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OLTRE LO STEREOTIPO

Le molteplici identità nel mondo della consulenza
A cura di Redazione
21 Mar 2023

In questo numero di DiverCity magazine dedicato alle identità, scegliendo una prospettiva originale e interessante, Boston Consulting Group ha deciso di interrogarsi sull’identità professionale, anzi, più precisamente, sull’identità di chi lavora in consulenza. Esiste uno standard a cui uniformarsi per essere consulente? Esisteva ma ora non c’è più? E quali caratteristiche aveva, se così fosse? Un buon modo per scoprirlo è chiederlo alle persone che in BCG lavorano, da molto o da poco tempo, e che possono contribuire con un punto di vista differente alla visione di insieme che anima l’azienda tutta.


Stefano Raisoni

EMESA DE&I Recruiting Coordinator, in BCG da 4 anni

“I network, cosiddetti ERG, sono un’espressione dell’appartenenza ad una comunità di persone che condividono interessi e bisogni comuni e, per questo, hanno a che fare con le identità. Chi non appartiene a una certa comunità, prendiamo ad esempio la comunità LGBTQ+, può trovare nel network un luogo in cui informarsi; mentre per chi ne fa parte il network offre un posto in cui esprimere liberamente la propria identità. Il concetto del true self at work non può più essere messo in secondo piano dalle organizzazioni. Essere costrett* ad esprimersi secondo schemi precisi incide negativamente sulla performance, sulla creatività, sulle relazioni. Fare rete, a questo punto, vuol dire anche fare chiarezza e informare. Un esempio: i binarismi (uomo/donna, eterosessuale/omosessuale, giovane/anzian*) non sono più rappresentativi della realtà, ma solo i due poli di uno spettro molto più ampio. Le persone devono saperlo ed essere pronte ad accettarlo”.


ENRICO NEGRI

HR Recruiting Specialist, in BCG da 18 anni

“Un super lavoratore, ingegnere con Master in Business Administration che delega la gestione della famiglia alla moglie o all’assistente: questo era lo standard del consulente 24 anni fa quando ho iniziato a lavorare. Poi il mondo è cambiato e, con esso, l’idea di consulenza. Oggi in BCG gli uomini hanno capito che possono lavorare meno e le donne che hanno possibilità di fare carriera. In azienda siamo al 50% di presenza maschile e femminile in entry level. Il mio stesso essere una persona con disabilità in BCG - partendo dall’esigenza di regolarizzarsi rispetto alle categorie protette - ora è invece percepito dal management come un valore; tutte le diversità lo sono”.


LAURA VILLANI

Managing Director & Partner at BCG, in BCG da 9 anni

“Quando sono entrata in consulenza, 21 anni fa, tre quarti dei colleghi erano maschi e fin troppo simili gli uni agli altri: ingegneri, economisti, ambiziosi, di buona famiglia, sposati e padri di famiglia. Era un microcosmo talmente stereotipato da apparire come una sorta di casta fino al punto da mettere in una posizione di svantaggio non solo le donne, ma anche i maschi che non erano sposati e con figli. Negli ultimi quattro/cinque anni la realtà in BCG è molto cambiata, tanti retaggi del passato sono stati finalmente sdoganati: anche i genitori single e le donne sono in aumento (non potevamo certo perdere così tanti talenti!). Ecco il bello della consulenza: quando un cambiamento invade la società esterna, noi riusciamo ad adattarci velocemente. Un aspetto che invece non cambierà mai è la curiosità che anima tutt* noi e la voglia di fare costantemente qualcosa di buono, sia per il cliente che per la società”.


SHENG XU

Consulente, in BCG da 2 anni

“Ancor prima di entrare in questo settore sapevo che c’erano dei forti pregiudizi, che idealmente c’era un consulente ideale a cui tutti si dovevano omologare. Ma le cose sono cambiate, oggi a chi lavora in consulenza strategica vengono richieste tre cose: competenza, motivazione, qualità personale. Lavorando così possiamo essere tutt* diversi, perché ci sentiamo accolt*. BCG è diventato un mondo accessibile e inclusivo per tutti i laureati e le laureate, un luogo in grado di rappresentare una opportunità per i giovani talenti, per cui è finalmente possibile essere se stess*”.


ELENA GALLIANI

Consulente, in BCG da 2 anni

“Prima il consulente era legato prettamente al modello maschile. Il professionista che amava lavorare tanto, che si portava il pc in vacanza, che dava buca agli amici, che era sempre di fretta e non riposava mai. Oggi i/le consulenti amano il cambiamento e il lavoro in team. Sono figure positive, lontanissime dal busy businessman di una volta. Sono persone sveglie, intelligenti, assertive. Persone a cui piace cambiare. Ci piacciono le deadline, cerchiamo di raggiungere tanti risultati nel breve termine, ma prosperiamo nel confronto con gli altri. Noi della nuova generazione di professionist* abbiamo valori diversi. Vogliamo essere felici nel presente, cercando un equilibrio tra il lavoro, da cui traiamo soddisfazione, e la vita privata, a cui non vogliamo rinunciare”.

Elena Galliani

MONIA MARTINI

People & HR Operations Executive Director, in BCG da 25 anni

“Se prima il 90% dei consulenti erano economisti e ingegneri, ora cerchiamo talenti ovunque. Non è più accettabile l’idea unica del consulente con valigia, giacca e cravatta. Il mercato e la società chiedono altro, giustamente. In BCG ci siamo resi conto che il punto di vista femminile poteva portare una prospettiva nuova, identificare esigenze diverse e punti di vista innovativi rispetto al passato. Ci siamo dati dei target da raggiungere: il 50% dei consulenti deve essere donna. Ma i numeri non bastano: serve che tutte le persone stiano bene, serve creare le condizioni per cui queste rimangano con noi. Con “Women@BCG” facciamo questo, poche precise azioni di valore estendibili a tutt*. (Ad esempio convertire la maternity policy in parental policy). E ciò che abbiamo fatto per gender e orientamento sessuale o affettivo, sarà fatto anche per ethnicity e disability. Il D&I team lavora su tutte queste tematiche a 360° in collaborazione con le risorse umane. Credo sia la strada giusta".

Monia Martini

SARA TADDEO

Diversity Equity & Inclusion Manager, in BCG da 6 mesi

“Due tratti distintivi di BCG sono darsi dei target e creare le giuste condizioni perchè i target divengano prassi di successo. Partire dai target è un traino fondamentale perchè diventa una spinta energetica attraverso la quale le persone si coalizzano tra loro e trovano unità d’intenti. Trovano un linguaggio comune. Questa logica, che ha grandi benefici in termini di raggiungimento dei risultati, deve andare di pari passo con il creare le migliori condizioni possibili per avere una popolazione varia e inclusa. In BCG abbiamo iniziato a lavorare a nuovi progetti che riguardano le diversità etniche perché dobbiamo saper valorizzare il fatto che in Italia vivono molt* giovani di seconda generazione o provenienti da altri Paesi che sognano una carriera lavorativa anche in consulenza. Per questo ci siamo dati un obiettivo di medio lungo periodo: scovare nuovi talenti e garantire loro l’accesso a un lavoro qualificato. Stiamo costruendo una rete di alleanze con realtà associative di giovani con background migratorio attive in tutta Italia. Ad esempio abbiamo lanciato un progetto realizzato con Sistech che permetterà a donne rifugiate di accedere a percorsi di reskilling di ambito STEM. L’inclusione delle diversità è possibile solo se si valorizzano le identità delle persone, che sono portatrici di storie uniche”.

Sara Taddeo
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