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LAVORO AGILE E SALUTE MENTALE

A cura di Chiara Bisconti
30 Mar 2024

Quando mi viene chiesta una definizione semplice di lavoro agile, io lo descrivo come la possibilità di lavorare in un luogo diverso dall’ufficio, con un orario meno rigido. E questa è anche sostanzialmente la definizione che propone la legge che lo disciplina, la n.81 del 2017. In effetti il cambio del luogo abituale di lavoro e l’adozione di un orario flessibile sono una buona sintesi degli aspetti principali del lavoro agile.

Ma alziamo un po’ lo sguardo. Il lavoro agile in realtà, nella sua piena espressione, è la possibilità concreta di adattare il lavoro - con i suoi ritmi e i suoi luoghi - alle necessità della persona. In questa accezione, lavorare agilmente significa abbandonare lo schema abituale di luogo e tempo, per provare a costruire, ogni giorno, una modalità lavorativa rispettosa della vita. Significa perseguire un equilibrio tra le nostre esigenze e quelle dell’organizzazione per cui lavoriamo, senza che nessuna delle due parti prevarichi mai sull’altra. Significa in sostanza cercare armonia in noi stessə, provando a soddisfare simultaneamente la nostra tensione a realizzarci sul lavoro e quella di vivere una vita personale piena.

In questa visione più ampia risulta chiara la relazione tra lavoro agile e salute mentale. Perché sono proprio la mancanza di questa armonia e la necessità di compiere scelte radicali a incidere pesantemente sul nostro benessere. A renderci infelicə, stressatə. Penalizzando parti del nostro essere e ‘spezzandoci’.

Il tema delle scelte drastiche imposte da un modo rigido di lavorare lo conosciamo molto bene. Io stessa, dopo un brutto divorzio e due bambini piccoli da gestire, ho lasciato bruscamente l’azienda per cui lavoravo. Era una scelta dettata dall’impossibilità di gestire la vita, di tenerne insieme i diversi pezzi. Ma sicuramente anche un gesto istintivo di protezione della mia salute mentale.

Al di là delle storie individuali – le nostre esperienze dirette o i racconti di persone a noi vicine - le statistiche di misurazione del benessere offrono un quadro molto chiaro. Secondo l’indagine 2023 dell’Osservatorio Mindwork-BVA Doxa, circa il 76% di lavoratori e lavoratrici in Italia ha provato almeno uno dei principali sintomi di burnout. E il dato risulta essere aumentato di 14 punti rispetto al 2022. Ed è Mindwork stessa, società di servizi di supporto psicologico, a indicare come primo punto tra le strategie che le aziende possono mettere in atto le politiche di equilibrio tra lavoro e vita personale.

Anche Gallup, società di consulenza che da anni misura la felicità nel lavoro, rileva che, questa volta su scala mondiale, lo stress percepito da lavoratori e lavoratrici ha raggiunto i suoi livelli più alti nel 2023.E anche tra le raccomandazioni di questa società trovano ampio spazio strategie di lungo termine di sviluppo di una cultura del lavoro ibrido. Che è il nostro lavoro agile.

Da pochi anni vediamo emergere in modo così chiaro la correlazione tra benessere e la possibilità di lavorare agilmente. Personalmente, ne sono molto soddisfatta. Credo, e so per esperienza diretta, che mettere al centro il modo di lavorare sia l’unico modo concreto per mettere al centro chi lavora. Cercare di capire i cambiamenti del lavoro, interrogarsi sulle sue relazioni con l’uso del tempo e lo spazio, esplorarne tutte le nuove possibilità sono modi concreti per incide direttamente sul benessere. Ripensando il lavoro si dà finalmente spazio alla persona umana. Alla sua salute mentale. E al suo diritto inalienabile di stare bene.

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