
SCRIVANIA A SCRIVANIA CON L’AUTISMO
Definire routine e appuntamenti, specificare le procedure, evitare metafore o pacche sulla spalla, interruzioni, cambi di luce e voce improvvisi. Sono piccoli accorgimenti che però diventano grandi se consentono a una persona di sentirsi accolta. Se gli permettono di lavorare e di esprimere al meglio le sue potenzialità e il suo talento. Lo sanno bene in Agos dove dallo scorso aprile, grazie a una collaborazione con Alkemy, ospitano ogni settimana cinque consulenti informatici di Auticon, la prima azienda in Italia a impiegare esclusivamente persone nello spettro autistico. Cinque mondi abituati a ruotare sul loro asse, attorno al quale lo spazio ha provato a riorganizzarsi. Per raccontare, in una nuova sincronia di pianeti e astri, che un universo diverso è possibile. Ed è ancora più straordinario.
Alla base della collaborazione fra le tre realtà, unite dal desiderio di promuovere un innovativo modello di business fondato sul concetto di inclusione (quest’ultima inserita anche fra i 17 obiettivi dell’Agenda 2023 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU), c’era l’esigenza, da parte di Agos, di migrare dei programmi di business sul nuovo DWH (Data warehouse). Nell’ambito di questa attività la società leader nel settore del credito al consumo, compartecipata per il 61% da Crédit Agricole attraverso Crédit Agricole Consumer Finance e per il 39% da Banco BPM, ha scelto Alkemy, società specializzata nella trasformazione digitale, per il supporto tecnico e la realizzazione del project management di tutte le attività inerenti la gestione e lo sviluppo delle operazioni di migrazione. Ad affiancare questa sono quindi i consulenti informatici di Auticon, chiamati in qualità di sviluppatori software e analisti dati. Al contempo Alkemy lavora alla riscrittura e ottimizzazione dei programmi oggetto di migrazione, avvalendosi degli esperti Auticon, in particolare per le fasi di implementazione e testing dei progetti da modificare.
«L’arrivo di queste persone è stato anticipato da un grande lavoro propedeutico a 360° gradi, che in parte prosegue e che ha riguardato non solo le mansioni e l’organizzazione ma anche, ad esempio, l’allestimento della stanza destinata ai nuovi colleghi. Doveva presentare caratteristiche precise: non essere in un punto di passaggio, con poche interferenze e poche fonti luminose. Per ognuno di loro ci siamo chiesti - spiega Alice Azzaro, PMO del progetto che coinvolge direttamente circa un centinaio di persone - come favorire lo spostamento al lavoro e ancora come consentirgli di consumare il pranzo nel modo a loro più consono, direttamente alla scrivania oppure in sala mensa, chiaramente in orari che sono tradizionalmente meno affollati».
Ogni attività generale e di dettaglio, compresi i piani di evacuazione in caso di emergenza, ha dovuto essere valutata. Gli spazi e i movimenti sono stati riadattati ma anche il «contesto umano» è stato «riallestito». Sono stati fatti comunicazioni e incontri, sia per i colleghi strettamente coinvolti nell’iniziativa che per tutti coloro che operano nella sede di Milano, al fine di raccontare la condizione autistica, per parlare dei processi cognitivi e delle modalità relazionali, dei punti di forza e dei talenti. Non sono mancati consigli pratici e utili da mettere in atto sul lavoro ma anche nella vita privata, perché ad arricchirsi, ancor prima del professionista, è la persona. «Questa bellissima esperienza - ne è convinta Azzaro - ha messo in discussione ognuno di noi, le nostre modalità operative e di pensiero, regalandoci nuovi e preziosi punti di vista». Si esce dai soliti schemi per abbracciarne altri, si scoprono diversi modi per raggiungere persone e traguardi perché - per riprendere il motto che sta accompagnando questa iniziativa - «l’autismo non è un errore di sistema, è un diverso sistema operativo». Si tratta «di una condizione umana che porta a sviluppare particolari abilità, come l’individuazione degli errori e la capacità di concentrarsi su attività ripetitive, particolarmente utili in alcuni campi, come quello tecnologico. E questo è evidente nei risultati - assicura - che in questi primi mesi sono già stati raggiunti, con grande soddisfazione da parte di tutti». Si riceve, si restituisce.
Ogni parte coinvolta guadagna un pezzettino che, nel caso dei cinque colleghi di Auticon, è un mattoncino per costruire, forti di un impiego che costituisce anche un ritorno economico, nuove sicurezze e nuovi percorsi di autonomia.