TRA SALUTE MENTALE & MAKE UP. MIRIAM MADDALENA SI RACCONTA ALLA SUA COMMUNITY DI TIKTOK
Ciao Miriam, mi racconti un po’ chi sei e di cosa ti occupi? E come sei arrivata a fare ciò che fai oggi?
Ho 22 anni, sono una make-up artist e una content creator sui temi del beauty e della salute mentale. Nella vita trucco le persone e sulle piattaforme racconto della mia vita e del mio vissuto. Sono andata via di casa a 19 anni e da quel momento ho iniziato un percorso di psicoterapia e anche una terapia farmacologica perché avevo necessità di curarmi. Da lì ho iniziato a raccontare il mio percorso truccandomi, soprattutto in live su TikTok. Il beauty è sempre stata la mia passione e il mio sfogo, però nulla di tutto questo era voluto, semplicemente avevo bisogno di parlare con qualcunƏ che ci fosse già passatƏ, qualcunƏ che mi capisse.
Piano piano è cresciuta una community di persone con cui scambiare idee, opinioni e supporto. Con la terapia farmacologica ho avuto tanti effetti collaterali; ad esempio, il sonno: dormivo tantissimo, anche 20 ore su 24. Nel frattempo, avevo iniziato a prendere molto peso a causa dei farmaci ma condividere su TikTok i Get ready with me, prepararmi con la community, e prendermi cura di me, mi aiutava a vedermi meglio. Avevo bisogno di curarmi, questa era la mia unica priorità. Ci tengo sempre a dire che non tutti i farmaci portano ad aumentare di peso e che è importante ascoltare i consigli medici e seguire le terapie prescritte. Il mio obiettivo non era diventare un personaggio, il mio obiettivo era trovare aiuto a vicenda nella community.
In questa occasione vorremmo sfidare gli stereotipi e i pregiudizi sulla salute mentale: com’è stato chiedere aiuto? Come ti sei sentita quando l’hai fatto?
Ho avuto i primi sintomi a 16 anni ma non ho chiesto subito aiuto perché la mia famiglia aveva tanti pregiudizi sulla salute mentale. Dopo un anno, ho iniziato ad aprirmi un po’ e ho passato anni a fare visite; fino a quando, ad un certo punto, mia nonna e il mio ragazzo mi hanno consigliato di provare ad indagare l’aspetto neurologico. Avevo 19 anni e vivevo con il mio ragazzo, mi ha aiutata molto e mi sono fidata. Sono andata dal neurologo e poi dallo psichiatra, loro sono stati i primi a dirmi “possiamo fare qualcosa per te”. Così ho iniziato un percorso di psicoterapia e di terapia farmacologica. Il percorso non è semplice anche perché trovare la terapia che funzioni non è mai facile. È una battaglia continua.
All’inizio sono tornata a respirare. Poi però ho visto il mio corpo cambiare molto in fretta: in pochissimo tempo ho preso più di 30 chili e io neanche mangiavo, perché dormivo sempre. Sono sempre stata molto magra quindi per me è stato sconvolgente; per cui a quel punto non uscivo più di casa perché non riuscivo a farmi vedere così. Così ho continuato a truccarmi per sentirmi meglio. Nonostante la mia famiglia mi avesse cresciuta con l’idea che il make-up non potesse essere un lavoro. Infatti, stavo studiando economia mentre mi preparavo per entrare a medicina. Sono entrata al secondo tentativo, ma ho rifiutato perché nel frattempo mi ero costruita una community e ho sentito che quella era la mia strada.
Cos’è per te il make-up? Come ti senti quando trucchi le altre persone?
All’inizio avevo molto timore. Sono cresciuta in un ambiente familiare tossico in cui dovevo occuparmi dei miei fratelli e non potevo uscire. Mi truccavo in segreto ripescando i trucchi scaduti nel cestino della compagna di mio padre e mi divertivo tantissimo, mi faceva stare meglio. Quando sono andata via di casa ho iniziato ad ascoltare questa mia vena artistica. Ho anche conosciuto mia madre nel 2022 (questa è un’altra lunga storia) ed è stata lei a dirmi “tu hai un talento, sfruttalo.” Così mi ha pagato l’accademia di make-up, dove mi sono diplomata e da subito le celebrities hanno iniziato a contattarmi per chiedermi di truccarle, così è nato tutto. In accademia ho capito quanto mi piacesse truccare le altre persone, per farlƏ splendere al massimo e piano piano ho preso coraggio. Vedere le altre persone sorridenti e felici con il mio make-up mi rende felice. Per me è molto terapeutico truccare le altre persone.
Spesso sono anche le persone molto giovani, adolescenti, ad aver bisogno di aiuto e spesso non è semplice capire come fare o a chi rivolgersi. Soprattutto quando in famiglia ci sono ancora molti pregiudizi. So che tu hai collaborato con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per una campagna con TikTok in occasione del mese della salute mentale a ottobre 2023.
Sì, ho collaborato con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in occasione del mental health month (ottobre) del 2023. Era una campagna per dare un primo supporto a tutti coloro che avessero bisogno di parlare. L’ospedale, inoltre, metteva a disposizione un supporto diretto a coloro che lottano con questa tipologia di problemi attraverso la sua linea di assistenza chiamata “Lucy”, gestita da medici specializzati.Penso che sia una cosa geniale perché di solito i brutti pensieri ti vengono a tarda notte e pensi non potercela fare più (lo dico per esperienza personale). È bello sapere che a qualsiasi ora del giorno e della notte c’è qualcunƏ disponibile, lì per ascoltarti.
Ci vorrebbe però un investimento maggiore del Sistema Sanitario nazionale perché purtroppo la cura della salute mentale non è ancora accessibile a tuttƏ. Io ancora oggi mi ritrovo a pagare più di 200 euro per ogni visita dallo psichiatra. Mi arrivano messaggi di persone giovanissime che avrebbero bisogno di aiuto ma i loro genitori non vogliono o credono che non abbia davvero problemi. E io rispondo sempre: “Ma se ti rompessi una gamba, ti porterebbero al pronto soccorso? Quindi perché con la salute mentale ci comportiamo diversamente?”
Che rapporto hai con la tua community su TikTok?
Bellissimo. Tutti i giorni mi arrivano messaggi di persone che stanno affrontando quello che affronto io, persone che vedono i propri corpi cambiare… Ci sentiamo meno solƏ.
Molte persone mi ringraziano perché grazie al mio esempio hanno intrapreso un percorso terapeutico per la loro salute mentale. Sprono molto anche i maschi a farlo: la società gli insegna che sono deboli a chiedere aiuto, ma non è così.
Quello che per me è importante è non rivolgermi alle persone come una persona che ce l’ha fatta. Io non sono Miriam, una donna adulta, risolta e sto una favola; io sono Miriam, ho 22 anni e sto ancora male. Eppure, giorno dopo giorno, faccio del mio meglio. Vorrei dire a tuttƏ: chiedete aiuto se ne avete bisogno, non abbiate paura.
TikTok, piattaforma d’intrattenimento, è da sempre attenta alla salute mentale della sua community. In occasione del “"Mental Health Month" di ottobre 2023 ha lanciato - in collaborazione con l'Ospedale Bambino Gesù - una campagna in-app con l’obiettivo di promuovere un messaggio di apertura e stimolare il dialogo, attraverso la voce dei e delle creator che condividono le proprie storie ed esperienze, andando oltre barriere e tabù. La community ha potuto partecipare a un dialogo costruttivo tramite una sezione dedicata in-app dove gli hashtag #MentalHealth e #SaluteMentale hanno ricevuto, rispettivamente, 126 e 1.5 miliardi di visualizzazioni.
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, inoltre, ha fornito un supporto diretto a coloro che lottano con questi problemi attraverso la sua linea di assistenza chiamata “Lucy”, gestita da medici specializzati. Tale risorsa si è aggiunta a quelle esistenti create nel corso degli anni da TikTok, come la Guida al Benessere digitale disponibile nel Centro di Sicurezza, che offre suggerimenti rivolti a chi sceglie di condividere la propria esperienza personale su TikTok.