Futurigenerazioniorientamenti affettivi e comunità lgbtiq+

X generation

1965 - 1979
A cura di Valentina Dolciotti
18 Ago 2023

Come hai visto cambiare in Italia gli atteggiamenti e i comportamenti nei confronti della comunità LGBTIQ+ negli ultimi 20 anni?

In questi vent’anni il Paese è cambiato. Molto, mai abbastanza. Siamo partiti dalla proposta di approvare i Pacs nel 2007quando nei Paesi Bassi le persone dello stesso sesso potevano sposarsi ormai da sei anni. E abbiamo avuto la legge sulle unioni civili, una rivoluzione copernicana nel nostro Paese, quasi un decennio più tardi. Non abbiamo mai approvato una legge contro l’omolesbobitransfobia. E tuttora neghiamo uguali diritti alle piccole creature che hanno due madri o due padri. Tuttora neghiamo che ci siano due madri e due padri.

Dall’altra parte siamo passati da una negazione totale dell’importanza di parlare di questi temi alla domanda, non “perché”, ma “come” parlarne. siamo arrivati alla consapevolezza che non si può essere una società o un’azienda selettiva quando si parla della dignità delle persone. Un grande passo che spero possa in un futuro non lontano portarci a traguardi che auspichiamo da anni. Se ne parla a livello di governo, se ne parla e si agisce, anche, nelle aziende,compensando e implementando ciò che manca nel quadro normativo del Paese.

L’inclusione LGBTQI+ è diventata un argomento importante nella nostra società. Il rischio che mi permetto di osservare è che prevalga, in questo momento, il pensiero che vada tutto bene. Che avere un figlio o una figlia gay, lesbica, transgender sia come avere in casa una persona che “tifa per una squadra di calcio diversa”. Il rischio che si ritenga che questi temi sono superati. Ecco: non saranno superati fin quando mille, cento, una, persona non si sentirà libera di essere quello che è. Abbiamo temi più importanti di cui parlare? Ma certo, ci sono sempre temi più pressanti. Ma se è così, vuol dire che abbiamo dimenticato(nelle istituzioni, nella società, nelle aziende) la centralità delle persone. Rileggiamo allora l’articolo tre della nostra Costituzione.

Che eredità (culturale) senti di lasciare alla generazione alpha e a quelle che stanno per arrivare?

Alla generazione alpha, a quelle che l’hanno preceduta e a quelle che stanno per arrivare, lancio un appello. A voi tutto sembra naturale, vi chiedete perché parlare di questi temi. Il fatto è che è del tutto naturale che una ragazza possa amare una ragazza e un ragazzo possa amare un ragazzo, e che possiamo non ritrovarci perfettamente all’interno delle definizioni di genere che la società in cui viviamo impone. Voi lo sapete e noi – più grandi, che in qualche modo mandiamo avanti il Paese – facciamo fatica a capirlo. Per mille motivi, a volte anni luce lontani da voi. Aiutateci. Fate ciò che potete per farci capire. Aiutateci a lasciarvi il Paese e l’eredità culturale e normativa che desiderate e che vi meritate! …e che ci saremmo meritati anche noi, persone di altra generazione, se solo ci fosse stata la consapevolezze e il coraggio per parlarne.

Che diritti auspichi per il futuro della comunità LGBTIQ+?

Una persona a me cara un giorno ha detto che si augura un futuro in cui, della “normalità”, leggeremo sui libri. Proviamo a ridefinire le parole “normalità” e “privilegio” nella consapevolezza del mondo creato attorno a noi. Quello che mi auguro è che, nel futuro, parleremo di ciò che ci accomuna – il lavoro, la casa, le famiglie, il benessere, il diritto a essere anche persone fragili e vulnerabili, la protezione dei bambini/e – e non di temi che creano barriere insormontabili fra noi. Come l’orientamento affettivo e sessuale e l’identità di genere: temi che, nei decenni passati, hanno causato grande infelicità.

Auguro un futuro in cui nessuna persona mi toglierà la felicità solo perché ne ha il potere. Che nessuna persona abbia il potere di togliermela.

Leggi questo numero
Registrazione Tribunale di Bergamo n° 04 del 09 Aprile 2018, sede legale via XXIV maggio 8, 24128 BG, P.IVA 03930140169. Impaginazione e stampa a cura di Sestante Editore Srl. Copyright: tutto il materiale sottoscritto dalla redazione e dai nostri collaboratori è disponibile sotto la licenza Creative Commons Attribuzione/Non commerciale/Condividi allo stesso modo 3.0/. Può essere riprodotto a patto di citare DIVERCITY magazine, di condividerlo con la stessa licenza e di non usarlo per fini commerciali.
magnifiercrosschevron-down