Privilegi e alleanze

Sostenibilità e Neurodivergenza, un’alleanza perfetta 

Rubrica NEURODIVERGENZE
A cura di Tommaso Davi e Lucia Vesentini, presidente ReteVerso
18 Dic 2024

Futerra è un’agenzia per il cambiamento, incubatrice di prodotto e accademia per la formazione, che da più di vent’anni lavora interculturalmente e internazionalmente per realizzare soluzioni di sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di rendere l’antropocene meraviglioso. Solitaire Townsend ne è la co-founder e Chief Solutionist dislessica. Nel suo articolo dal titolo “Il pensiero dislessico per la sostenibilità”, pubblicato da Forbes, scrive che, durante la sua carriera - iniziata già all’età di dodici anni con il suo interesse verso i temi della giustizia sociale e le problematiche ambientali - è stata fortunata a incontrare persone meravigliose che lavorano nella sostenibilità, nella giustizia e negli ambiti ESG. Quando si insospettì di non essere l’unica persona neurodivergente a lavorare in questi settori, la risposta che cercò e ottenne dalla sua comunità su LinkedIn non la sorprese.
Tra le oltre duecento persone che risposero alla domanda su quantɜ, nei loro stessi ambiti professionali, si sentissero o fossero diagnosticatɜ come neurodivergenti, il 57% dichiarò di percepirsi o di essere effettivamente diagnosticatɜ come neurodivergente. Ma come può tutto questo trovare una spiegazione?Quando parliamo di sostenibilità, ci troviamo spesso davanti a problemi e sfide complesse riguardanti il cambiamento climatico, sociale e organizzativo, dove l’esercizio della logica, il senso di giustizia ed equità, la capacità di superare il pensiero convenzionale fanno del pensiero dislessico - e più in generale della neurodivergenza - un asset fondamentale. Le funzioni cognitive tipiche di alcune neurodivergenze portano, senza dubbio, chi ne fa esperienza a sviluppare attitudini e abilità che possono rispondere a tali esigenze nella pratica della sostenibilità. Pertanto, non c’è nulla di strano nel vedere persone come Solitaire Townsend o Greta Thunberg impegnarsi in vari ambiti di questa pratica, poiché il loro funzionamento neurodivergente può dimostrarsi una risorsa determinante per il loro successo. Imparare a conoscere e gestire al meglio il proprio funzionamento cognitivo e sensoriale resta comunque una prerogativa per tuttɜ, al fine di valorizzarsi al meglio nel proprio ambito professionale. Nel contesto di questo articolo, si vuole citare come iniziativa virtuosa intenzionata a valorizzare le diversità cognitive di coloro che desiderano impegnarsi nella pratica della sostenibilità il progetto Rete Verso, nato a Verona nel febbraio del 2020. La visione di questa associazione non profit è #planet&humansfirst, per immaginare un mondo in cui le persone si sentano parte di un ecosistema – la casa comune – da mettere al centro del proprio agire e di cui prendersi cura, generando valore per la comunità. Rete Verso affronta la sfida legata agli Obiettivi dell’Agenda 2030, contribuendo alla creazione di Bene Comune con un approccio sistemico orientato alla messa in rete di scuole, imprese, professionistɜ, associazioni, amministrazioni locali, cittadinɜ ed espertɜ di sostenibilità. Da un incontro fra Tommaso Davi, fondatore neurodivergente del progetto Neurosive, e il direttivo dell’associazione, sono nate alcune conversazioni finalizzate a immaginare come, nelle attività dell’associazione, possa essere dato spazio a buone pratiche di neuro-inclusione, rivolte sia agli/alle associati/e, sia, in senso più ampio e sistemico, a tuttɜ gli attori e le attrici che l’associazione stessa aggrega e a cui si rivolge con le sue iniziative. Sin dalla sua nascita, infatti, Rete Verso persegue la valorizzazione della persona in modo sostenibile, basandosi sull’implementazione di metodologie innovative per la prevenzione e risoluzione dei conflitti e sull’esercizio del pensiero sistemico, come strumento per osservare la realtà nella sua complessità, percepire le interconnessioni fra fenomeni e individuare le leve più adatte per innescare il cambiamento sostenibile. Queste caratteristiche sono, per loro natura, fondamentali per promuovere buone pratiche di neuro-inclusione e sostenibilità, adatte a valorizzare, tra le altre, le caratteristiche delle persone neurodivergenti e della neurodiversità, realizzando un impatto culturale e sociale misurabile e positivo. Così si dimostra il valore di stringere alleanze intersezionali, come quelle che si stanno immaginando tra Neurosive e Rete Verso. Nel contesto delle attività dell’associazione, si potrà attivare il trasferimento di conoscenze e buone pratiche adatte alla sostenibilità, includendo e valorizzando non solo il pensiero di coloro che si riconoscono come dislessici/dislessiche o con altre neurodivergenze, ma aprendo la possibilità a moltɜ futurɜ socɜ che si sentono o sono diagnosticatɜ come neurodivergenti di impegnarsi nel lavoro che l’associazione persegue.

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