SALUTE PER TUTTI, FAME PER NESSUNO
Salute per tutti, fame per nessun attraverso un’agricoltura produttiva e sostenibile. È questo l’obiettivo ambizioso che Bayer vuole raggiungere investendo nella continua ricerca di nuove soluzioni e nello sviluppo di servizi per mettere gli agricoltori nelle condizioni di produrre cibo sano, sicuro e ad un prezzo accessibile per tutte le persone. Ne parliamo con Fabio Minoli, Head of Communications, Public Affairs & Sustainability Bayer.
Le aziende giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. Quali sono i traguardi che volete perseguire come Gruppo entro il 2030 e il 2050?
Bayer è un’azienda che opera nel settore delle Life Sciences con competenze chiave in salute e nutrizione ed è guidata da una vision molto chiara “Salute per tutti, fame per nessuno”. Nei prossimi decenni il mondo si troverà di fronte ad una enorme sfida: garantire cibo sufficiente, sano e diversificato per la popolazione in forte crescita. Abbiamo bisogno di maggiori rese in meno terreni e di ridurre le emissioni di CO2, per questo l’agricoltura gioca un ruolo fondamentale. Entro il 2030, il Gruppo Bayer ha messo in cantiere un programma che fornirà ogni anno a 100 milioni di piccoli agricoltori dei paesi a basso e medio reddito prodotti, servizi e partnership permettendogli così di produrre cibo sufficiente e di qualità sia per sé stessi che per le comunità limitrofe. E forniremo supporto sanitario a 100 milioni di persone provenienti da zone economicamente svantaggiate. Inoltre, Bayer si impegna a raggiungere, entro il 2050, il traguardo della neutralità climatica estendendo il progetto ai suoi fornitori.
Gli obiettivi si raggiungono con azioni concrete. Quali sono le iniziative di sostenibilità portate avanti da Bayer in Italia?
È essenziale che le iniziative per la sostenibilità siano anche dirette ai territori di immediato riferimento. E sono convinto che i comportamenti virtuosi che diventano abitudini possono portare ad un vero cambiamento. Abbiamo così portato avanti alcune attività con l’obiettivo principale di coinvolgere e sensibilizzare i nostri colleghi di sede e di territorio sulle buone pratiche da adottare. Abbiamo collaborato con Plastic Free, associazione impegnata in iniziative locali con progetti che prevedono sia operazioni di raccolta di plastica monouso che eventi di sensibilizzazione verso le scuole. In poco più di un anno abbiamo sostenuto raccolte in 6 grandi città italiane (Milano, Torino, Napoli, Firenze, Roma, Reggio Calabria) con un significativo coinvolgimento dei dipendenti Bayer e cittadini.
Un’altra iniziativa volta a sensibilizzare le persone di Bayer Italia è stata quella condotta in collaborazione con Treedom. In occasione della Giornata Mondiale della Terra, l’azienda ha regalato ad ogni dipendente un albero dando vita a una vera e propria foresta Bayer con 1.650 piante, con la possibilità per ciascun collega di monitorarne il ciclo di vita e osservarne l’impatto. Questa attività si è rivelata anche un ottimo strumento di comunicazione per aumentare la conoscenza degli SDGs.
Nelle nostre attività non abbiamo trascurato l’opportunità di creare alleanze con le istituzioni. Un esempio è la collaborazione con Regione Lombardia, in particolare, abbiamo offerto il nostro contributo a FLA - Fondazione Lombardia per l’Ambiente - nell’ambito del progetto Climada che prevede la ricostruzione climatica e ambientale dell’area dell’Adamello e delle Alpi Centrali.
Sostenibilità, innovazione digitale e tecnologia: sono tre dimensioni che devono cooperare? Se sì, qual è la strategia di Bayer per tenerle unite?
Crediamo fermamente nell’innovazione come elemento essenziale per il miglioramento della vita e dell’ambiente. Cerchiamo di adottare un approccio concreto che si fonda nel rigoroso rispetto della scienza, dell’imprenditorialità e della sensibilità sociale. L’obiettivo generale del nostro lavoro è realizzare prodotti, soluzioni e servizi il più possibile in linea con le attese di consumatori e pazienti. Il cambio climatico, le risorse naturali limitate e la popolazione globale crescente saranno un vero problema e noi, investendo parecchio in ricerca e sviluppo, proponiamo soluzioni a queste sfide. Lo scorso anno abbiamo destinato oltre 5 miliardi di euro per sviluppare nuove molecole e tecnologie nei settori della medicina e dell’agricoltura moderna, digitale e di precisione.
Avete anche prodotto un corto, “L’Altra Terra”, per spiegare come la professione dell’agricoltore rinasce e si aggiorna grazie al digitale e alle nuove tecnologie. Qual è la consapevolezza delle giovani generazioni sulla questione e come riavvicinarle a questa professione?
L’obiettivo del film, prodotto insieme a Giffoni Innovation Hub, è di sensibilizzare e orientare le nuove generazioni al settore dell’agricoltura, che, grazie all’introduzione delle nuove tecnologie e al digitale, consente di ottenere produzioni copiose e un maggior rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali. In 12 minuti il film lancia ai giovani tanti messaggi. Abbiamo realizzato un racconto, la storia di una famiglia che passa per tre generazioni, mettendo al centro la tradizione e il Made in Italy, con l’intenzione di presentare il settore agricolo come un’interessante occasione per chi intende migliorare la qualità della vita e incontrare buone opportunità. Ad oggi oltre 30.000 ragazzi lo hanno visto e positivamente commentato. E anche la critica, anche grazie alla regia di Daniele Pignatelli, lo ha più volte menzionato in varie edizioni di Festival cinematografici.