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«L’ESEMPIO DI FIGURE PUBBLICHE INCORAGGIA LA DISCUSSIONE SULLA SALUTE MENTALE E SUL BENESSERE PSICOSOCIALE»

Ne è convinta Annamaria Berrinzaghi, fondatrice, vice presidente della Fondazione Fedez e mamma del noto rapper, che in un’intervista racconta il loro impegno affinché «il tema sia sempre più accettato dalla società»
A cura di Michela Offredi
27 Mar 2024

«Ogni piccola azione può produrre un cambiamento nel corso del tempo». Ruberei la frase che accoglie i visitatori sul sito della vostra fondazione per dire che anche ogni piccolo intervento o affermazione sulla salute mentale può innescare un cambio di mentalità. È daccordo?

«Innesco è sicuramente la parola più appropriata. E ce ne siamo accorti subito dopo aver lanciato la petizione in cui chiedevamo lo stanziamento di fondi per sovvenzionare un sistema pubblico che consideri la salute mentale al pari di quella fisica. Abbiamo innescato una mobilitazione che chiede al Governo e alle Istituzioni preposte maggiore presa in carico di un problema che sta diventando sempre più un’emergenza nel nostro Paese. Tutti hanno apprezzato le parole di Federico in tv che, con assoluta naturalezza, ha svelato alcune sue fragilità. Questo atteggiamento incoraggia discussioni sulla salute mentale e sul benessere psicosociale, dato fondamentale per cercare di cambiare il mindset e abbattere i pregiudizi. Non abbiamo la presunzione di riuscire da soli ad abbattere lo stigma sulla salute mentale, ma vogliamo sostenere e promuovere tutte le iniziative volte alla sensibilizzazione, affinché diventi un argomento di discussione aperta, ma soprattutto un tema accettato dalla nostra società». 

Tantissimi adulti ma anche molti giovani si vergognano a rivelare un disagio di questo tipo e si chiudono nella loro solitudine. Esternarlo, confidarlo, fare gruppo ma anche iniziare a pensare che è una tematica che riguarda tutti, proprio come ha fatto Fedez, può essere un primo primissimo passo

«L’esempio di figure pubbliche, come Federico, che hanno avuto il coraggio di parlare apertamente della propria esperienza personale, è un passo molto positivo. Questi gesti contribuiscono a normalizzare la discussione su queste tematiche, a creare una cultura in cui la salute mentale è affrontata apertamente e senza giudizio. È un passo importante verso un nuovo benessere psicosociale personale e collettivo».

Accennava prima alla petizione. Quante firme avete raccolto? Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, alla quale avete mandato una lettera, ha risposto?

«Dopo l’intervista di Federico a “Che tempo che fa”, abbiamo cominciato a raccogliere le molte istanze che arrivavano da più parti. In quel momento, parliamo di fine ottobre, non era stato ancora varato il decreto attuativo per il bonus psicologo che riteniamo fondamentale. Il bonus non è la risposta definitiva, lo sappiamo, ma negli ultimi anni ha avuto il pregio di aiutare diverse famiglie. Senza decreto attuativo avremmo perso anche quei pochi fondi previsti. La nostra petizione è andata online il 1° novembre, raccogliendo oltre 300mila firme in meno di 3 giorni. Con la forza di tutte quelle persone abbiamo scritto al Ministro della Salute Schillaci chiedendo due cose: di varare il decreto attuativo e di aumentare i fondi da stanziare. Tre settimane dopo è stato finalmente varato il decreto attuativo che ha sbloccato i fondi. Ecco perché serviva quella petizione, ha innescato un processo, ha accelerato i tempi». 

Avete in mente altre azioni?

«Siamo in contatto con gli Ordini nazionali dei professionisti del settore e con molte realtà associative che lavorano in questo campo. Abbiamo inoltre il nostro progetto a lungo termine: la costruzione di spazi di aggregazione dove investire sulla prevenzione e sull’empowerment in modo da evitare il sopraggiungere e l’acutizzarsi di alcuni disturbi psichici e la cronicizzazione di certe patologie. Un luogo gratuito e aperto a tutti per connettersi con gli altri ed esplorare il proprio potenziale attraverso diverse attività, con la musica come elemento centrale. Il nostro centro vuole essere un luogo in cui i ragazzi possono trovare supporto emotivo per affrontare le difficoltà di ogni giorno». 

La vostra fondazione non si ferma allimpegno per la salute mentale, ma è attiva anche su altri fronti.

«Stiamo sostenendo l'Associazione Andrea Tudisco che tutela il diritto alla salute dei bambini e delle bambine affetti da patologie oncologiche e offre ogni anno ospitalità a oltre 250 pazienti e alle loro famiglie. Inoltre, con i clown dottori portano il sorriso in 13 reparti di oncologia pediatrica. Fondazione Fedez sta contribuendo alla ristrutturazione di un immobile, confiscato alla criminalità organizzata, per trasformarlo in un nuovo spazio di accoglienza. La fondazione ha sostenuto: la Croce Rossa Italiana nei primi mesi del conflitto in Ucraina, donando un mezzo isotermico per il trasporto di medicinali salvavita; la Fondazione Together To Go Onlus per la costruzione di un nuovo Centro che offre cure gratuite a bambini/e e ragazzi/e con gravi patologie neurologiche; il Comune di Rozzano per la realizzazione di un parco dello sport. Da novembre, inoltre, siamo impegnati nella sensibilizzazione alla donazione del sangue. Insieme alle principali realtà del settore abbiamo organizzato un evento a Milano: Donare il sangue salva la vita. Non è solo uno slogan, Federico ne è testimone. Crediamo moltissimo in questa attività che porteremo avanti nei prossimi mesi».

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