Le banche del tempo
Lavorando in ambito finanziario non mi è mai capitato di imbattermi in banche del tempo salvo scoprire che, per fortuna, esistono. In tema di alleanze proficue queste iniziative costituiscono un buon esempio di sviluppo sociale ed economico che non prevede l’impiego di denaro: tra gli impatti positivi generati possiamo citare i) la coesione sociale tramite il rafforzamento dei legami comunitari, la maggiore fiducia e collaborazione tra i membri, ii) l’attività economica locale facilitando scambi che potrebbero non verificarsi in un contesto basato sul denaro, iii) l’empowerment offrendo opportunità di contribuire alla comunità in modo significativo, migliorando l’intraprendenza, l’imprenditorialità delle persone. Negli Stati Uniti il Timebanking fu creato negli anni ‘80 da un’intuizione dell’avvocato americano per i diritti civili e attivista politico Edgar Cahn, fondatore di TimeBanks.org. La missione era quella di affrontare i problemi sociali derivanti dalla disuguaglianza e alleviare l’esclusione sociale. Nello stesso periodo in Canada e nel Regno Unito nacquero i Local Exchange Trading Systems (LETS), nome coniato da Michael Linton. Tali sistemi furono progettati in modo che i membri potessero gestire il proprio sistema valutario come alternativa a quello della valuta ufficiale. L’organizzazione avrebbe consentito ai membri di partecipare all’economia locale anche quando non avevano denaro contante guadagnando e spendendo “crediti” oppure facendo scambi tra loro di beni e/o servizi. Il modello trovò poi terreno fertile anche in altri paesi europei come Francia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Paesi scandinavi e in Sud America. Le Banche del Tempo italiane, fondate nel 1995 in Emilia-Romagna, si svilupparono come strumento per costruire legami sociali, ispirate dal pensiero femminile sulla conciliazione dei tempi di vita, piuttosto che in risposta a crisi economiche come avvenuto nel nord Europa. Trattasi di entità molto diversificate, per dimensione e per tipologia organizzativa: gruppi informali, associazioni ad hoc, gruppi che operano all’interno di associazioni che svolgono anche altre attività, esperienze direttamente gestite da enti locali. Nel 2000 con la legge n.53, che affrontò tematiche relative alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro (es. le esigenze delle famiglie e il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro di cura, spesso svolto dalle donne), le Banche del Tempo furono riconosciute ufficialmente come enti che promuovono scambi di tempo tra i membri, incoraggiando la solidarietà e il sostegno reciproco.Perseguono un impatto sociale positivo anche i Social Impact Bonds (SIB), meccanismi di finanziamento innovativi progettati per finanziare programmi sociali tramite investimenti privati. I SIB mirano a ottenere risultati in ambito sociale, offrendo agli investitori un ritorno basato sul successo dei programmi. In questo caso l’investimento è in denaro e i risultati - primariamente sociali - vengono successivamente trasformati in “utile” finanziario, determinato attraverso metodi come lo SROI (Social Return on Investment) che consente di quantificare in termini monetari l’impatto sociale, ambientale ed economico di un’attività, permettendo di capire quanto “ritorno” sociale si ottiene da ogni euro investito. In genere i SIB funzionano come una partnership pubblico-privato: gli investitori forniscono capitale iniziale per finanziare programmi sociali volti ad affrontare specifici problemi sociali misurabili con indicatori definiti (ad esempio, tasso di recidiva dei carcerati, miglioramento dei risultati scolastici). A programma ultimato, il “successo” viene misurato rispetto ai risultati predeterminati raggiunti e, in caso positivo, l’ente pubblico rimborsa agli investitori il loro capitale più l’utile. Questi strumenti hanno ancora un peso limitato nel mondo degli investimenti anche perché necessitano di disponibilità da parte del pubblico e del privato di collaborare secondo una logica nuova. Sicuramente costituiscono un modello “virtuoso” che incoraggia l’implementazione efficiente ed efficace dei programmi sociali, collegando gli impatti nel mondo reale con i rendimenti finanziari.