LGBTQ+ A BORDO!

08 Mar 2021

Stéphane Codeluppi

Oggi la percentuale di persone apertamente lesbiche, gay, bisessuali e transgender nei posti di lavoro è in crescita, ma nonostante i notevoli progressi compiuti c’è ancora molta strada da fare.
Un numero crescente di laureati entra nei luoghi di lavoro a proprio agio con il proprio orientamento e/o identità di genere e con l’aspettativa che il posto di lavoro sarà inclusivo. Quanto alla loro identità, non hanno intenzione di nascondere chi sono quando decidono di candidarsi per una posizione. Ciò pone le organizzazioni non inclusive in una posizione piuttosto scomoda, che si intensificherà man mano che sempre più giovani entreranno nella forza lavoro.
I progressi nell’inclusione LGBTQ + sono più evidenti nei principali centri di attività negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e nell’UE. Ci sono anche luoghi, come il Giappone e Taiwan, dove i governi hanno introdotto una qualche forma di legislazione antidiscriminatoria in materia di orientamento sessuale sul posto di lavoro. Tuttavia, persistono ancora realtà aziendali che pur promuovendo marchi globali e un approccio uniforme e internazionale alla propria attività, ritengono normale che le politiche di inclusione LGBTQ+ “non si applichino” per un motivo o per l’altro.

Ancora oggi nelle varie zone del mondo l’ambiente lavorativo e sociale per le persone LGBTQ+ varia enorme- mente, a causa di almeno tre fattori determinanti.
Il primo riguarda il fatto che l’ambito legislativo LGBTQ+ nel mondo è in realtà un mosaico con approcci anche molto distanti tra loro: si va da legislazioni ben articolate sul tema, in modo positivo, ad altre del tutto neutre, fino ad arrivare a quelle addirittura restrittive. A complicare la situazione, le regole, quando ci sono, spesso sono poco chiare, parziali o non applicate in modo coerente, con il risultato che si creano ampie aree grigie. Il secondo fattore è relativo all’impostazione culturale di ciascun Paese, che fornisce una cornice per l’ambito legislativo e spesso determina anche quanto influirà la legge rispetto ad altri aspetti, come la tradizione, le relazioni e i contatti informali. In alcuni Paesi lo Stato di diritto è meno consolidato, e di conseguenza le norme informali svolgono un ruolo centrale nel governare le interazioni sociali e commerciali.

Infine, seppure molte aziende aspirino a essere “globali”, spesso sono in realtà società multinazionali, vale a dire un unico marchio che opera in vari mercati locali ma senza una vera identità univoca a fare da collante. Di conseguenza, spesso la cultura aziendale varia, anche di molto, tra le diverse aree geografiche, e lo stesso vale per i progressi a favore dei dipendenti LGBTQ+. La sede centrale può parlare con forza di uguaglianza e inclusione, ma il ritmo con cui le unità aziendali regionali implementano le iniziative LGBTQ+ globali dipende da una serie di variabili locali.
Nonostante questi fattori legati alle specificità di ogni singolo Paese, esistono in realtà alcuni metodi per migliorare l’ambiente di lavoro dei dipendenti LGBTQ+, metodi significativi anche se sottili, che non si scontrano con codici o una cultura restrittivi. Nei territori in cui non sono consigliati riferimenti diretti all’orientamento sessuale e all’identità di genere, è per esempio possibile enfatizzare principi universali come la tolleranza, l’uguaglianza e l’equità e il fatto che le molestie e la discriminazione non sono consentite.

È con questo concetto in mente che nel 2019 abbiamo implementato all’interno di Costa Crociere la nostra policy “Transgender Employees at the Workplace” al fine di incorporare delicatamente nella nostra cultura an- che questo aspetto, esplicitando i passaggi chiave per garantire che le persone transgender a bordo delle nostre navi o nei nostri uffici ricevano un trattamento equo e paritario. Ci siamo inoltre impegnati a fornire supporto ai dipendenti transgender che si apprestano ad affrontare una transizione e/o desiderano sottoporsi a un intervento di riassegnazione di genere. Inutile dire che siamo molto orgogliosi della nostra policy, che rappresenta un ulteriore passo verso l’inclusione: il messaggio che cerchiamo di inviare a tutti è che lavorare su un particolare aspetto della diversità contribuisce a creare un ambiente più inclusivo per tutti, non solo per i diretti interessati.

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