ARMANI / SILOS

29 Mag 2022

di Valentina Dolciotti

Al Silos non c’ero stata mai. Benché sia stato inaugurato nel 2015 e io viva a un’ora da Milano. Che vergogna. Ma, forse, dovevo aspettare il momento giusto, e la sorpresa dell’inaspettato, che ti avvolge e ti scuote.


Il Silos è immenso. Svetta in via Bergognone, al civico 40, dove originariamente si trovava il deposito di granaglie di una grande industria multinazionale. L’edificio (costruito nel 1950 e ristrutturato in seguito) si sviluppa oggi su quattro livelli coprendo una superficie di circa 4500 metri quadrati. L’impatto alla vista è pulito, lineare, non freddo ma sobrio, minimalista. Nonostante la ristrutturazione il silos ha conservato la curiosa sagoma originaria - la forma ricorda quella di un alveare – e anche da questo spazio, in questo spazio, emerge la filosofia dello stilista che ricerca l’essenzialità, liberando i volumi, i luoghi (e gli abiti) da inutili orpelli e, in generale, da elementi superflui. Unico elemento distintivo è la finestra a nastro che segna il perimetro dell’edificio, quasi fosse una corona, sottolineandone la vastità.


Una volta attraversate le vetrate d’ingresso, come Alice attraverso lo specchio, si viene catapultati in un luogo altro, intriso di stoffa e storia, arte e attrazione, cinema e cultura. Uno spazio straordinario dove è possibile attraversare e rivivere la memoria complessa e articolata del lavoro di ricerca di uno degli stilisti italiani più amati e stimati nel mondo e, non a caso, questo luogo si colloca nella “sua” città, come ricorda e racconta il bellissimo documentario diretto da Martin Scorsese (Made in Milan, 1990), in cui Giorgio Armani confessa la sua relazione intima, profonda, famigliare con la città di Milano. Il silos offre l’occasione irripetibile di spostarsi su tutti e quattro i piani per sfogliare - come leggendo le pagine di un libro - quarant’anni di lavoro dello stilista, 400 abiti e 200 accessori selezionati.


Ho scelto di chiamarlo silos perché lì venivano conservate le granaglie, materiale per vivere.

E, così come il cibo, anche il vestire serve per vivere.

Giorgio Armani



La mostra è suddivisa secondo alcuni temi che hanno ispirato e che continuano a ispirare il lavoro creativo di Giorgio Armani: al primo piano ‘Androgino’, con una selezione di capi che racconta la quintessenza dello stile Armani, capace di coniugare semplicità e rigore con una sorprendente fluidità. Al secondo piano ‘Etnie’ evoca culture e paesi lontani che hanno acceso l’immaginazione dello stilista. All’ultimo piano ‘Stars’, che illustra il profondo legame di Giorgio Armani con il mondo del cinema e dello spettacolo facendo rivivere la magia delle notti hollywoodiane.

La scala centrale, che collega i quattro livelli e organizza il per- corso, attraversa un vano verticale lasciando percepire a chi sale/scende la grande altezza e dimensione della struttura. Lo spazio espositivo custodisce in sé anche l’archivio digita- le. Quest’ultimo raccoglie schizzi, disegni tecnici, materiale relativo sia alle collezioni di prêt-à-porter sia a quelle di alta Moda ed è dedicato a ricercatori, ricercatrici e appassionat* che desiderano approfondire l’universo stilistico di Giorgio Armani.

Situato all’ultimo piano, l’archivio è consultabile gratuita- mente e raccoglie circa 1.000 outfit suddivisi per stagioni e collezioni, 2.000 capi e accessori, numerosi bozzetti, video di sfilata e di backstage, immagini tratte da Emporio Armani Magazine, campagne pubblicitarie iconiche, fotografie di backstage. Tra le cose qui descritte si possono trovare raccontate in recensioni, comunicati stampa, e nel ricco sito web dedicato al Silos; ciò che invece non è possibile trovare in rete è quella sensazione di grandezza e insieme di semplicità che ti accompagna durante tutta la visita.

Come se ci fosse un sottile filo di Arianna che guida e rassicura e che, pur nell’immensità del lavoro descritto, nell’innumerevole quantità di proposte, idee, riferimenti che attraversano i cinque continenti, svariate epoche storiche e molteplici identità, ci fosse sempre stata – fin dall’inizio, fin da subito – un’idea chiara di tutto ciò che sarebbe stato. Una sola, semplice, cristallina idea.

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