
LA DIFFERENZA TRA CONFINI E LIMITI È UNA SOTTIGLIEZZA DIALETTICA?
Confini e Limiti sono spesso utilizzati come sinonimi nella lingua quotidiana, ma hanno davvero lo stesso significato? Questi termini si intrecciano con idee di fine e inizio, difesa e protezione, chiusura e superamento, creando un tessuto ricco di sfumature che influisce sulla nostra comprensione del mondo.
Dal punto di vista geografico, confini e limiti assumono significati distinti. Il confine è una linea condivisa che delimita due territori, come quello tra due paesi, e si distingue dal limite per il suo riconoscimento da entrambe le parti coinvolte. Il con-fine è inteso come una linea condivisa che segna il punto di incontro di due territori, si configura come un luogo di negoziazione dei poteri.
Il limite, al contrario, è stabilito unilateralmente, non c’è una con-divisione. Queste distinzioni, naturali o artificiali, necessarie o problematiche, hanno alimentato dibattiti e discussioni per secoli.
La riflessione sulla differenza tra confini e limiti, quindi, offre uno spunto per esaminare le dinamiche di potere presenti nella nostra società.
Dopo le due guerre mondiali, con l'impulso della globalizzazione, sono emerse visioni di un mondo sempre più aperto e accessibile, suggerendo il declino dei confini per come li avevamo conosciuti. Tuttavia, negli ultimi anni, la memoria storica sembra non aver funzionato: la difesa della purezza culturale, la preservazione delle tradizionali norme di genere, la crisi climatica, l’abuso animale, e anche le guerre, basti pensare che al momento sono in corso nel mondo ben 170 conflitti armati (dati dell'Uppsala Conflict Data Program).
Dunque, per sciogliere i nodi sulla similarità o la distanza tra Confini e Limiti possiamo prendere in esame un argomento molto chiaro che si trova all’interno dei “Prolegomeni ad ogni futura metafisica” del 1783, dove Kant delinea quella che è la differenza fondamentale tra limite e confine. Il limite (Grenze) è non valicabile e ha la peculiarità di implicare consapevolezza dello stato in essere al di qua del limite, per cui ci sono due dimensioni -quasi- oppositive che si delineano: un interno e un esterno, un ‘dentro’ e un ‘fuori’. Il confine (Schranke), invece, è valicabile e non implica consapevolezza di una dimensione interna e di una esterna, si può parlare di un’unica dimensione.
Il concetto di limite si riferisce a tutto ciò che si trova al di là della capacità umana di percezione e comprensione. Questo concetto è strettamente legato alla sua distinzione tra il fenomeno (Phänomen, ciò che possiamo conoscere) e il noumeno (Noumenon, ciò che è al di là della nostra conoscenza). I confini dell'esperienza umana rappresentano ciò che possiamo conoscere attraverso i sensi e la ragione, mentre il Noumenon rappresenta ciò che è al di là di tali confini, che diventano limiti e che segnano tutto ciò che è inaccessibile alla conoscenza umana.
Kant, nella sua filosofia razionalista, afferma che la ragione umana ha la capacità di conoscere solo ciò che può essere sottoposto a un'analisi critica razionale. I confini della conoscenza, dunque, rappresentano ciò che può essere oggetto di indagine e discussione razionale, e ciò che può essere incluso nella sfera della scienza e della filosofia. Al di là di questi limiti si trova ciò che sfugge all'analisi razionale che diventa parte del Noumenon e resta al di fuori del dominio della conoscenza.
In conclusione, mentre limiti e confini possono sembrare concetti simili, in realtà, hanno significati distinti, anche nella filosofia kantiana.
La comprensione di questa distinzione può aiutare a illuminare le sfide epistemologiche e morali che affrontiamo nel mondo moderno, dove la conoscenza e la tecnologia continuano ad avanzare, ma le domande sulla natura e i limiti della conoscenza rimangono cruciali.
L'invito è a interrogare questi concetti non solo come categorie spaziali, ma come dispositivi di controllo e resistenza che plasmano la nostra comprensione del mondo e delle relazioni sociali.