LA SEGREGAZIONE SCOLASTICA
Mohamed Abdalla Tailmoun
I figli di immigrati, le cosiddette seconde generazioni, si iscrivono per la maggior parte a Istituti tecnici e Scuole professionali. Difficilmente frequentano i licei. Questo fenomeno si definisce “segregazione scolastica”.
In Italia dipende soprattutto dal problema di accesso alla cittadinanza per le seconde generazioni. Non avere la cittadinanza italiana quando bisogna prendere decisioni importanti e decisive per la vita, condiziona le possibilità di scelta. Negli istituti della “cintura milanese”, si supera il 60% di presenza di alunni con cittadinanza non italiana, ma nati o cresciuti in Italia. In grandi città come Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova questo fenomeno è abbastanza evidente. Gli unici licei con presenza di seconde generazioni sono le scuole paritarie, come il Liceo Internazionale a Napoli, del circuito delle “Cambridge school”, oppure il liceo paritario Italo-Cinese di Padova.
In alternativa, l’unico Liceo pubblico con iscrizioni massicce di seconde generazioni è l’istituto del carcere di Livorno!
Perché le seconde generazioni decidono di iscriversi a isti- tuti tecnici/professionali?
Perché i percorsi che offrono vengono dipinti come veloci, fa- cili e utili. Le seconde generazioni non hanno la cittadinanza italiana e intraprendere un percorso di studi veloce, facile e utile, come del resto gli viene consigliato alle medie inferiori, è una priorità. Alla fine del percorso formativo si ritroveranno maggiorenni e quindi adulti che dovranno dimostrare di avere un reddito e un lavoro regolare. Non importa se sei cresciuto o addirittura nato in Italia:in un paese in cui si vive in famiglia fino a quarant’anni, se sei straniero diventi adulto a diciotto!
Che cosa vuol dire per le seconde generazioni essere iscritti, in massa, agli istituti tecnici/professionali e non avere la possibilità di frequentare il liceo?
Vuol dire intraprendere studi che li legheranno un percorso lavorativo e professionale prestabilito, fatto di salari bassi, e contesti che - se diventassero obsoleti -, l’investimento chiesto per riqualificarsi sarebbe altissimo.
Chi influisce su questa scelta?
Questa decisione, in parte è dettata da una scelta razionale: se non hai le stesse opportunità dei tuoi coetanei allora cerchi di avvantaggiarti, accorciando i tempi di permanenza nel circuito scolastico. A influenzare i genitori sono, molte volte, gli/le insegnanti della scuola media.
La stessa famiglia, quindi, sceglierà la soluzione più facile per i figli e meno “onerosa” per sé.
Che cosa comporta questo fenomeno per la società italiana nel suo complesso?
Intanto ci dice due cose.. La prima è che, nonostante l’alto numero di studenti figli di immigrati presenti nel sistema scolastico italiano, difficilmente questo si tradurrà in un numero equivalente di medici, avvocati, ingegneri...
Questo per dire che il sistema d’istruzione italiano, che dovrebbe essere anche una sorta di ascensore sociale, lascia ai figli di immigrati i lavori esecutivi e solo a una piccola parte di loro lavori direttivi.
La seconda questione è che ci avviciniamo sempre più agli Stati Uniti, dove i figli e le figlie degli immigrati eccellono negli sport individuali, mentre si perdono nel percorso scolastico. Certo, ci saranno sempre eccezioni, casi di eccellenze che, nonostante il Sistema , riusciranno ad emergere.
Come si potrebbe intervenire?
Riformare la legge 91/92 per la concessione della cittadinanza prevedendo la possibilità di ottenerla italiana prima dell’inizio delle scuole medie, per chi arriva da piccolo o, addirittura, nasce in Italia. Infine bisognerebbe investire risorse nella scuola, assumere insegnanti qualificati e formarli sull’importanza e il valore delle diversità, in primis!