Scienze e tecnologie

LE SCIENZIATE E RICERCATRICI DEL DOMANI HANNO BISOGNO DI PIÙ MODELLI FEMMINILI

L’esempio di Alessandra Baldini Medical Affairs Director Janssen Italia, l’azienda farmaceutica di Johnson & Johnson
A cura di Marta Bello
15 Nov 2023

Ancora oggi, nelle aree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), si registra un notevole divario tra il genere femminile e quello maschile. Dall’istruzione primaria e secondaria, fino all’accesso, all’occupazione e alle posizioni di leadership, è dimostrato come la percentuale di donne sia nettamente inferiore rispetto a quella di uomini.

Credo che sia responsabilità di tutti e tutte impegnarsi per coltivare i talenti al femminile nel mondo della scienza, costruendo un contesto positivo e aperto, in cui le ragazze possano convincersi di poter fare tutto. Non esistono discipline femminili o maschili, ma conta la forza di volontà e il coraggio di non accettare lo status quo e di agire per cambiarlo. Io sostengo con passione e forza ogni giorno le giovani donne perché possano crescere nel mondo della ricerca e dare il proprio contributo per un futuro migliore”, commenta Alessandra Baldini, Medical Affairs Director Janssen Italia.

Biologa con una laurea sperimentale all’Università di Parma, è parte del Leadership team di Janssen Italia, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, ed è impegnata nella ricerca per scoprire soluzioni terapeutiche innovative, mirate a trattare patologie ancora con un grande bisogno clinico insoddisfatto. Appassionata di scienza fin da bambina, ha iniziato la sua carriera come ricercatrice a Parma, per poi trasferirsi in US per un post-doc al Cardiovascular Research Institute del New York Medical College a Valhalla, NY. Dopo il percorso universitario ha lavorato in diverse aziende farmaceutiche, fino ad arrivare a Janssen, dove ha maturato un’esperienza di 14 anni in diversi Paesi.

“Lavorare per un futuro in cui le malattie siano un ricordo del passato, attraverso il nostro portfolio innovativo in grado di fare la differenza nella vita dei pazienti e delle loro famiglie: questo l’obiettivo primario che mi ha sempre ispirata, per concretizzare quella che è la missione di Janssen”.

Si tratta di un obiettivo sfidante, se visto nell’ottica di un sistema sanitario che ha bisogno sempre più di innovazione a causa del costante invecchiamento della popolazione e del conseguente aumento delle patologie croniche. Così come è sfidante, alla luce della sanità regionalizzata e frammentata, far comprendere sempre più il valore di soluzioni terapeutiche innovative per i pazienti. Molte rientrano nell’ambito della medicina di precisione, che sta avendo un ruolo fondamentale e che si sta estendendo sempre di più in diverse aree terapeutiche.

La Medicina di Precisione è uno strumento che aiuterà a migliorare il percorso terapeutico di ogni paziente, supportando la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. Tenere conto, infatti, sempre più delle mutazioni genetiche, dell’ambiente e dello stile di vita di un paziente, porta a sviluppare soluzioni terapeutiche sempre più efficaci, mirate e su “misura” sui bisogni di cura della singola persona.

Una delle esperienze che ha sicuramente più segnato la carriera professionale di Alessandra Baldini è stata quella a Singapore, dove per diversi anni ha ricoperto il ruolo di Southeast Asia Medical Affairs Director per J&J. Unica leader italiana, è stata in grado di guidare un gruppo composto da ricercatrici e ricercatori di diverse nazionalità. Dalla sua esperienza in Asia, la manager si pone oggi l’obiettivo di portare in Italia un approccio al lavoro basato sull’importanza della condivisione e dell’inclusione.

Oggi, in Italia, la manager guida e rappresenta un team di 74 persone, coinvolto nella conduzione di molteplici studi clinici con farmaci altamente innovativi. Insieme alla sua équipe identifica opportunità di partnership per migliorare l’accesso dei pazienti alle cure.

Secondo Alessandra Baldini “È sicuramente importante, affinché le donne riescano a raggiungere figure apicali nei settori della scienza e della tecnologia, la presenza di iniziative e programmi che garantiscano condizioni paritarie e la conciliazione tra vita privata e carriera. Ho la fortuna di lavorare per un’azienda molto attenta a questi aspetti, in cui l’inclusione è un’esperienza quotidiana”. Janssen Italia esprime infatti una forte rappresentanza femminile a tutti i livelli gerarchici dell’organizzazione, grazie anche alle politiche globali di reclutamento che garantiscono la selezione della stessa percentuale di candidature tra uomini e donne. Infatti, circa il 50% del Consiglio di Amministrazione è composto da professioniste e nella Direzione Medica il 65% del personale è rappresentato da donne.

Un importante esempio per il Paese se si pensa che nel totale dell’industria italiana si può trovare solo 1 donna ogni 10 dirigenti.

Un altro elemento fondamentale secondo la manager è saper coltivare il talento delle nuove generazioni, valorizzandone l’entusiasmo e l’energia. Janssen Italia in questo ambito promuove “Fattore J”, progetto realizzato insieme alla Fondazione Mondo Digitale per sensibilizzare le persone più giovani a una corretta informazione scientifica e all’importanza dei progressi nella ricerca per un futuro in salute, che fino ad oggi ha coinvolto più di 200.000 tra studenti e studentesse delle scuole superiori su tutto il territorio nazionale. “Non esiste solo un talento innato, ma un talento diventa tale anche perché frutto di una maturazione, di una crescita dei propri interessi che se coltivati, arrivano a splendere. Il nostro ruolo in quanto persone adulte, ricercatori, ricercatrici e manager è supportare i e le più giovani investendo nelle loro potenzialità, lasciando loro allo stesso tempo la possibilità di sviluppare la loro curiosità, sperimentare, viaggiare e aprire le loro menti. Questo è un buon modo per poter diventare i ricercatori e le ricercatrici del futuro e continuare a portare innovazione” conclude Alessandra Baldini.

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