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NEI PANNI DELL’ALTR*

Sanofi Italia ha organizzato un percorso per i propri collaboratori e le proprie collaboratrici per riflettere sulla (dis)abilità fisica e psichica. E le occasioni di confronto proseguono con l’«Italy Sanofi Cup»
A cura di Michela Offredi
01 Gen 2024

Ci sono barriere fisiche e mentali, con le quali alcune persone convivono ogni giorno. E poi ci sono barriere costruite dalla poca conoscenza, dalla poca empatia, esperienza. «Mettere in discussione se stessi è il modo migliore per capire gli altri», diceva Michelangelo. E Sanofi, una delle principali aziende farmaceutiche per presenza industriale e numero di collaboratori in Italia, ha provato a fare sua questa frase e a creare un percorso per riflettere sulla (dis)abilità, fisica e mentale, e così facendo promuovere un’inclusione sempre più vera, consapevole, nella certezza che la diversità è sempre una ricchezza. 

Dal titolo «Divercity & (Dis)ability», il percorso si è svolto la scorsa estate e ha coinvolto un’ottantina di collaborator* in vari momenti. Ad aprire il tutto è stato un webinar, tenutosi il 16 maggio ed incentrato, come suggeriva il nome, su «Racconti di inclusione. L’inclusione delle persone con (dis)abilità fisica». «Fra gli obiettivi - spiegano dall’azienda - c’era sicuramente quello di conoscere esperienze positive e negative di inclusione/esclusione, acquisire consapevolezza delle proprie credenze sulla (dis)abilità, conoscere quali diversi tipi di (dis)abilità esistono, comprendere perché è importante parlare di accessibility». 

Il 20 giugno, sulla stessa scia, si è poi tenuto un secondo webinar, in questo caso dedicato alla (dis)abilità psichica, e che ha rappresentato anche l’occasione per raccontare un momento precedente tenutosi a cavallo dei due appuntamenti. 

Il 7 giugno, infatti, un gruppo di collaborator* di Sanofi si è recato alla Cascina Biblioteca d Milano, un luogo speciale dove convivono diverse realtà accumunate dall’intento di trasformare la (dis)abilità in risorsa e offrire alle persone più fragili percorsi e possibilità per vivere una vita autonoma e soddisfacente. Lì, con il coinvolgimento di alcun* espert* e grazie al supporto di Eu-tròpia Società Benefit, i presenti sono stati coinvolti in diversi laboratori esperienziali: quello di legatoria, cineforum, cooking e «non ausili», con l’intento di scambiare esperienze e far vivere, seppur per pochi minuti, com’è una vita senza l’udito, la vista o il movimento libero e completo. «I laboratori - proseguono sempre dall’azienda - hanno rappresentato l’occasione per sperimentare diverse forme di (dis)abilità, mettendosi nei panni degli altri per comprenderne pensieri e sentimenti, superando pregiudizi e riflettendo sull’importanza dell’inclusione che passa attraverso le azioni e le parole di tutti noi». A conclusione della giornata è stato piantato un albero di melograno («simbolo di vitalità, amore e abbondanza»), per ricordare l’evento ma anche per non dimenticare che, come la piantina per crescere ha bisogno di acqua e cura, anche l’inclusione è un cammino che richiede un’attenzione costante, quotidiana. 

Il percorso «Divercity & (Dis)ability» non è stato però l’unico momento che ha offerto alle persone di Sanofi la possibilità di riflettere su queste tematiche. Un’altra bella occasione è stata data dalla «Sanofi Cup», le Olimpiadi interne che, a livello globale e in vista di Parigi 2024, hanno coinvolto tutti i e le dipendenti del gruppo. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello «di accendere il potenziale di ognuno, puntando sullo sport, sul benessere, su una partecipazione attiva alla società». A tutti è stata lanciata una triplice sfida: impegnarsi in un’attività fisica, sostenere la comunità locale diventando volontario, e partecipare come concorrente, organizzatore o sostenitore a un evento locale promosso proprio nell’ambito di questo percorso. In relazione proprio a quest’ultimo punto, venerdì 29 settembre, insieme ai colleghi della sede di Milano e alla Fondazione Tavecchio, si è tenuta un’indimenticabile giornata di sport inclusivo, «Sport senza barriere». Più di 130 dipendent* sono sces* in campo al fianco di atleti diversamente abili, per scoprire maggiormente se stessi, superare le barriere, spingersi oltre e fare squadra. Giocare a basket in carrozzina con i campioni del Seregno, a badminton sulla sedia a rotelle, a calcio, a pallavolo da seduti, provare l’handbike: queste le attività svolte in compagnia di diversi campioni paralimpici. Altre iniziative, sempre legate alla «Sanofi Cup», sono state organizzate a livello italiano anche negli altri siti di Anagni (FR), Origgio (VA) e Scoppito (AQ), e tra i colleghi della Rete Esterna. 

E ogni volta sono state giornate e momenti all’insegna delle diverse abilità per andare oltre i limiti, gli stereotipi. E, come diceva Michelangelo, per provare davvero a capire l’altr*.

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