
SEMPRE 25 NOVEMBRE - L'energia di Sorgenia
A cura della Redazione
Donare luce a chi è nel buio, oggigiorno, è diventata una frase fatta che rischia di avere poco di concreto. Invece, Sorgenia (la prima Digital Energy Company italiana) è stata in grado di fare esattamente questo: renderla vera, concreta, tangibile. Come? È una storia che nasce nel 2018, anno in cui Sorgenia ha lanciato la campagna social #sempre25novembre, per sensibilizzare quante più persone possibili sul tema della violenza di genere e raccogliere fondi a favore de La Grande Casa scs Onlus, cooperativa sociale da sempre focalizzata su accoglienza e accompagnamento di donne in uscita da situazioni di violenza e maltrattamento. L’iniziativa ha avuto un notevole successo e il pregio (nonché la forza) di far discutere di violenza contro le donne non solo durante la giornata che l’UNESCO ha dedicato al tema, ma anche per un lungo periodo precedente e successivo all’iniziativa.
“Sono convinto che le aziende debbano impegnarsi per dare un contributo concreto alla società nella quale fanno impresa” afferma l’AD di Sorgenia, Gianfilippo Mancini. “Abbiamo deciso di dar vita a #sempre25novembre per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne, fenomeno intollerabile per una società moderna. Lo facciamo insieme a La Grande Casa, la cooperativa sociale che ci ha consentito di avvicinarci a un tema di importante rilevanza sociale. Ci auguriamo che il nostro impegno concorra ad alzare l’attenzione delle persone, così da raggiungere uno dei principali obiettivi che l’ONU ha stabilito per il 2030: l’eliminazione della violenza di genere”.
Nel 2018 i risultati ottenuti dall’iniziativa sono stati sorprendenti: in poco più di un mese i post pubblicati hanno superato quota 12.000, le interazioni si sono attestate su oltre 1,1 milione (tra condivisioni, commenti e like); è stato raggiunto un numero di impression superiore a 25 milioni: un pubblico enorme anche per una campagna social. L’incredibile adesione ha consentito a Sorgenia di offrire 3 mesi di tirocinio a 7 donne accolte da La Grande Casa scs onlus per favorirne l’integrazione sociale, attraverso un duplice percorso di ripresa di consapevolezza del proprio valore umano e professionale. Eccoci qua, un anno dopo. La campagna riparte e sarà online fino al 15 dicembre 2019 con l’obiettivo di regalare energia alle case rifugio di tutte le organizzazioni che aderiscono al CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza. Come? Sul sito www.sempre25novembre.sorgenia.it basta cliccare un interruttore (virtuale) della luce per consentire a Sorgenia di effettuare la donazione. Più numeroso sarà il numero di clic registrati, maggiori saranno le giornate di energia regalate. Un sostegno concreto per il CNCA che, quotidianamente, opera con coraggio e passione al fianco delle donne maltrattate.
La campagna è supportata dal video “Lascia un segno di vita” che ha per protagoniste Bebe Vio, testimonial di Sorgenia, e Gessica Notaro e racconta - in modo coinvolgente - l’iniziativa di sensibilizzazione. “Mantenere alta l’attenzione sul tema è fondamentale affinché si possa implementare la cultura del rispetto e di relazioni non violente tra le persone” ha dichiarato Liviana Marelli, Direttore Generale de La Grande Casa scs onlus, organizzazione che si è fatta promotrice, insieme a Sorgenia, della campagna e membro dell’esecutivo nazionale CNCA con delega alle politiche minorili, giovanili e per le famiglie.
E ancora: il 14-15-16 febbraio 2020 Sorgenia promuoverà la nuova mostra collettiva delle Ri-belle, dal titolo Ogni mia casa. Si tratta di una serie di magic box realizzate da venticinque donne in uscita da situazioni di violenza e maltrattamento che hanno realizzato (avvalendosi di tecnica mista) altrettante case in miniatura, ricche di ricordi, emozioni, paure che raccontano il loro vissuto. Le opere sono state realizzate durante un laboratorio artistico, a cura dell’artista Elisabetta Reicher. “Abbiamo potuto parlare di violenza in modo diverso e con un nuovo linguaggio, lontano da stereotipi di genere e soprattutto dal “paradigma della vittima” – ha affermato Elisabetta Reicher. Un modo vitale e generativo proprio come il lavoro che hanno realizzato le donne, centrato sulla capacità di ribellarsi, agire e tornare al bello”.