisamente. Vent’anni fa, ad esempio, una campagna pubblicitaria che coinvolgesse una persona con disabilità senza porre l’accento solo su quest’ultima sarebbe stata quasi impensabile. Erano pochissimi i brand a crederlo possibile. Oggi il contesto è molto cambiato, anche se c’è ancora molto da fare e serve tempo affinché certi messaggi vengano assimilati.
Nel mondo dello sport, ci sono stati progressi importanti. Ci abbiamo creduto tanto come Bionic People – l’associazione di cui sono presidente – e come Golden Goose. In particolare il padel si è rivelato una disciplina particolarmente inclusiva. Basta prendere in mano una racchetta per percepire subito un’energia positiva, indipendentemente dalle proprie caratteristiche.
Per questo motivo, ho promosso l’Inclusive Padel Tour, un circuito dove troviamo squadre composte da giocatori disabilizzati e non. Un progetto che si fa promotore di messaggi di inclusione attraverso lo sport. Anche il Padel Pavilion di Golden Goose, la cui apertura è prevista a Milano City Life il prossimo giugno, punterà a rendere il padel ancora più accessibile.
Lei ha preso parte anche alla Super-Star Campaign di Golden Goose. Come è nata questa collaborazione e cosa l’ha colpita di più del progetto?
Collaboro con Golden Goose da diverso tempo ed è per me un privilegio aver potuto prendere parte a questa Campagna, con protagonista la leggendaria Jane Fonda – Academy Award winning actress, attivista e icona culturale senza tempo. Credo che la Super-Star Campaign possa essere considerata una vera milestone per tuttə; è difficile pensare ad altri brand del lusso che abbiano investito e creduto così tanto in un progetto che rappresenti identità diversə, non solo in termini di disabilità.
Un altro momento importante della mia collaborazione con Golden Goose è stata la partecipazione a Golden Voices Day . Durante l’evento - organizzato in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità – insieme a Diversity Lab e TOG Foundation, abbiamo esplorato il valore dell’inclusione attraverso discussioni autentiche che celebrassero l’unicità e le storie di chi quotidianamente affronta sfide legate all’accessibilità e all’inclusione sociale e lavorativa.
Alla luce della sua esperienza come consulente D&I, quali sono le azioni più concrete che un’azienda può mettere in campo per promuovere un cambiamento reale?
Quando ho iniziato questa collaborazione mi sono domandato quale potesse essere il mio contributo in un “love brand” come Golden Goose, dove l’attenzione alla persona, e la spinta a migliorare l’accessibilità fisica degli spazi e dei prodotti è davvero massima.
Nella community di “Dreamers” del brand, la realizzazione di ogni progetto è guidata dalla condivisione. La forza di un “sogno” che si concretizza diventando realtà, grazie al contributo di ogni singola persona, che con la propria unicità rappresenta il vero valore aggiunto nella promozione del cambiamento. Autenticità e Diversity come valori fondanti ed asset strategici per promuovere narrazioni realmente inclusive.