L’INCLUSIONE A SCUOLA PARTE DALLA FORMAZIONE DEI DOCENTI

30 Set 2022

L'importanza di DSA e BES nel concorso ordinario

di Emanuele La Veglia

La strada per insegnare è davvero lunga e, in un mondo che è in continua evoluzione, la figura dell’insegnante deve avere, nel proprio bagaglio, spiccate abilità psicologiche, oltre che quelle meramente didattiche. Gli studi scientifici, susseguitisi nel corso degli anni, hanno fatto emergere difficoltà a cui fino a poco tempo fa non si era pensato, per mancanza di approfondimento e prospettive ancora troppo tradizionali.

Quella che una volta si classificava come svogliatezza o distrazione, oggi può presentare motivazioni profonde e consistenti. Al centro del discorso due espressioni parecchio in uso nel settore, ovvero DSA e BES, semplici sigle che dischiudono iun universo enorme, fatto di intelligenze e di neuro-diversità: vediamo di cosa si tratta.

La prima sta per Disturbi Specifici dell’Apprendimento e include una serie di ostacoli che riguardano le capacità di lettura, scrittura e “far di conto”, le tre abilità principali che si costruiscono sin dalle elementari. Un insieme che abbraccia dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia, le quali vanno ad intaccare, dunque, sia competenze che movimenti del corpo, ad esempio della mano con cui si impugna la penna.

Il secondo gruppo attiene a un qualcosa di più “nascosto”, almeno in apparenza, poiché per Bisogni Educativi Speciali si intendono differenze di tipo linguistico, culturale, ma anche economico e inoltre blocchi legati a situazioni di ansia, dettate magari da situazioni familiari difficili.

Nel novero rientra l’ADHD, disturbo da deficit di attenzione o iperattività che, come i precedenti, va riconosciuto, diagnosticato e attestato a livello medico.

Quanto appena detto può sembrare un elenco di informazioni attinenti al solo campo delle scienze dell’educazione, eppure non è così, sono nozioni che riguardano chiunque decida, con la giusta consapevolezza, di sedersi dietro la cattedra, anche se viene da un percorso scientifico. In questa direzione va il conseguimento dei 24 CFU in materie sociologiche, psicologiche e antropologiche, esami che, se non presenti nel proprio piano formativo universitario, vanno sostenuti a parte per poter entrare in ruolo o ambire a supplenze e incarichi a tempo.

Dopo aver esaminato il contesto attuale, veniamo alla novità del 2022 che riguarda lo svolgimento del concorso ordinario, andandolo a trasformare in maniera sostanziale. Dopo uno scritto a risposta multipla, si accede, ottenendo un minimo di 70/100, all’orale, del quale si sorteggia l’argomento il giorno precedente. Eppure, per raggiungere la sufficienza, non basta saper spiegare “La scoperta dell’America” o “I vulcani”, ma diventa necessario preparare una presentazione che tenga conto di più fattori.

L’esame consiste infatti in una vera e propria simulazione in cui, secondo i parametri contenuti all’interno della traccia, il candidato, o la candidata, immagina di avere davanti un certo numero di alunn* di cui una data percentuale ha alcune delle certificazioni di cui sopra. Ecco che allora, oltre ad approfondire la teoria è prioritario misurarsi, sin dalla fase concorsuale, con strumenti e tecniche che possano aiutarlo in determinati contesti.

Parallelamente esiste la figura dell’insegnante di sostegno, tema molto dibattuto a cui è bene accennare per completare il quadro. Attualmente, per ricoprirla, bisogna frequentare il corso noto come TFA, disponibile in varie sedi e della durata massima di 8 mesi.

Purtroppo, in un’area così delicata, si inseriscono profili che non hanno le skill necessarie: come è possibile ciò? In attesa di una chiamata per la propria materia, c’è chi decide di “ripiegare” sulle supplenze relative appunto al sostegno, senza l’opportuna formazione e, di conseguenza, riscontra difficoltà lungo il cammino.

Insomma, ci sono molti punti oscuri, ma è bello poter appurare come le cose stiano cambiando, a partire dalla scelta di chi va a svolgere uno dei lavori più decisivi per la crescita dell’individuo. Le novità evidenziate riguardano il concorso ordinario per titoli ed esami, bandito con il decreto n. 499 del 2020 e in corso tra il 2021 e il 2022. I criteri di valutazione tengono conto non solo della padronanza della disciplina, ma anche di una “capacità di progettazione didattica efficace” che deve venire fuori nel corso dei 45 minuti complessivi.

La riscoperta e la valorizzazione delle singole intelligenze passano dunque da qui, da quel bivio che oscilla tra vocazione e necessità, nella speranza che la scuola sia, un domani, sempre più inclusiva.


Emanuele La Veglia

1992, laureato in editoria, culture della comunicazione

e della moda, giornalista professionista

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