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TRANSIZIONE DI GENERE E SALUTE MENTALE

la testimonianza di Sportello Trans Ala Milano
A cura di Federica Crovella
26 Mar 2024

«Nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha eliminato la disforia di genere dai testi psichiatrici e l’ha inserita nelle disfunzioni sessuali come incongruenza di genere; pertanto non rientra più tra i disturbi di salute mentale. I testi diagnostici di salute mentale in Italia, però, in molti casi devono ancora essere aggiornati. Stando alla nostra esperienza, oggi la figura dellƏ psicoterapeuta con specializzazione in questo settore è molto rivalutata. Anche l’utenza vede più di buon occhio un percorso psicologico più che psichiatrico, perché chi vuole avviare un percorso di affermazione di genere sente di aver bisogno di essere accompagnatə e non trattatə come una persona “malata”». A parlare è Antonia Monopoli, responsabile di Sportello TransAla Milano Onlus, che si impegna nella tutela e nell’affermazione dei diritti di chi si riconosce come persona transgender, non-binary e gender-nonconforming e persegue finalità di solidarietà, supporto e socializzazione a difesa della salute psicofisica di queste persone.

L’esperienza e la testimonianza di Sportello Trans Ala Milano Onlus sostiene che il percorso psicologico è determinante per la tutela della salute mentale delle persone transgender: «Notiamo che le persone trovano giovamento dal percorso psicologico, che consigliamo prima di tutto per far sì che si sentano supportate in ogni singola fase del “viaggio” verso la loro affermazione di genere. Per noi è importante che questo avvenga sia prima della transizione, ma anche nel corso delle terapie ormonali, per far sì che il soggetto continui a sentirsi sostenutə. La fascia d’età di persone che si presenta da noi allo sportello è molto ampia: arrivano ragazzə anche minorenni, accompagnatə dai genitori e persone di quaranta o cinquant’anni che cominciano un percorso in età più avanzata perché sono sempre state frenate da fattori esterni, come la cultura, la famiglia, la società e hanno sempre pensato di trovare nell’eterosessualità la giusta soluzione», afferma la responsabile.

Allo Sportello Trans si rivolgono persone già consapevoli di non riconoscersi nel binarismo di genere e altre che vivono una fase di “gender questioning”. In prima battuta, si propone alle persone un percorso psicologico con il supporto di unə psicoterapeuta e/o unə psicoterapeuta sessuologa. A seguire, si organizzano incontri per monitorare il percorso intrapreso, favorendo la partecipazione di queste persone a gruppi di auto mutuo aiuto, per acquisire più consapevolezza di sé soprattutto attraverso il contatto con la realtà «può capitare che le persone transgender per evitare il confronto con i resto del mondo si chiudano in sé e cerchino contatti soprattutto sul web, con persone che vivono dall’altra parte del mondo, dove posso esserci leggi e protocolli diversi dai nostri», spiega Monopoli. 

Il/la terapeuta propone dei test diagnostici per accertare la volontà della persona di avviare la transizione e accompagnarla in un percorso di piena consapevolezza, per poter poi produrre la certificazione che accerti il disagio psicologico e attesti che la persona ha seguito un percorso psicologico, prima di procedere con la terapia ormonale sostitutiva. Il protocollo di intervento prevede che fino al periodo della pubertà la persona e la sua famiglia siano supportate solo attraverso il percorso psicologico, senza interventi di tipo medico.

Una persona che ha seguito un percorso insieme a loro testimonia: 

«Per me la psicoterapia è stata l'occasione per dare forma a tutto ciò che fino a quel momento era incompreso. Ho trovato delle risposte e ho imparato anche a pormi le giuste domande. La parte più importante è stata la ricerca degli strumenti e delle risorse essenziali per affrontare questo cammino e non rinunciare a me stesso. Ho dato un nome a tutto ciò che prima era solo una sensazione astratta, difficile da decifrare. La psicoterapia non è stata la mia cura ma mi ha aiutato ad ascoltarmi davvero e comprendere meglio quello che all’inizio era solo un generico "dolore". È doveroso sottolineare quanto anche il gruppo di auto mutuo aiuto abbia fatto la propria parte: entrare in Ala significa essere circondatə dalla sensibilità di occhi che poggiati su di te non fanno male. Sai che le emozioni che affidi a chi ti ascolta sono al sicuro, e ciò che hai sempre provato viene capito per la prima volta. L'aiuto ricevuto permette di vivere in modo più sostenibile momenti di difficile attesa, aiuta a tracciare linee fondamentali per far rispettare noi stessi, e aiuta a cogliere, coltivare e far tesoro degli effimeri istanti di "euforia".  Se prima mi sembrava impossibile questa "scalata", ora sento di avere l'equipaggiamento necessario. Credo di essere in grado più di prima di affrontare i passi incerti e di godermi il panorama durante il viaggio». 

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