L’INTELLIGENZA EMOTIVA È UNA CONTRADDIZIONE IN TERMINI?

26 Set 2022

di Maria Giovanna Venturini

“L’Intelligenza Emotiva è una contraddizione in termini?”. Così comincia l’articolo del 1990 di Peter Salovey e John Mayer in cui per la prima volta viene introdotto il concetto di Intelligenza Emotiva. Una domanda che non era nuova: durante il corso degli anni i ricercatori che si erano occupati di intelligenza, ed in particolare del Quoziente Intellettivo, avevano approfondito lo studio delle emozioni.

Risultava sempre più evidente, infatti, che per avere successo nel lavoro e nelle relazioni non erano tanto e solo le competenze legate al quoziente intellettivo a farla da padrone (prevalentemente quelle logico-matematiche e linguistiche), quanto piuttosto quelle afferenti alla sfera emotiva.

Non solo l’intelligenza - nella sua accezione tradizionale - non era in contrasto con le emozioni, ma anzi esisteva un tipo molto specifico di intelligenza deputato proprio al riconoscimento di queste, alla gestione di sè e alla capacità di relazionarsi efficacemente con se stessi e con gli altri.

Daniel Goleman, psicologo che più di chiunque altro ha contribuito a divulgare il concetto di I.E. - con il suo best-seller intitolato: “Intelligenza Emotiva” - definisce l’I.E. come “la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire di un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare”.

È una definizione esaustiva che fa emergere la bellezza dell’Intelligenza Emotiva: non si nasce Emotiva_Mente Intelligenti, però lo si può diventare attraverso lo studio, l’allenamento, la condivisione, le esperienze e molto spesso anche attraverso gli errori che ognuno di noi fa e che tanto ci insegnano.

Ma perché è così importante dare retta alle emozioni?

Le neuroscienze ci dicono che noi siamo sottoposti a circa 75.000 stimoli al secondo. Se siamo molto concentrati, rilassati e abbiamo dormito bene, di questi 75.000 stimoli ne possiamo percepire a livello razionale circa 9.

Se invece magari abbiamo dormito male o siamo stressati o affaticati, ne percepiamo meno (5 o 4). Quindi, in condizioni di massima concentrazione, in cui avvertiamo circa 9 input su 75.000, arriviamo a perdere 74.991 stimoli.

Sono tantissimi, ma queste informazioni sull’ambiente e sulle persone che ci circondano fortunatamente le smarriamo solo a livello conscio e razionale: nel nostro inconscio, invece, vengono tutte registrate, processate, e molte di esse ci vengono restituite sotto forma di emozioni.

Questo è ciò che accade: le emozioni nascono nel cervello e sono informazioni preziosissime su noi stessi, sui nostri valori, su ciò che per noi è davvero importante, sull’ambiente, sulle persone che ci circondano e sulla nostra relazione con loro!

Le emozioni che proviamo portano dentro delle informazioni che sono il motore che ci spinge ad agire e a prendere decisioni. Se non le esploriamo, rischiamo che il nostro agire non sia intenzionale. In questa situazione siamo semplicemente “spinti” dai nostri moti interiori ma non davvero consapevoli e in grado di essere efficaci e di raggiungere i nostri obiettivi.

È dannoso sopprimere le emozioni, tentare di “metterci sopra un coperchio” e non sentirle.

Per questo motivo è importante allenarsi a riconoscerle, a capire quali significati ci portano, a gestirle e a trasformarle in nostre alleate per poter entrare in relazione efficacemente con ciò che ci circonda e arrivare ai risultati che desideriamo.

L’intelligenza emotiva è la nostra capacità di integrare i pensieri e le emozioni per arrivare a prendere decisioni sostenibili ed ecologiche per noi e per il “sistema mondo” nel quale viviamo: attraverso di essa possiamo costruire e mantenere buone relazioni con chi ci circonda.

Allenare le Soft Skills che fanno parte di queste quattro aree è la strada che porta alla felicità, alla pienezza delle relazioni e alla realizzazione personale e professionale, si inizia con un piccolo primo passo, e la strada si apre verso nuovi orizzonti.


Maria Giovanna Venturini

1972, laurea e specializzazione post laurea PoliMi (politecnico di Milano e Brera);

Trainer & ICF PCC Coach e Team Coach EQ Assessor, Business Climate, Analist & Designer

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