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L’INCLUSIONE IN ALFAPARF MILANO

Quando la sostenibilità è bellezza
A cura di Redazione
11 Mar 2023


Che cos’è la bellezza? Una domanda che si sono posti in tant*. Le risposte sono state ancora più numerose, perché non esiste una sola definizione di bellezza ma molteplici, in base agli occhi di chi osserva.

Per ALFAPARF MILANO, multinazionale italiana che opera nella cura del capello e del corpo, è un fatto estetico e di sostenibilità sociale. Valori che persegue anche attraverso il progetto global “Bellezza in tutte le sue forme”, partito nel 2013 dalla filiale brasiliana di ALFAPARF MILANO per aiutare i giovani con disabilità, tra i 18 e i 40 anni, a entrare nel mondo del lavoro.

Negli anni questo “ricco laboratorio di bellezza”, che ha soprattutto lo scopo di offrire ai/alle partecipanti con disabilità le conoscenze necessarie per diventare assistenti al parrucchiere, si è rivelato un aiuto concreto alla crescita personale e professionale di tant* ragazz*: dei circa 170 certificati in Brasile, Guatemala, Irlanda, Italia circa 30 stanno lavorando.

I risultati sono stati sorprendenti anche nel nostro Paese, dove il percorso è attivo dal 2015. In Italia dal 2015 ad oggi sono stati certificati 40 ragazz*. Tra questi ci sono Laura, Rebecca, Sara, Gabriele G. e Gabriele T. oggi assistenti parrucchieri grazie all’esperienza con ALFAPARF MILANO in collaborazione con la ONLUS AIPD (Associazione Italiana Persone Down).

Al termine del percorso, Attilio Brambilla, Vice Presidente della multinazionale cosmetica professionale, ha consegnato i cinque diplomi durante una cerimonia presso la sede di ALFAPARF MILANO a Osio Sotto.

“La consegna dei diplomi è stato uno dei momenti più emozionanti – racconta Sara, 21 anni – una vera soddisfazione perché è stato certificato che ho fatto un buon lavoro”. Una giornata che sicuramente Sara non dimenticherà. Dopo mesi di formazione e lavoro, consapevole delle capacità acquisite, è salita sul palco e ha parlato a nome di tutte le persone del corso.

Il corso per assistente al parrucchiere, giunto ormai alla sesta edizione, non ha solo uno scopo professionale, ma soprattutto personale, essendo finalizzato sia all’integrazione sia allo sviluppo dell’autonomia delle persone. I formatori di ALFAPARF MILANO e le educatrici di AIPD, infatti, hanno seguito una metodologia innovativa sviluppata ad hoc per tutti i partecipanti: lezioni teoriche, con video, immagini e parole specifiche si sono alternate a momenti di attività pratiche volte a migliorare le capacità manuali di allieve e allievi.

L’obiettivo è stato far crescere le competenze tecniche e l’interesse rispetto alla mansione, tanto da essere in grado di riconoscere da subito con facilità gli spazi nel centro tecnico/Salone (ingresso/sala accoglienza cliente, zona dei lavatesta) e gli attrezzi del lavoro (spazzole, phon, piastre, pettini, bigodini, salviette etc…), conoscendo e rispettando gli orari e le regole di lavoro e la gestione della propria persona (ordine, pulizia, postura, divisa).

Durante gli stage, le ragazze e i ragazzi hanno svolto le diverse mansioni apprese in aula, mettendosi in gioco e cercando di apprendere quanto è stato loro richiesto. In queste occasioni, hanno dimostrato di riuscire a costruire un rapporto professionale e rispettoso con il referente del Salone, comportandosi in modo adeguato con i clienti (con discrezione e delicatezza) e dimostrando di avere buone competenze a livello operazionale e intellettivo e in alcuni casi essendo in grado di lavorare in piena autonomia svolgendo mansioni di una certa difficoltà.

“Ricordo ancora i primi giorni di lavoro al salone “Fantasie” di Osio Sotto – racconta Sara – All’inizio ero imbarazzatissima, ma poi mi sono sciolta e ho iniziato a sentirmi a casa. Il mio compito era aiutare i proprietari nel lavoro quotidiano; con il tempo sono diventata bravissima a lavare le ciotole usate per la tinta dei capelli, una funzione importante che in pochi solitamente amano svolgere”. La più grande gratificazione? “Ricevere il primo stipendio”, risponde Sara orgogliosa di quanto imparato e grata per aver potuto lavorare sul campo da vera protagonista.

Il programma, nell’edizione italiana, viene integrato con una lezione extra dedicata al make-up. Una gioia per Sara L. che ha un sogno nel cassetto: diventare una grande make-up artist. La stoffa non le manca di certo: ogni occasione è buona per seminare germi di bellezza con qualche lezione di trucco ad amiche e amici, colleghi e persino alle educatrici. “La mia ambizione è diventare una truccatrice”, confessa.

Dalla formazione alla consapevolezza della propria identità. Attraverso il lavoro quotidiano Laura, Rebecca, Sara, Gabriele G. e Gabriele T. hanno avuto la possibilità di familiarizzare con la propria immagine, capire chi sono e che tipo di persone vogliono essere nella vita, in cui la bellezza non può mancare, in ognuna delle sue forme.

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