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LA FRAGILITÀ DELL’ATMOSFERA, LA FORZA DEI QUATTRO ELEMENTI

Intervista a Fabrizia Buongiorno, responsabile del Centro di Osservazioni Spaziali della Terra dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
A cura di Silvia Camisca
07 Mar 2023

Un ambiente meravigliosamente complesso e dinamico in cui entità diverse continuamente si mescolano, amalgamano, compenetrano: l’aria è l’afflato della Terra, nel cui ventre molle scorre il fluido che dà la vita, il cui cuore brucia, facendo tremare la terra. È, così, che i quattro elementi muovono il nostro pianeta. Ognuno ha un’anima propria, vive una storia a sé, eppure costituiscono mondi interagenti e strettamente
interconnessi, immaginabili come quattro sfere che, partendo dal nucleo della Terra, arrivano fino allo Spazio.


“L’atmosfera, involucro di tutte le altre sfere, è costituita da una miscela di gas per il 21% formata da ossigeno; subendo il continuo bombardamento esterno dei raggi solari (protetta solo dal campo magnetico terrestre) ed interagendo, in altra direzione, con le sfere sottostanti che ne alterano la composizione chimica e le trasmettano diversi impulsi di energia, mostra una grande fragilità” spiega Fabrizia Buongiorno, responsabile del Centro di Osservazioni Spaziali della Terra dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), oltre che Presidente di E-GEOS (ASI-Telespazio), sottolineando l’importanza dell’azione protettiva dell’atmosfera, che attenua e scherma l’intensa pioggia di meteoriti, comete e raggi ultravioletti provenienti dello spazio, cosa che garantisce la vita, compresa quella umana, sul nostro pianeta. E poi la seconda sfera, quella liquida, dell’acqua: “Ricordiamo che gli oceani, in grado di immagazzinare e rilasciare il calore del sole, ma anche l’energia prodotta dall’interno della Terra (basti pensare ai vulcani sottomarini, ai terremoti dovuti alle placche in subduzione, all’attività termica delle dorsali oceaniche, o, ancora, ai punti caldi di risalita del mantello terrestre) producono enormi quantità di energia, che si trasmettono all’atmosfera e alla superficie della Terra” prosegue la scienziata, portando ad esempio il caso dell’energia dei maremoti.

Acqua fonte di vita, dunque, ma anche forza distruttrice, perchè, interagendo con l’aria, può essere causa di eventi meteorologici estremi, come nel caso delle inondazioni. Sempre in interazione con l’aria, soprattutto durante la combustione di alcuni materiali, devastante è la potenza del fuoco, manifestazione di quanto è in corso nelle viscere della Terra: “Le immagini di incandescenti colonne di fuoco e cenere delle eruzioni vulcaniche indicano quale immensa energia contiene il nostro Pianeta - riflette Buongiorno - Pianeta che prende il nome dalla sua parte solida, Terra appunto, pur rappresentando, tuttavia, solo una frazione della sua essenza”. Ma è sotto i nostri piedi, nella dimensione a noi inesplorabile degli strati nascosti dalla superficie terrestre, nostra dimora in inarrestabile mutamento, che hanno corso i molteplici fenomeni che condizionano e determinano il comportamento delle sfere esterne: “La dimora che condividiamo con tutti gli altri abitanti del pianeta, la superficie terrestre, è continuamente plasmata dall’interazione con aria e acqua, mentre il nucleo esterno fuso della Terra, che racchiude quello interno solido, non è fuoco, ma roccia liquida a temperature incandescenti (circa 5000 C°): proprio l’azione reciproca tra le sfere del nucleo attiva il motore che genera il nostro campo magnetico, impedendo al vento solare di spazzare via l’atmosfera” afferma l’esperta. Tenendo presente che questo stesso calore racchiuso nel nucleo terrestre si tramette attraverso gli strati superiori di roccia (mantello), provocando i movimenti delle placche tettoniche della crosta terrestre e la risalita di roccia fusa, che poi causano terremoti ed eruzioni vulcaniche, possiamo comprendere che l’indagine dele complesse relazioni tra aria, acqua, fuoco e terra richiede l’impegno costante di tanti ricercatori, ingenti risorse e strategie di lungo termine e coordinate, oltre al sostegno di tutta la comunità, non solo scientifica.

Negli ultimi 50 anni con l’intensificarsi delle attività spaziali, anche lo sguardo sul nostro pianeta si è allargato: abbiamo iniziato ad osservarlo dall’alto, da lontano, dall’esterno; un salto tecnologico che ha aperto ad una visione più completa, olistica, dei fenomeni terrestri su vasta scala, come quelli meteorologici o riguardanti il movimento degli oceani e lo spostamento delle placche tettoniche. Questa
visione d’insieme ha contemporaneamente aperto uno squarcio su ulteriori sfide, in cui sono emerse, accanto a tante opportunità, nuove fragilità: per questo dovremmo ormai essere consapevoli del pericolo cui sottoponiamo un sistema quasi perfetto, alterando il delicatissimo equilibrio tra elementi tra loro in armonia. “Il punto di forza del genere umano è l’attitudine ad imparare, ma dobbiamo riconoscere
l’indissolubile legame che unisce il nostro destino alle sorti della Terra e dello spazio in cui siamo proiettati come ultima frontiera” conclude la scienziata.

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