LA DIMENSIONE FEMMINILE
Valorizzare l’esser donna oltre stereotipi e tabù
A cura di Sanofi
Immaginate di essere seduti in un teatro o in una piazza piena di persone. A sorpresa, viene posta una domanda: “Vi siete mai sentite (o sentiti) a disagio nel parlare di ciclo mestruale?”.
Probabilmente la stragrande maggioranza delle persone alzerà la mano, donne e uomini. Tutto ciò che riguarda questa dimensione è un tabù, da sempre. Persino il fatto di non avere il ciclo spesso genera vergogna e insicurezza.
Mestruazioni, ciclo, menarca. Qualsiasi termine si utilizzi per riferirsi al fenomeno, genera un immaginario che la mente tende immediatamente ad allontanare.
Sanofi - azienda con più di 100.000 collaboratori al mondo e più di 145 nazionalità rappresentate – per cui Diversity & Inclusion è una questione di impatto sulle proprie persone, sul proprio posto di lavoro ma anche sulla collettività e sul mercato – ha deciso di affrontare l’argomento senza veli. Il tutto parte da una domanda, che è anche una sana consapevolezza.
Perché una donna dovrebbe provare imbarazzo nel dire apertamente di soffrire di dolori mestruali?
La risposta è che questa domanda non ha più ragione d’esistere. Così è nato il nuovo progetto della Linea Buscofen, brand del portfolio di Sanofi che comprende sia medicinali di automedicazione per i dolori mestruali che un integratore per i fastidi della fase premestruale.
Si tratta di un’iniziativa di brand purpose volta a rompere gli schemi e gli stereotipi relativi alla dimensione femminile dentro e fuori l’azienda e si rivolge non solo alle donne ma anche agli uomini. La campagna anti-tabù, è in via di costruzione anche grazie alla collaborazione con Freeda, la Digital Media Company che, con video e contenuti innovativi, raccoglie una community di oltre 9 milioni di persone intorno all’universo femminile e alle nuove generazioni, per creare ispirazione verso una cultura maggiormente inclusiva, in grado di contribuire attivamente al cambiamento. La campagna coinvolgerà diverse donne, famose e non, che parleranno “forte e chiaro” e si confronteranno su temi tabù e stereotipi legati alla sfera femminile.
La conoscenza del proprio corpo è fondamentale in ogni fase della vita di una donna. Cambiano i momenti, cambiano le sensibilità, ma la necessità di un rapporto profon- do e trasparente con se stesse rimane. A partire da marzo 2022, il racconto e l’esperienza di donne di età e mondi diversi sarà condiviso sui canali Instagram e Facebook della linea Buscofen attraverso un’attività di engagement relativa al tema dell’empowerment femminile.
“La linea Buscofen è per natura vicino al mondo e alla sensibilità delle donne” – spiegano Luisa Barba e Andreina Grisolia che della Divisione Consumer Health Care di Sanofi sono rispettivamente Head of Communication ed Head of Human Resources - “Partendo dai pregiudizi e dagli stereotipi legati al tema del ciclo, questo progetto amplierà il dialogo coinvolgendo donne di diverse generazioni per approfondire il tema dell’empowerment e di ciò che aiuta le donne non solo a combattere questi stereotipi, ma anche a vivere appieno la propria vita, nella sfera personale e professionale”.
Il progetto non prevede esclusi: si rivolge indistintamente a donne e uomini. “Spesso ci ritroviamo a nascondere gli assorbenti. Ma perché? Il ciclo è cosa naturale. Se noi non siamo le prime a rivendicare a voce alta ciò che siamo, come possiamo aspettarci di essere comprese dagli uomini senza pregiudizi?”. È il momento di dire a testa alta: “Queste siamo noi e non dobbiamo più nasconderci”.
Il progetto si aggiunge a tante altre specifiche attività rivolte alle donne di Sanofi e alla comunità. Perché l’empowerment delle donne, dentro e fuori dal luogo di lavoro, parte dal credere in se stesse. Il che vuol dire avere fiducia nella forza della propria unicità, vivere a pieno la propria vita e la propria femminilità, anche combattendo potenziali debolezze o limiti che la singola donna può porsi, spesso condizionata dai ruoli imposti dalla società.
Empowerment delle donne e lotta agli stereotipi legati alla dimensione femminile sono due facce della stessa medaglia. L’una rafforza e sostiene l’altra, ma come ci insegna la vicenda di Rupi Kaur - poetessa e artista di origini indiane, censurata da Instagram per aver pubblicato uno scatto di sé stessa sdraiata sul letto e con pan- taloni del pigiama sporchi di sangue - la strada da fare è ancora molta.
Serve consapevolezza da parte di tutt*, soprattutto a partire dalle donne, poiché tutto ciò che riguarda il nostro corpo è qualcosa di naturale e, per certi versi, meraviglioso. Iniziare con il dialogo e il confronto, senza pregiudizi o imbarazzi, riguardo alla tematica del ciclo mestruale, è il primo passo verso la meta: un futuro in cui le donne non si sentiranno in dovere di nascondere gli assorbenti o di trovare una scusa differente per assentarsi dal lavoro quando si sentono male.