
REPERIBILITA’ DEI DATI SULLA SOSTENIBILITA’: TRA DIFFICOLTA’ E REALTA’
Gli investimenti sostenibili, cioè quelli che tengono conto anche dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG), da diversi anni stanno aumentando in termini di numero, dimensioni e tipo di capitale che attraggono. In tale contesto per gli investitori è diventato necessario disporre di dati e di valutazioni (score o rating ESG) che forniscano un parere sul livello di sostenibilità di un’impresa, inteso sia come indicatore di rischio che di opportunità di crescita collegati ai fattori ESG.
I dati e i rating ESG hanno un impatto sempre più importante sul funzionamento dei mercati di capitali e sulla fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili poiché sono fonti cruciali per le strategie di investimento, la gestione dei rischi e gli obblighi di trasparenza al pubblico. Sono infatti le informazioni chiave che gli investitori utilizzano per decidere se un investimento sia un buon investimento sostenibile in linea con l’approccio applicato (esclusioni settoriali o in base ai valori, selezione positiva in base alle attività svolte) e abbia un impatto positivo su ambiente e/o società.
L’attuale mercato dei dati ESG presenta però significative carenze e criticità, soprattutto in termini di disponibilità, standardizzazione e qualità del dato e assenza di “assurance” (attestazione di affidabilità da parte di ente terzo). Ancora poche aziende e principalmente quelle grandi, quotate europee e/o operanti nelle UE hanno l’obbligo di pubblicare “report non finanziari” (con la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive -CSRD- saranno circa 49.000). Manca ancora uno standard unico a livello globale per la rendicontazione non finanziaria, sebbene la UE abbia recentemente adottato gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Infine, non esiste un sistema universale per verificare i dati riportati dalle imprese e spesso i report pubblici tendono a evidenziare i contributi positivi ai fattori ESG e sottovalutare o omettere i numeri meno lusinghieri (greenwashing).
Allo stesso modo il mercato degli operatori che processano i dati per addivenire a giudizi, score o rating di qualità o rischio ESG (i cosiddetti ESG rating provider) difetta ancora di trasparenza e chiarezza sulle caratteristiche dei punteggi ESG, sulle metodologie, sulle fonti utilizzate e sulle modalità operative del business (i.e. eventuali conflitti di interesse). Inoltre, poiché i criteri di analisi variano notevolmente tra i provider, c’è grande eterogeneità nelle valutazioni ed è possibile che la stessa azienda ottenga rating anche divergenti.
Per ovviare a ciò, sempre su iniziativa UE, è in consultazione un progetto di regolamento che avrà proprio l’obiettivo di disciplinare l’attività di tali provider e attuare una vigilanza continua e proporzionata.
Infine, l’accesso a questi dati è molto oneroso: i costi delle licenze negli ultimi anni sono lievitati, trainati dalla forte domanda degli investitori e molti operatori finanziari, compresi quelli di piccole dimensioni, si sono visti costretti a stanziare budget considerevoli per poter attuare solide strategie di investimento ESG.
In presenza di dati non sempre disponibili, che mancano di comparabilità perché non standardizzati e la cui qualità non è garantita, chi può (cioè i grandi gruppi finanziari), sta acquistando più licenze per “diversificare” le fonti informative; chi invece non ha budget, si sta affidando a un solo data provider.
Per favorire l’accessibilità la UE ha pensato all’istituzione di un punto di accesso gratuito, di facile utilizzo, centralizzato e digitale alle informazioni finanziarie e in materia di sostenibilità rese pubbliche dalle imprese europee, comprese le PMI (European Single Access Point -ESAP). L’introduzione sarà però graduale e la piattaforma sarà disponibile non prima dell’estate 2027.
I dati ESG sono uno strumento indispensabile per imprese e investitori, tuttavia, la mancanza di dati standardizzati e di qualità rimane una questione significativa che deve essere affrontata per consentire valutazioni accurate e comparabili. Le tante iniziative in campo per risolverla consentono di immaginare un futuro con dati ESG più coerenti, trasparenti e affidabili in un panorama aziendale e finanziario più sostenibile e responsabile.