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UN CARO AMICO: DAVID MIXNER1946 2024

A cura di Igor Suran
24 Giu 2024

In una mattinata fredda e soleggiata newyorkese, nella Chiesa di San Paolo Apostolo, il mondo si inchinava davanti a David Mixner in una cerimonia commemorativa di cui David sarebbe stato felice.

Le parole di “If I had a hammer” risuonavano nel silenzio solenne della chiesa, e poi sembrava come se fosse stato David a cantare: Bene ora ho un martello e ho una campana e ho una canzone da cantare per tutta questa terra.

È il martello della giustizia è la campana della libertà è la canzone sull’amore tra i miei fratelli e le mie sorelle per tutta questa terra.

Questo era David, e questo è David nei nostri cuori e nelle nostre menti: l’inno alla libertà. Da quando ho avuto il privilegio di conoscerlo, nel lontano 2014, lui è stato il simbolo della canzone che facciamo nostra, della campana che suona, del martello che batte i suoi colpi per la libertà di chi, nella vita, non ha avuto modo di viverla.

Ho avuto l’immenso privilegio di considerarmi suo amico. E David, l’uomo che ha portato l’allora Governatore Reagan a proteggere involontariamente la libertà di chi insegna nelle scuole in una California liberale, l’uomo che ha detto al Presidente Clinton che la politica del “Don’t ask, don’t tell” non era la soluzione giusta, l’uomo che veniva arrestato per le proteste davanti alla Casa Bianca contro la guerra in Vietnam, l’uomo che ha ricevuto numerosi riconoscimenti e onorificenze per il suo lavoro, David, con una parola e con un sorriso cancellava le immense differenze tra me e le persone potenti della terra. David aveva il dono di essere lì, con te e solo per te.

La First Lady Jill Biden ha detto queste parole, parlando di David: “Puoi attraversare la paura ed essere quello che descrive i colori del tramonto a coloro che si sono seduti sulla veranda, oppure puoi sederti sulla veranda e farti descrivere i colori del tramonto.

”Questo era David, la libertà di scegliere, nella consapevolezza e con coraggio. David ci ha insegnato come scegliere bene.

Quando penso a quanto Parks ha forse aiutato questo Paese a essere un posto migliore, penso sempre con grande orgoglio alla serata al tetro Elfo Puccini a Milano in cui David ha donato a cinquecento persone la sua performance “Oh Hell No!” in una sala che rideva e piangeva all’unisono.

Ma chi era David Mixner, l’uomo di cui DiverCity ha parlato in alcune occasioni? Chi era per le tante persone, che non hanno avuto il privilegio di conoscerlo di persona ma che vivono in un mondo reso migliore grazie a quello che ha fatto in mezzo secolo di attività?

David Mixner era un protagonista del movimento per i diritti civili e LGBTQI+ della politica statunitense. Nato nel 1946 in New Jersey, ha dedicato gran parte della sua vita all’attivismo, giocando un ruolo cruciale in numerosi eventi storici e influenzando profondamente la lotta per l’uguaglianza.

Già durante gli anni universitari è stato coinvolto nell’attivismo politico e ha iniziato a sviluppare il suo interesse per le questioni sociali. Era uno degli organizzatori principali della moratoria del 1969 contro la guerra del Vietnam.

Negli anni Settanta, David ha continuato il suo impegno nel campo dei diritti civili, lavorando con leader afroamericani e altre figure apicali del movimento per i diritti civili. Negli anni Ottanta e Novanta è diventato una delle voci più sentite nel movimento contro la discriminazione rispetto agli orientamenti sessuali e le identità di genere, raccogliendo anche fondi per i candidati progressisti che sostenevano i diritti LGBTQI+, anche se all’epoca non si usava questo acronimo. David era pioniere anche in questo: è stata una delle prime persone pubbliche ad avere il coraggio di fare coming out come omosessuale in un’epoca in cui la discriminazione era ancora molto diffusa e penalizzante.

David mi diceva spesso che quasi tutti i suoi amici se ne sono andati negli anni Ottanta. Infatti, uno dei suoi grandi impegni in quegli anni era la lotta contro l’epidemia di AIDS. In quel periodo di stigma e di fraintendimento, David ha lavorato instancabilmente per far accrescere la consapevolezza e raccogliere fondi per la ricerca. Ha scritto diversi libri, in cui ci racconta le sue esperienze di vita e le sue battaglie per i diritti civili. Le sue parole ci offrono uno sguardo profondo e personale sulla sua vita di attivista e sui molti cambiamenti sociali e politici a cui ha contribuito.

Questo era David Mixner, persona pubblica, di cui nella chiesa nel momento dell’addio ha parlato anche chi rappresentava il Presidente Clinton e il Presidente Biden.

David, come lascito ha creato il David Mixner Memorial Fund per Ali Forney Center, che si prende cura di migliaia di giovani persone LGBTQI+ senza casa a New York e nel mondo.

Per me, che cosa rappresentava David? Un gigante, un esempio da seguire, una fonte di ispirazione, un libro aperto, un insegnante. I mille colori della libertà.

Un amico.

Grazie, David. Thank you, Sir.

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