L’INCLUSIONE CHE SCORRE
Iper specializzazione, grande empatia e sensibilità. Il mestiere del/della D&I manager e responsabile sostenibilità non si può imparare solo dai libri, ma sul campo ogni giorno. Richiedono skills che vanno oltre le competenze hard, servono testa, cuore e visione per il futuro. Per ricoprire questi ruoli, oggi il mercato del lavoro richiede donne e uomini sempre più preparati. Come si traduce tutto questo in termini organizzativi? Ne parliamo con Simona Piva, Diversity & People Care Officer di Findomestic.
Dott.ssa Piva, sostenibilità e D&I nelle organizzazioni: due funzioni che ora richiedono sempre più specializzazione. Come è organizzata Findomestic?
La D&I nasce nel mondo HR in quanto la nostra organizzazione riproduce fedelmente quella della nostra capogruppo Personal Finance – BNP Paribas. Negli ultimi anni, così come nella stragrande maggioranza delle aziende, la funzione RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa) ha assunto una sempre più ampia rilevanza andando spesso a intersecarsi con la mission della D&I. In Findomestic, la funzione RSI risiede all’interno della Direzione Engagement e ha il compito di coordinare i 3 pillars del Positive Impact definito da BNP Paribas: essere esemplare come azienda e come datore di lavoro (per il quale l’impatto delle azioni D&I sono determinanti); trasformare le nostre attività, i nostri modelli operativi e le nostre offerte; avere un impatto positivo attorno a noi.
Ad oggi, occuparsi di D&I non significa solo pianificare iniziative di sensibilizzazione per i propri collaboratori ma permeare tutti i processi delle aziende contribuendo a una profonda trasformazione culturale e promuovendo azioni d’impatto sull’ambiente circostante. Vista la complessità dei temi e delle relazioni necessarie affinchè tutto ciò possa concretizzarsi, occorrono competenze e grande specializzazione, oltre a un coordinamento costante tra le due funzioni deputate a questa mission.
“Quanto di vero c’è nelle aziende relativamente alle tematiche D&I?”, spesso si sentono chiedere le persone chi si occupano di diversità nelle aziende. Lei come risponde a questa domanda?
Ad oggi le aziende non possono prescindere dall’adozione di politiche di D&I. È fondamentale permeare tutti i settori e tutti i processi aziendali dei valori della D&I per garantire un ambiente di lavoro accogliente, aperto e inclusivo per il cliente interno e per quello esterno. È innegabile che oggi il consumatore è molto più attento rispetto al passato ai temi sociali, ambientali e a quelli dell’inclusione e sceglie i prodotti e i servizi anche sulla base di quanto le aziende sostengono questi imprescindibili valori. Secondo il Diversity Brand Index 2021, la percentuale di coloro che non sono sensibili al tema si è dimezzato rispetto al 2020 (dal 25,4% al 12,4%). Le aziende che investono nelle politiche inclusive registrano incrementi pari al 23% dei ricavi rispetti ai marchi non inclusivi; oggi l’88% degli italiani sceglie brand inclusivi (nel 2017 era il 52%). Alla luce di questi dati, di fronte a collaboratori che vogliono lavorare in un ambiente inclusivo e a clienti sempre più attenti e consapevoli, diventa mandatory per le aziende adottare politiche socialmente responsabili. E se sono operazioni di facciata si vede e non paga…
Qual è il futuro della D&I e del ruolo dei/delle diversity manager?
Cresce la consapevolezza dell’importanza della D&I all’interno delle organizzazioni. I collaboratori vogliono lavorare in ambienti in cui la diversità sia considerata un valore, in cui non abbiamo il timore di subire lo stigma o di essere discriminati e in cui possono esprimere liberamente e serenamente il proprio talento così come i nostri stakeholder e i nostri clienti ci scelgono sulla base delle nostre azioni e dei valori che dichiariamo di rappresentare. La D&I assume un ruolo sempre più centrale e, di conseguenza, la figura del Diversity Manager ha una rilevanza sempre maggiore. Per poter ricoprire in modo adeguato questo ruolo occorrono persone iper-specializzate con notevoli capacità di ascolto, skill relazionali, la costruzione di un network interno ed esterno all’ambiente in cui si opera.