SCHELETRO FEMMINA
Il concetto di identità è centrale nella cultura aziendale di Barilla. Nel nostro codice etico viene espresso chiaramente: onestà, trasparenza, innovazione, responsabilità sociale e ambientale sono i valori, frutto di una forte e riconosciuta identità culturale, in cui l’azienda si identifica. Identità nata dallo stile imprenditoriale dei fondatori, rafforzata in quasi 150 anni di tradizioni, esperienze e comportamenti, divenendo una delle risorse fondamentali dell’azienda.
Guidata dalla stessa famiglia da ormai quattro generazioni, Barilla è un Gruppo con una forte identità alla cui base c’è da sempre uno «stile» umano e professionale fatto di correttezza nei comportamenti, di giusto equilibrio tra rispetto per le persone e interesse per l’Azienda. In coerenza con questa visione etica Barilla si impegna a sviluppare il valore di ogni persona, rispettando l’integrità fisica, culturale e morale, così come il diritto di interagire e associarsi con altri. In azienda viviamo in un ambiente attento a tutti gli aspetti inerenti alla vita delle persone, poiché è la vita umana a ispirare sia le attività sia il business. Sostenuti dall’azienda nello sviluppo della nostra propria identità, nel pieno rispetto di interessi e caratteristiche individuali, abbiamo la fortuna di lavorare in un ambiente con eguali opportunità per la nostra crescita e auto affermazione.
Un grande supporto a questi obiettivi è sicuramente dato dagli ERG, Employee Resource Group. Attraverso il percorso e il coinvolgimento negli ERG di tutti i dipendenti e di Barilla in prima persona, ci impegniamo quotidianamente a contrastare ogni tipo di discriminazione verso etnie, culture, nazionalità, disabilità, generi e orientamenti sessuali.
È in questo contesto fertile che è nato VOCE, ERG a tematica LGBTQ+, presente in molte sedi Barilla (Italia, USA, Turchia, Germania e Francia) che, in Italia, è formato da oltre 230 membri appartenenti alla comunità LGBTQ+ o ad essa alleati.
Fin dalla sua nascita VOCE si è occupato di accrescere la consapevolezza e la conoscenza sul posto di lavoro dell’importanza dell’inclusione della comunità LGBTQ+, attraverso gesti concreti e stimolando il cambiamento culturale all’interno dell’organizzazione.
Lo sviluppo di VOCE Italia può essere diviso in tre fasi. I primi passi, dal 2016 al 2019, sono stati mossi con l’obiettivo di portare in azienda nuove tematiche e supportare il commitment aziendale per implementare le corrette best practices riguardanti i diritti e i bisogni della comunità LGBTQ+. Attraverso eventi dedicati all’awareness, al networking interno ed esterno con realtà e personalità di spicco sulla tematica LGBTQ+, VOCE Italia ha costruito una solida base di partecipanti e organizzato momenti di grande engagement.
La seconda fase corrisponde a quella della pandemia da Covid-19 che, pur costringendoci lontani, è stato un momento di accrescimento culturale della community, inserita in un solido network di altre realtà D&I con cui crescere insieme. Infine, la terza fase, che inizia adesso.
Per il 2023 l’obiettivo di VOCE è rafforzare e ingrandire la propria famiglia, con l’allargamento dei confini del network e sviluppando tematiche ancora poco approfondite, portando in azienda esempi concreti di quanto ancora c’è da fare per la comunità LGBTQ+ tutta.
In quest’ottica abbiamo organizzato un grande evento in Academia Barilla l’8 marzo 2023, invitando Francesco Cicconetti (in arte @mehths) a parlare di sé, del percorso di costruzione della sua identità e a raccontarci il suo primo romanzo “Scheletro Femmina”. Francesco è un ragazzo che ha iniziato la carriera di creator portando, con tono sempre ironico e coinvolgente, la propria vita sui social… ma non solo. Francesco è un influencer - nel senso profondo del termine - che attraverso i suoi interventi (tra cui le Iene, TedX, Sex Uncut, Radio Deejay) è in grado di creare con chi ascolta una forte connessione, influenzare le opinioni e abbattere i pregiudizi.
Francesco Cicconetti è stato protagonista di un dialogo aperto a tutti i dipendenti, in presenza e da remoto, in cui ha raccontato la sua vita, le sue esperienze e ha letto tratti salienti del libro Scheletro Femmina.
Il libro è il racconto del viaggio di Francesco dall’infanzia all’età adulta, alla ricerca della propria identità. Questa storia non è semplicemente il racconto di vita di un individuo, ma è uno strumento che aiuta a sviluppare la capacità di comprendere il mondo attraverso la prospettiva di un’altra persona, elemento chiave per essere empatici verso gli altri e sinonimo di inclusione.
L’invito a Francesco è nato da una necessità e da un’urgenza.
Necessità di continuare come ERG ad aiutare la nostra azienda a fortificare gli anticorpi di un ambiente realmente inclusivo, portando la testimonianza di un ragazzo che, con un duro percorso di transizione, ha costruito la propria identità. Urgenza di capire se, come azienda, possediamo veramente tutti gli strumenti per distruggere gli stereotipi e per trasformare le diversità in unicità.
INTERVISTA A FRANCESCO CICCONETTI
Nel libro “Scheletro femmina” parli del tuo personale percorso di transizione. In che modo credi che la tua storia possa aiutare gli altri?
Ho iniziato a raccontare la mia transizione di genere sui social nel 2017 in modo totalmente naturale. Solo in seguito ho notato che i miei racconti suscitavano interesse, non morboso, ma di sana curiosità su un tema del quale nessuno parlava. Siamo arrivati al 2023 e, giorno dopo giorno, diminuisce la mancanza di informazione e di rappresentazione a livello italiano su questi argomenti. La cosa più bella che oggi mi sento dire è: “Grazie a te ho iniziato il percorso”. La mia storia è l’esempio concreto di come vedersi rappresentati può cambiare la vita, non solo delle persone transgender, ma anche di genitori e educatori.
Quali ostacoli hai incontrato nelle tue esperienze professionali che hanno messo in discussione l’auto affermazione della tua identità?
Ho avuto un percorso privilegiato: infatti è stato più difficile imparare a conoscermi e piuttosto accettarmi, che farmi amare dagli altri. Non ho subito gravi episodi di discriminazione, forse perché sono un uomo e questa, nella società in cui viviamo, è una tutela. Ecco una delle più grandi contraddizioni del nostro tempo: per avere una vita tranquilla da ragazzo trans, non devi sembrare un ragazzo trans. Il periodo più difficile risale a quando ancora non avevo i documenti rettificati. Ero un ragazzo con i documenti al femminile. Questo mi esponeva ad atti di violenza e discriminazione anche in ambito lavorativo (da parte dei datori di lavoro) che hanno cambiato atteggiamento nei miei confronti quando hanno scoperto che ero un ragazzo trans.
Quali sono le piccole ma grandi azioni concrete che avresti voluto riscontrare nei diversi ambienti formali (es Scuola, Università, Lavoro) che ti avrebbero fatto sentire più tutelato nell’affermare la tua identità?
Avrei voluto poter accedere alla carriera alias, oggi adottata da un numero crescente di scuole superiori, università e aziende, che permette a studenti o studentesse transgender – che quindi non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita – di vedere riconosciuta la propria identità di genere.