Privilegi e alleanze

L’impegno di state street: promuovere diversità e inclusività

A cura di /della Redazione
18 Dic 2024

La diversità, l’equità e l’inclusività sono preziose, fondamentali ed essenziali in quanto contribuiscono a migliorare non solo le performance, il processo decisionale e i risultati di una società, ma anche l’intero contesto nel quale essa opera. È la convinzione che guida State Street Corporation, la società statunitense di servizi finanziari e bancari fondata nel 1792 e con sede a Boston, che oggi conta circa 53.000 dipendent3 dislocat3 in 31 Paesi. «Consapevole della nostra responsabilità nei confronti dei e delle clienti e dei e delle dipendenti nel sostenere la diversità in ogni ambito della sua attività, la società, nel corso degli anni, ha avviato una serie di iniziative esterne mirate, anche, a generare maggiori conoscenza e consapevolezza sull’importanza di parlare e, soprattutto, fare inclusione», afferma Stefano Scribanis, Responsabile Banca Depositaria. A giugno 2020 a dimostrazione di come il gruppo intende usare il suo potere e la sua voce per costruire un mondo migliore e più equo, è stato lanciato il piano d’azione in 10 punti per affrontare il razzismo e la disuguaglianza. Inoltre a novembre 2021 è stato incaricato lo studio legale nazionale Relman Colfax di condurre un audit indipendente sui diritti civili per condurre un’indagine sulle pratiche commerciali della società. L’audit ha individuato 10 aree di interesse in cui State Street può agire per diventare un leader nell’uguaglianza razziale. E sempre nell’ottica di lasciare un segno, impossibile non ricordare che State Street Global Advisors, alla vigilia della Giornata internazionale della donna nel 2017, ha collocato la «Fearless Girl» nel cuore del quartiere finanziario di New York. L’obiettivo? Ambizioso seppur necessario. Fiero e senza timori, come la ragazzina in bronzo: avviare un dibattito sull’importanza della diversità di genere nella leadership aziendale. Temi che vedono la società coinvolta, fortemente attiva sia internamente che esternamente. Ma le iniziative non si sono fermate qui. Anche sul territorio italiano State Street ha avviato una serie di azioni per promuovere la diversità, l’equità e l’inclusività. Fra le tante, vi è la partecipazione al Premio Valeria Solesin, nato nel 2016 dal Forum della Meritocrazia, ideato da Paola Corna Pellegrini e in piena condivisione con la famiglia della ricercatrice italiana scomparsa tragicamente nel 2015, durante la strage avvenuta al teatro Bataclan. Un concorso ispirato sia agli studi di Valeria – che approfondiscono il tema del doppio ruolo delle donne, divise tra famiglia e lavoro – sia ad altre ricerche contemporanee che evidenziano gli effetti positivi di una bilanciata presenza femminile nelle aziende. 
Ma non è tutto perché, ad esempio, a Torino State Street sostiene Laboratorio Zanzara, che è allo stesso tempo un servizio educativo, un negozio di artigianato, un’agenzia di grafica e comunicazione, ma anche una cooperativa sociale (no-profit) nata come progetto d’integrazione per persone con disagio mentale. Laboratorio Zanzara viene sostenuta non solo attraverso sovvenzioni di tipo economico ma soprattutto attraverso ore di volontariato che i colleghi e le colleghe svolgono eseguendo attività manuali insieme ai ragazzi e alle ragazze dei e delle quali l’associazione si occupa. Un validissimo modo per vedere nel concreto quanto la diversità sia un valore per tutt3. E il desiderio «di promuovere la cultura della diversità e dell’inclusione può essere contagioso - spiega Giovanni Antonacci, responsabile dell’ufficio IT CAO Italia -. Lo testimonia il programma Supplier Diversity con cui vengono selezionati quei fornitori che hanno gli stessi valori di State Street, offrendo pari opportunità di collaborazione a tutte le aziende, comprese quelle di proprietà di minoranze, donne, veterani, e persone delle comunità LGBTQ+ e disabili».

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