L’equilibrio di Alma
La bellezza è l’equilibrio tra l’idea di bello e quella di bene. In latino, infatti, il termine bellus (bello) è il diminutivo di una forma antica di bonus (buono). Questa etimologia, oggi, è più che mai di attualità.
Queste sono le premesse da cui è nata The Greenary house, la residenza ristrutturata di Francesco Mutti, Amministratore Delegato di Mutti, che oggi è anche la casa di Alma, un ficus di 26 anni, alto 10 metri e posizionato al centro dell’abitazione.
In The Greenary house, crasi di green e granary, è l’uomo ad adattarsi agli equilibri della natura: sebbene la specie di Alma, ficus australis, sia adatta a vivere in spazi interni si è reso necessario creare ulteriori condizioni affinché potesse crescere, per esempio sfruttando al meglio la luce naturale e il microclima circostante.
Nella casa tutto funziona con il geotermico, non esiste infatti alcun impianto a gas. Questo significa che ci si deve adattare a una temperatura che non si sceglie, che non può cambiare rapidamente e in modo drastico come accade accendendo un comune climatizzatore. Bisogna, invece, cercare un continuo equilibrio che consenta di star bene senza impattare negativamente sul ficus stesso.
Questa abitazione, progettata dallo studio di design internazionale CRA - Carlo Ratti Associati, sorge vicino alla sede dell’azienda di Montechiarugolo (PR) in un parco verde di oltre 2.5 ettari e si ispira alla forte sensibilità ambientale dell’imprenditore e alla sua visione di benessere, che si riflette anche sull’azienda che guida: Mutti è un’azienda che cresce puntando alla qualità, nel senso più esteso del termine, un’azienda che evolve senza rivoluzionarsi, che innova in maniera attenta e coscienziosa e che tiene bene a mente che le radici dei propri successi stanno nella Terra, e per questo la rispetta.
L’equilibrio ambientale necessario al benessere di Alma è idealmente rappresentativo di questo approccio. L’impegno del Gruppo nell’ambito della sostenibilità ambientale, infatti, è stato scandito negli anni da alcuni passaggi particolarmente significativi, come quello che nel 1999 l’ha vista diventare la prima azienda ad adottare il Disciplinare di Produzione Integrata Certificata, seguito nel 2001 dall’ottenimento della dichiarazione non ogm e, nel 2016, dal raggiungimento della completa certificazione di tracciabilità di filiera (secondo la norma internazionale ISO 22005) a garanzia della provenienza cento per cento italiana del pomodoro. Un altro risultato particolarmente importante è quello ottenuto nella riduzione dell’impronta idrica, raggiunto grazie a una collaborazione decennale con WWF Italia.
A partire dal 2010, infatti, Mutti ha avviato con l’organizzazione ambientalista un lavoro di analisi per calcolare e ridurre l’impatto della filiera sul consumo di energia e di acqua. Un percorso virtuoso che ha portato l’azienda, anche, a pubblicare il suo primo Bilancio Ambientale nel 2020 e a pianificare un primo piano di investimenti, nel triennio 2022-2024, da 1,5 milioni di euro a favore di progetti ambientali, uno fra tutti la rinaturalizzazione di un tratto del fiume Po, alla quale sta lavorando in questi mesi.
Restituire continuamente alla natura, almeno in parte, ciò che da sempre ci dona è dunque una missione quotidiana che vuole, e deve, poter dimostrare che Uomo e natura possono convivere.
Proprio come in The Greenary, prima tappa di un più ampio progetto che vedrà nascere altre opere d’architettura tra cui un ristoro per dipendenti e avventori. Tutte, ovviamente, a prova di Alma.