SOSTENIBILITÀ, ORGANIZZAZIONI E PERSONE
Il futuro prossimo come protagonista del convegno HRO2021
Quasi 16 ore di talk e dibattiti, 8 panel, 24 speaker e 1554 iscritt*.
Ecco il bilancio, più che positivo, delle due giornate di convegno organizzate da HR&O Consulting, agenzia di consulenza vicina alle imprese nell’implementazione della gestione del personale, fondata da Piero Vigutto.
Cosa abbiamo imparato e a cosa ci dobbiamo preparare per affrontare il post pandemia?
Da una domanda attuale – di non facile risposta – ha preso avvio la terza edizione dell’appuntamento annuale con espert*, imprese e persone che hanno contribuito con idee, progetti e azioni concrete atti a migliorare aziende e luoghi di lavoro. “A un mondo che cambia servono idee per cambiare il mondo – ha spiegato Vigutto, organizzatore del convegno. – L’obiettivo è diffondere le migliori pratiche relative alla gestione del personale e delle organizzazioni, favorendo lo sviluppo di una cultura aziendale inclusiva. Gli speaker sono donne e uomini di aziende che si sono distinte per aver ideato e rea- lizzato progetti etici e di crescita per le persone”.
Abbiamo ascoltato manager, specialist* HR, consulenti Di- versity&Inclusion, artist*, espert* di marketing e di comunicazione. L’eterogeneità dei contesti di provenienza è stato l’elemento peculiare delle due giornate. Key note speaker provenienti da “mondi diversi” hanno garantito un approccio fortemente pluralistico al dibattito degli otto panel in programma: “Azienda sostenibile”, “HR e dintorni: la gestione del personale”, “Marketing e HR”, “Persone e Mercati”, “Azienda come comunità”, “Employer Branding”, “(IN)sicurezza”, “Futuro Vicino”.
“Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il patrocinio di Bianco Lavoro - ha riconosciuto Vigutto – e senza il sup- porto di Centrofriuli snc, Generali, Endered, Manager Italia, Altamira, FrancoAngeli, Sfera Ingegneria”.
La prima giornata ha visto il ruolo della persona, nella società e nelle organizzazioni, al centro dei tavoli di discussione. Nel 2021, quando si parla di persone, non si possono non considerare le diversità che ogni individuo porta con sé anche nell’ambiente lavorativo. Per poter essere veramente sostenibile un’organizzazione deve essere inclusiva, in grado di accogliere e valorizzare ogni differenza.
Tale consapevolezza è emersa nel corso del primo incontro “Azienda sostenibile”. La gestione della diversità è un tema sempre più centrale per le imprese. Sebbene l’esplosione del dialogo intorno al concetto di D&I nel mondo organizzativo rischi di sfociare in una deriva di superficialità nella conoscenza della materia, rimane innegabile che le aziende inclusive siano quelle più resilienti, in grado di superare difficili momenti di crisi, come quello causato dall’emergenza sanitaria. Non è solo una questione di brand reputation: le organizzazioni aperte alla diversità hanno un ricco catalogo di skills a cui attingere nei momenti difficili e in quelli di prosperità. In un contesto aziendale come quello italiano, spes- so refrattario al cambiamento, sono soprattutto i/le giovani a domandare un cambiamento di rotta da parte delle imprese che, per potersi considerare sostenibili, non possono più procrastinare l’adempimento di questa richiesta.
La seconda giornata ha proiettato i/le partecipanti verso il futuro, momento in cui giocheranno un ruolo strategico il lavoro e l’attività di gestione delle risorse umane. Entrambi dovranno fare i conti con la volontà di rivedere i propri schemi di vita e di lavoro, con una sempre crescente richiesta di smart working gestito al meglio. Le aziende dovranno adeguarsi a questa nuova visione che, sempre di più, impatta sul cosiddetto work-life balance delle persone e che diventa una delle forme di attrazione dei talenti più ricercata.
Il dibattito sulla rivoluzione in atto è confluita nell’ultimo talk “Futuro Vicino”, un’occasione di riflessione costruttiva sulla dimensione lavorativa che è stata rivoluzionata, volenti o no- lenti, dall’emergenza pandemica. È cambiato il mondo del lavoro, il modo di viverlo e di pensarlo. Nella realtà che verrà le organizzazioni evolveranno sempre di più in comunità di persone, e dovranno pre-disporre di spazi di condivisione dove i/le dipendenti si identificheranno e soddisferanno il (forte) desiderio di socializzazione emerso in questi due anni di chiusura pandemica. Rimbocchiamoci le maniche!