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VIVERE IN UN MONDO MULTIGENERAZIONALE

A cura di Isabella Pierantoni
23 Mar 2023

Viviamo in un mondo affollato come mai prima d’ora nella storia del genere umano. 8 Miliardi di abitanti sul pianeta dal 15 novembre 2022.

Una delle conseguenze straordinarie del progresso, dovuto alle scoperte scientifico-tecnologiche e medico-sanitarie, è proprio questa: l’allungamento della vita media e la compresenza di ben 7 generazioni sul pianeta, a breve 8, con l ‘arrivo della Beta Generation nel 2025.

Parlare di diversity generazionale è oramai piuttosto comune e, oltre ad essere un elemento trasversale a tutte le diversità, riguarda anche ogni aspetto delle relazioni umane. Per questo motivo conoscerne le origini, i distinguo e le specificità può aiutare a: migliorare la comunicazione interpersonale e collettiva; a cogliere quando sono in azione le dinamiche intergenerazionali e gestirle; ad adattare le strategie di leadership e di management; a sviluppare politiche organizzative e sociali più efficaci.

DEFINIZIONE

Quando parliamo di generazioni non parliamo di età ma di un modo di pensare e di guardare al mondo, che accomuna i membri di un gruppo nati nello stesso periodo storico, una ‘filosofia di vita’ o ‘mentalità generazionale’ che inizia a formarsi negli anni pre-adolescenziali.

Gli psicologi evoluzionisti affermano che è in questa fase della crescita che i bambini osservano gli eventi fuori dal contesto famigliare e iniziano a chiedersi se e quanto tali eventi potranno influire sulla loro sicurezza e stabilità futura. In pratica significa che è intorno agli 8-10 anni che ciascuno di noi comincia a chiedersi cosa gli riserva il futuro, come lo vorrebbe e di chi si può fidare.

GENERATIONAL MINDSET VS. IDENTITÀ INDIVIDUALE

È importante sottolineare che la “mentalità generazionale” non implica affatto che gli individui di una certa generazione abbiano una personalità identica, proprio perché la personalità individuale è influenzata da diversi e molteplici fattori come: l’ambiente famigliare, la cultura, l’educazione ricevuta. Per questo motivo la variabilità tra i membri di una stessa generazione può essere molto ampia. In questo senso parlare di ‘personalità generazionale’ significa fare riferimento alle esperienze collettive condivise e ai modelli economici, tecnologici, culturali e sociali ‘conosciuti e appresi’ da un gruppo di persone nate e cresciute nello stesso periodo storico e non a specifiche caratteristiche psicologiche.

GENERATIONAL APPROACH

Oggi sono 7 (Timeline Generation Mover™ : Alpha Gen (2011-2025)/Z Gen (1995-2010) /Y-Millennials (1994-1980) /X Generation (1965-1979) /BB-Baby Boomer (1946-1964) /Matures (1925-1945) /Founders (<= 1924)) le generazioni viventi e compresenti, e fino a 5 possono trovarsi nello stesso ambiente di lavoro, ciascuna di esse può essere portatrice di orientamenti di pensiero, di valori, di idee di futuro, di stili di vita, di comunicazione, di consumo e di comportamenti diversi.Nel concreto possiamo individuare dei tratti comportamentali comuni e diffusi tra persone nate nello stesso periodo e che si traducono nel modo in cui si gestiscono le relazioni, si prendono le decisioni, si studia o si lavora o anche si vota.

ESEMPI

Se sono nato nella metà degli anni ’50 – Baby Boomer – e crescendo assisto alla conquista della Luna da parte dell’uomo in diretta mondiale su una televisione in bianco e nero, sto andando a scuola obbligatoriamente, (nel 1953 viene istituito l’obbligo di frequenza fino alla terza media), e sono il/la prim* della mia famiglia a frequentare le medie e magari in casa già si parla degli studi superiori che farò per garantirmi stabilità e sicurezza, comincio a farmi l’idea che basterà solo impegnarmi e non mollare. Divento grande respirando un senso di ottimismo e di fiducia verso il futuro dovuto anche alle risorse disponibili nella mia epoca. Sul lavoro posso portare un atteggiamento e un’etica professionale basata sul riconoscimento dell’impegno, del rispetto della catena gerarchica e della lealtà verso l’azienda come istituzione perché porta al riconoscimento del contributo professionale. Per questi motivi i cambiamenti attuali nei modelli di organizzazione del lavoro potrei percepirli privi di senso e poco attenti a chi ha fatto il ‘lavoro duro’. Al contrario, un bambino della X Generation , nato negli anni ’70 o giù di lì, è cresciuto sentendo ogni giorno i propri genitori parlare di disoccupazione, di crisi energetica, di eroina offerta ai bambini da sconosciuti fuori dalla scuola. Proprio questo potrebbe averlo portato a sviluppare un senso di cautela e sfiducia verso il mondo e le persone. Ma anche verso le istituzioni, e pensare che la sicurezza viene prima di tutto, pensieri che possono influire quando da adulto prenderà delle decisioni sia private, che professionali o come cittadino. Rispetto al lavoro potrebbe essere portato a pensare che è meglio non farsi trovare impreparati e avere sempre pronto un piano B in caso di crisi, o anche a gestire con cautela le informazioni proprio per non mettersi a rischio.

CONCLUSIONI

Una delle occasioni di attrito tra le generazioni è il diverso peso dato all’esperienza e alla competenza. Far comprendere alle generazioni più giovani che l’esperienza dei più adulti è un tassello importante da conoscere e utilizzare per il presente e per il futuro, e allo stesso tempo ricordare ai più adulti che l’esperienza non è tutto ma che ha bisogno di innovazione ed energia per poter essere utile, sono alcuni dei passaggi necessari e possibili da attivare a livello intergenerazionale. Comprendere le differenze intergenerazionali, ma anche saper trovare i punti in comune, sono moltissimi, è importante per capire meglio il contesto in cui si trovano le diverse generazioni, per costruire ponti e per promuovere la cooperazione e il dialogo tra di esse al fine di attivare quelle reti intergenerazionali così necessarie e strategiche nel XXI secolo e ricche di opportunità, a saperle vedere.

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