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Quali futuri possibili per il clima

A cura di Valeria Colombo
30 Giu 2023

Nel 1972 il Club di Roma pubblicò il suo primo rapporto “The Limits to Growth” (I limiti della crescita), indicando al mondo che l’umanità avrebbe dovuto prendere coscienza al più presto del fatto che viviamo su un pianeta con risorse limitate.

Nel 1979 il rapporto “Charney”, curato da scienziat* american*, mise in guardia la Casa Bianca sulle conseguenze dell’aumento della CO2 nell’atmosfera. In particolare, espose le prove secondo cui l’aumento continuo delle concentrazioni di biossido di carbonio (un gas persistente che si accumula in atmosfera nel tempo) fosse legato alla combustione di risorse fossili e allo sfruttamento del suolo e che fosse ragionevole ritenere che tale incremento fosse causa di ulteriori conseguenze negative sul clima.

L’ultimo report del gruppo di scienziati riuniti nell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) pubblicato tra 2022 e 2023 ha confermato quanto previsto. Le attività umane, principalmente attraverso le emissioni di gas serra, hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale, con la temperatura superficiale globale cresciuta di 1,1°C rispetto al 1850-1900 nel decennio 2011-2020. Se consideriamo il periodo compreso tra il 1850 e il 2019 sappiamo che il 42% del totale dei gas a effetto serra di origine antropica è stato emesso negli ultimi 30 anni.

E il futuro come sarà? Nessuno lo sa, ovviamente, ma sempre l’IPCC ha elaborato scenari di possibili futuri climatici sulla base delle possibili azioni (o inazioni) di mitigazione del cambiamento climatico.

Secondo gli scenari più ottimistici è probabile che la temperatura media globale, entro il 2100, ecceda la soglia di +1,5 °C e che possa sfiorare i 2 °C (!), in leggero overshooting rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi (il cui impegno è contenere il riscaldamento a +1,5°). Per seguire questo percorso, l’uso globale di carbone, petrolio e gas nel 2050 dovrebbe diminuire di circa il 95%, 60% e 45% rispetto al 2019 e le emissioni dovrebbero scendere e raggiungere il “net zero” intorno al 2050-2070.

Gli scenari “intermedi” prevedono emissioni che rimangono stabili ai livelli attuali fino a metà secolo e un riscaldamento globale entro i 3°C al 2100 descrivendo la traiettoria su cui ci troviamo oggi. Ciò sarebbe il risultato dell’implementazione delle politiche decise fino al 2020, ma senza alcun rafforzamento nel decennio in corso. I due scenari più negativi prevedono un aumento della temperatura superiore ai 4°C con le emissioni di CO2 che raddoppiano rispettivamente entro il 2100 e il 2050.

Con quali effetti? Raggiungere +1,5°C porta picchi estremi di calore maggiori e peggiori di quelli visti finora, pericolose condizioni di caldo-umidità, precipitazioni estreme e inondazioni, cicloni tropicali, incendi ed eventi estremi a livello del mare. Un aumento tra 1,5°C e 2,5°C significa rischi associati a eventi singoli su larga scala o punti critici, come l’instabilità della calotta glaciale o la perdita dell’ecosistema delle foreste tropicali. Con un riscaldamento di circa 1,9°C, entro il 2100 metà della popolazione umana potrebbe essere esposta a periodi di condizioni climatiche pericolose per la vita derivanti dagli impatti accoppiati di caldo e umidità estremi. A livelli di riscaldamento sostenuti tra 2°C e 3°C, le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale andranno perdute quasi completamente e in modo irreversibile.

La prima buona notizia è che le opzioni per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’umanità sono molteplici, fattibili ed efficaci, e sono disponibili ora.

Ci troviamo per certo in un decennio critico, durante il quale dobbiamo quasi dimezzare le emissioni globali garantendo al contempo la sicurezza alimentare ed energetica, proteggendo e ripristinando gli ecosistemi naturali.

La seconda buona notizia è che nel mondo ci sono abbastanza soldi per attuare un vero cambiamento, se le barriere esistenti vengono rimosse. Serve iniziare a spenderli nella direzione giusta.

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