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UN NUOVO APPROCCIOALLA SALUTE MENTALE

L’impegno di Johnson & Johnson per portare alla luce le necessità legate a queste patologie
A cura di Redazione
30 Mar 2024

Consapevolezza e preoccupazione: questo l’atteggiamento degli e delle italiane rispetto alle malattie mentali. Un problema sanitario e sociale sempre più sentito, che secondo una recente ricerca realizzata da Ipsos e Johnson & Johnson su un campione rappresentativo della popolazione adulta colpisce maggiormente le donne (42% vs il 31% degli uomini) e le persone più giovani (42% circa nelle fasce 18-45 anni rispetto al 32% di quelle 46-75 anni). Le donne inoltre, anche le giovanissime, dimostrano una maggiore consapevolezza e preoccupazione rispetto a queste tematiche, spesso facendosi carico di problematiche familiari, per cercare di costruire una vita migliore per sé stesse e per le persone care.

La salute mentale è considerata una priorità (87%), tanto quanto lo è la salute fisica. Dato ancora più significativo se si considera che 4 italian* su 10 non sono soddisfatt* della propria condizione mentale e che 1 italian* su 3 ritiene la propria salute mentale maggiormente a rischio oggi rispetto a 3-4 anni fa1.

LA SALUTE MENTALE COME PRIORITÀ ANCHE PER GLI STUDENTI E LE STUDENTESSE UNIVERSITARIE

Uno studio condotto dall’Università Bicocca conferma questi dati: 1 giovane su 4 soffre di ansia e depressione con ricadute spesso negative sulla propria vita privata e in ambito accademico2. Ansia generalizzata e sociale sono i sintomi che più spesso interessano i-le giovani intervistat* (67%) nel post pandemia. In particolare, la solitudine e l’eccessivo tempo trascorso online sono emersi come i principali fattori legati ad un peggioramento della salute mentale, oltre alla gestione poco salutare di tempo e spazio, la bassa motivazione e l’incertezza sul futuro.

I risultati della ricerca sono stati presentati durante l’evento “Socialized Minds – La salute mentale giovanile nell’era dei social” organizzato dall’Università degli Studi di Milano–Bicocca e dall’azienda farmaceutica Johnson & Johnson, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale celebrata lo scorso ottobre.

Obiettivo dell’incontro, che ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali, personale clinico, associazioni di pazienti e rappresentanti aziendali, oltre alla presenza del cantante Mr.Rain come special guest, è stato quello di coinvolgere la popolazione giovanile in un dibattito sulla salute mentale, allargando la riflessione anche al mondo dei social network per indagare come queste piattaforme possano essere sfruttate per intercettare i-le giovani con disagio e per portare aiuto a chi convive con queste patologie, sempre avvalendosi del supporto di un* specialista.

“L’Italia si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale (dati Ocse), ben lontana da altri Paesi come UK, Germania, Norvegia e Francia, destinandovi circa solo il 3,4%, quando le raccomandazioni della Lancet Commission sulla Salute Mentale Globale e lo Sviluppo Sostenibile indicano invece una soglia minima del 10%. – spiega Luana Pagliani, Responsabile della Business Unit Neuroscienze di Johnson & Johnson Innovative Medicine. In questo quadro, l’impegno di J&J è rivolto sia a rendere disponibili per i pazienti e le pazienti italian* le nostre terapie sia a sviluppare trattamenti innovativi. Promuoviamo inoltre iniziative volte ad accrescere la conoscenza della patologia. È così che abbiamo deciso di investire nello sviluppo di una nuova edizione di Fattore J, il progetto nato per contribuire a diffondere tra i ragazzi e le ragazze una maggiore consapevolezza rispetto ai temi della salute, focalizzata anche sul disagio mentale, per dare agli studenti e alle studentesse gli strumenti per affrontare la depressione in modo adeguato e tempestivo. Il nostro obiettivo è continuare a dialogare e collaborare con tutt* gli attori e le attrici del sistema e a sviluppare partnership strategiche con diverse realtà, pubbliche e private, per migliorare la qualità della vita delle persone”.

LE AREE DI INTERVENTO

Delle prospettive di intervento nell’ambito della salute pubblica si è discusso durante l’evento di presentazione dei risultati del progetto MORe3, Mental health Optimization of Resources, realizzato da Deloitte Consulting, con la partecipazione di rappresentanti delle Società Scientifiche, dell’Accademia, delle Associazioni di Pazienti, delle Istituzioni e del settore farmaceutico. L’iniziativa si è avvalsa del supporto di un Advisory Board composto da riferimenti autorevoli provenienti dal mondo clinico, sociale e accademico, quali Società Italiana di Psichiatria (SIP), Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI), Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure primarie (SIMG), di Istituzioni Nazionali, tra cui referenti della Conferenza Stato-Regioni, Patient Advocacy Groups, quali Progetto Itaca e Fondazione Onda e da KOLs accademici. I rappresentanti dell’Advisory Board hanno contribuito all’attività integrando le loro competenze e prospettive differenti nell’analisi di alcune delle sfide presenti e future nell’Area della Salute Mentale.

Il progetto ha permesso di analizzare le principali criticità di tipo organizzativo e gestionale presenti lungo il percorso di cura e assistenza dei-delle pazienti affetti da disturbi mentali, così da fornire indicazioni preliminari alle Istituzioni per la futura programmazione delle risorse necessarie nell’ambito della salute mentale, evidenziando le aree prioritarie di investimento, quali personale medico e sociosanitario nei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), campagne informative e di sensibilizzazione, trattamenti farmacologici e non, strutture dedicate all’assistenza e Digital health.

L’evento si è concluso con un importante appello da parte della comunità medico-scientifica all’interno della discussione sul Servizio Sanitario Nazionale e accolto dalle Istituzioni: è necessario un ampio cambio di rotta su risorse e personale, incrementando le risorse destinate alle malattie mentali di 1,9 miliardi in tre anni, tra formazione, servizi, strutture, terapie.

Intervenire con i giusti strumenti e con tempestività, riducendo lo stigma che da sempre accompagna queste patologie, significa assicurare a chi soffre di disagio mentale una chiave per potersi riappropriare del proprio futuro, con importanti benefici non solo per la singola persona e per i suoi familiari, ma anche per l’intera società.

NOTE

1- Sondaggio realizzato da Ipsos per J&J con metodologia CAWI (computer assisted web interviewing). Sono state realizzate 1.000 interviste presso un campione di 18-75enni residenti in Italia con quote rappresentative dell’universo di riferimento secondo genere, età, area geografica di residenza, livello di scolarità, condizione lavorativa.

2- Studio sulla salute mentale della popolazione universitaria condotto dall’Università degli Studi di Milano–Bicocca e dall’Università del Surrey (Regno Unito) presentati in occasione dell’evento “Socialized Minds – La salute mentale giovanile nell’era dei social” organizzato dall’Università degli Studi di Milano–Bicocca e da J&J, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2023.

3- Il Progetto MORe si propone di analizzare le principali criticità di tipo organizzativo e gestionale presenti lungo il percorso di cura e assistenza dei pazienti affetti da disturbi mentali, al fine di fornire indicazioni preliminari alle Istituzioni per la futura programmazione delle risorse necessarie nell’ambito della salute mentale, evidenziando le aree prioritarie di investimento.

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