NEURODIVERSITÀ COME RISORSA - Specialisterne

21 Ott 2019

Stella Arcà

Grande tenacia, estrema precisione, alto livello di concentrazione e grande memoria sono abilità preziose per il settore IT, nonché presenti nella maggior parte delle persone con autismo o sindrome di Asperger. Thorkil Sonne, impiegato in un’azienda di telecomunicazioni in Danimarca, se ne rese conto quando, di ritorno da un viaggio in Europa con la famiglia, vide il figlio con sindrome di Asperger disegnare in autonomia la cartina stradale dell’Europa completandola con 150 caselle e 500 caratteri alfanumerici senza avere l’originale sotto gli occhi. Profondamente colpito, Sonne vide in suo figlio una straordinaria capacità. Ma allo stesso tempo sapeva che le opportunità lavorative per persone con autismo sono molto poche. Secondo gli ultimi studi dagli Stati uniti 1 persona su 59 è all’interno dello spettro autistico, e di questo collettivo l’85% non ha un lavoro. Sonne decise quindi di puntare tutto su questo incredibile potenziale inespresso: è così che chiese le dimissioni, mise una seconda ipoteca sulla casa e fondò Specialisterne, “Gli Specialisti” in danese, organizzazione sociale che valorizza le grandi capacità delle persone con autismo e da loro un concreto futuro lavorativo.

“La nostra mission è fornire una formazione come consulenti informatici a persone con autismo ad alto funzionamento e sindrome di Asperger, per poi offrire un’opportunità professionale nel settore IT con il supporto di un tutor”, racconta  Francesc Sistach, Direttore Generale di Specialisterne Italia. “Abbiamo realizzato progetti di inclusione della neurodiversità in 40 città e 21 paesi nel mondo, abbiamo una partnership con l’ONU e lavoriamo in linea con 4 obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”. Dal 2017 Specialisterne ha sede anche in Italia, a Milano dove sono stati inserite 25 persone con sindrome di Asperger per diverse aziende come Everis e Flex, mentre all’estero è la multinazionale SAP a contare più consulenti, ben 130 in dieci paesi diversi. L’azienda ha grandi obiettivi: “Prevediamo di fornire un’opportunità lavorativa a 25 persone entro il 2019 e ad altre 30 nel 2020. L’idea è quella di estendere il modello anche in altre città oltre Milano. Per questo realizzeremo quest’anno un progetto a Roma e uno a Bologna in collaborazione con grandi multinazionali”.

“Parte di quello che facciamo è cambiare la percezione della diversità e identificarla come un valore aggiunto. In Italia ho trovato un paese più avanzato rispetto a molti altri d’Europa per quanto riguarda l’inclusione della diversità” continua Francesc Sistach. Per un’inclusione di successo l’azienda cliente riceve da Specialisterne una formazione specifica da parte di un tutor: “Se non si ha mai avuto a che fare con persone con autismo, la figura del tutor è estremamente importante per avere una guida nel gestire la neurodiversità all’interno di un team, soprattutto all’inizio dell’inserimento”, racconta Annalisa Bartolini, team leader in Everis, multinazionale IT che, in Italia, ha assunto 10 consulenti con autismo. Di questi, 2 lavorano nel team di Annalisa. Uno degli aspetti più importanti riguarda proprio il  tutoraggio, che si rivela una risorsa preziosa, sia nella gestione del singolo dipendente, sia nel miglioramento dell’efficienza aziendale. Marco De Angelis ha trentadue anni, una diagnosi di sindrome di Asperger e un contratto a tempo indeterminato con Everis Italia, dove lavora dal 2018 e si occupa di incident management individuando errori e risolvendo problematiche dei sistemi informatici.

“Questa esperienza ha cambiato la mia vita totalmente, mi ha dato un lavoro stabile, in un’azienda grandissima dove si lavora con team giovani e progetti stimolanti, in una città sempre dinamica. È un cambiamento importante per me, per noi, per quelli come noi”. L’inclusione dei consulenti provenienti da Specialisterne ha apportato benefici a tutto il team: “Da questa collaborazione abbiamo imparato che le differenze sono azzerate e che la diversità è un valore aggiunto. Avere delle difficoltà da un lato significa avere capacità speciali e preziose dall’altro”, conclude Annalisa Bartolini. L’inclusione della neurodiversità permette quindi alle aziende non solo di avere risorse di talento, ma anche di migliorare le soft skills dei manager che gestiscono queste risorse e di creare una cultura inclusiva di cui beneficiano tutti i dipendenti.

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